Il nostro controspionaggio arresta ufficiale della Marina: stava consegnando informazioni riservate alla Russia

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Mi rimane strano immaginare che il ministero degli esteri italiano sia sorpreso. Tutti i paesi del mondo hanno servizi segreti: la Russia ha il GRU (General Directorate of the General Staff), gli Stati Uniti hanno la CIA e la la Defense Intelligence Agency (DIA , l’agenzia di intelligence del Dipartimento della Difesa statunitense), in Gran Bretagna c’è la famosa MI -6, e il nostro paese ha – la 2a Divisione (Informazione e Sicurezza) dello Stato Maggiore delle Forze Armate (RIS). Il compito principale di queste strutture è proprio quello di raccogliere informazioni di interesse, preferibilmente di natura riservata. Per reperire tali informazioni vengono utilizzati vari metodi, compreso l’uso della corruzione.

In altri termini, Per quando riguarda il caso in sé per sé, non è un segreto che parte dell’apparato dell’addetto militare in qualsiasi paese straniero sia composto da ufficiali dei servizi segreti.

Ci spiano addirittura anche gli alleati, lo sappiamo. Quindi non si tratta di qualcosa di inimmaginabile.

Ciò non vuol dire che queste pratiche, per quanto detestabili, siano la misura delle relazioni tra i paesi. Infatti, ad esempio,  un articolo della Repubblica addirittura ipotizza che i servizi segreti russi potrebbero aver salvato Berlusconi da un attentato di al Qaeda. Ciò vuol dire che i rapporti di intelligence non sono solo ‘furtivi’ ma contemplano anche lo scambio di informazioni.

Il fatto più grave ovviamente, è il comportamento dell’ufficiale italiano che ha tradito il suo paese; l’altro funzionario quello russo, eseguiva gli ordini del suo.

Siria derriba un drone de EEUU que espiaba base rusa en Tartus
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In tutti i modi, l’operazione di scambio è stata scoperta ed entrambi sono stati arrestati al momento della consegna della busta con i soldi.

Naturalmente il caso è sgradevole, specialmente per l’ufficiale italiano, che rischia 10 anni di carcere. In questo caso, tutte le reazioni italiane preannunciate, sono comprensibili e lecite. Ciò però che ‘non mi torna’ è che il nostro ministro degli esteri Di Maio. dopo aver cercato di coinvolgere l’Unione Europea e che dalla stessa ha ricevuto un ‘no, pensateci voi’, ora stia cercando di coinvolgere gli Stati Uniti, che probabilmente non attendono altro. Questo continuo riferirci agli alleati ci mostra incapaci di dirigere la nostra politica estera più di quanto non ne siamo effettivamente capaci .

Comunque credo sappiate dai media come è andata: l’Ufficiale italiano della Marina Militare, assegnato allo Stato Maggiore, era in contatto con un funzionario dell’ambasciata russa a Roma. L’ultimo incontro del genere, secondo quanto riferito dai media, si è svolto in uno dei parcheggi metropolitani, ed è stato interrotto dai servizi di sicurezza italiani. Gli inquirenti ritengono che il militare italiano, abbia consegnato all’ufficiale addetto militare dell’ambasciata russa documenti riservati sui sistemi di comunicazione militari italiani.

Questo è quanto sappiamo dalla cronaca. Ovviamente la vicenda personalmente non mi convince molto per i metodi usati. Come mai con i vari sistemi di comunicazione che ci sono e con la casistiche di spie, questi due si sono incontrati per uno cambio, direi abbastanza alla luce del sole? Una pennetta e 5.000 euro in contanti, direi stile anni 30′, eccetto la pennetta ovviamente, magari non criptata.

Ciò che è più probabile – visto anche la cifra abbastanza esigua per un Ufficiale di Stato Maggiore – è che non si tratta di documenti eccessivamente rilevanti, a meno che il pagamento fosse il millesimo.

@vietatoparlare


foto 1: aereo spia russo, foto 2: aereo spia USA

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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