Scuola – I soldi ancora non arrivano è già c’è sperpero: deciso l’acquisto di 3 milioni di banchi

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La ministra Azzolina non sarà ricordata dai posteri solo perchè si è dimenticata lo scopo della scuola, contraria com’è alla libertà di educazione. Più probabilmente sarà ricordata perchè ha detto che  se le scuole non potranno avere banchi alla Star Trek, a settembre non potranno riaprire.

Ma veniamo ai fatti. Leggo sul Corriere della Sera  che – come richiesto dalla Azzolina -, il Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha indetto per la scuola italiana, una gara per l’acquisto di  fino a 1,5 milioni di banchi  per permettere il “distanziamento sociale” tra gli studenti: “Scuola, indetta gara europea per tre milioni di banchi“.

Esattamente, il numerico sarà diviso tra 1,5 milioni di banchi speciali singoli (come quello che vedete nella 2^ foto) e 1,5 milioni di banchi tradizionali.


Forse la ministra Azzolina non lo sa (se chiedesse saprebbe molte più cose),  ma tante scuole hanno già banchi singoli.  Fa quindi un certo senso che il Ministero dell’Istruzione pensi di spendere una cifra che supera il miliardo a rinnovare le suppellettili in periodo in cui il governo pur si sbraccia per mantenere in emergenza il paese.  Semplicemente: in ogni famiglia il rinnovamento delle suppellettili si fa in un periodo di normalità e non certo in periodi emergenziali.

Questo comune giudizio trova riscontro anche nelle critiche di alcuni presidi gli hanno fatto notare al ministro che ci sono ben altre priorità di spesa e – sempre in tema di economicità -, si rileva che il banco monoposto è stato messo in gara a 300 euro, ovvero più del prezzo medio di mercato che è circa 150/200 euro.

Sull’argomento Banchi singoli ‘innovativi’ anche Massimo Gramellini, – sul Corriere  ironizza :

[su_quote style=”flat-light”]”Per motivi francamente incomprensibili – ironizza il giornalista – , alcuni presidi non sembrano entusiasti dell’iniziativa. Rimangono ostinatamente affezionati agli statici banchi di legno, che rispetto a quelli semoventi, tanto cari alla Azzolina, sono più spaziosi e hanno anche il torto di costare un sesto: 50 euro contro 300. Questi dirigenti retrogradi preferirebbero dirottare il surplus di un miliardo e mezzo su spese voluttuarie come l’acquisto di computer e la messa in sicurezza degli edifici. A noi, azzoliniani della primissima ora, l’entusiasmo della ministra appare invece pienamente giustificato. Non c’è chi non colga le straordinarie opportunità che i banchi a rotelle sono in grado di offrire a chi li sappia pilotare con sagacia: nei corridoi, al momento della ricreazione, ma anche in aula durante i compiti in classe, quando potrebbero dare vita a stimolanti ingorghi intorno ai secchioni (…). Anzi – suggerisce Gramellini – si potrebbero comperare a motore, per essere ancora più tecnologici.[/su_quote]

il prezzo al commercio dei banchi ultra-tecnologici è generalmente assai inferiore a quanto indicato in gara
il prezzo al commercio dei banchi ultra-tecnologici è generalmente assai inferiore a quanto indicato in gara

A parte scherzi, a sentire questa notizia si rimane allibiti.  Naturalmente, il motore di tutto è la pandemia. Ma in tema, non si capisce perché si dà per scontato il proseguimento della pandemia: non esistono evidenze scientifiche che ci sarà una seconda ondata di infezioni, anzi il virologo prof Tarro  dice che “non ci sarà nessuna seconda ondata“.

La scienza è costruzione logica e verificabile. Il consenso scientifico invece, è l’aria che tira in ambiente scientifico ed ha esattamente la consistenza dell’aria. E appunto, non esistono evidenze scientifiche che avvalorino l’ipotesi che la pandemia prosegua il prossimo inverno, ma anche se esse esistessero,  sarebbe bastato un acquisto suppletivo di banchi tradizionali aggiuntivi.

In aggiunta tutto ciò, non sfugge che poche imprese a livello europeo possono sostenere all’impegno richiesto da una gara per un così alto numero di banchi . Ciò vuol dire che – a meno che la commessa non possa essere affidata  a più aziende – la scelta necessariamente ricade su determinate aziende europee come ‘predestinate. Infatti ce ne sono ben poche a livello nazionale  in grado di affrontare una fornitura così elevata.

Con le tempistiche richieste è impossibile: il Corriere riferisce che Italia Assufficio di FederlegnoArredo e Assodidattica, a cui aderiscono i produttori e i distributori italiani dell’arredo scolastico ed educativo, hanno fatto sapere che non riescono ad andare oltre la produzione di 600.000 unità l’anno e per quanto richiesto ci vorrebbero cinque anni.

Vedremo ora cosa risponderà il governo all’ interrogazione parlamentare presentata a riguardo dall’opposizione ed all’esposto che la Codacons ha presentato il 21 luglio a Corte dei Conti e Autorità Anticorruzione. «Vogliamo capire – ha detto il presidente Carlo Rienzi all’Ansa – se vi sia stata una regolare gara e come sia stata individuata la società che dovrà fornire i nuovi banchi. E’ necessario appurare se la spesa a carico della collettività sia congrua e proporzionata o se, al contrario, vi siano stati sperperi di fondi pubblici». «Se emergeranno irregolarità o aspetti poco chiari – ha concluso -, non esiteremo a chiedere il blocco dell’appalto».

Alla luce di quanto sta già accadendo, azzarderei un’ipotesi: la UE ci ha già detto che gran parte dei fondi del Recovery Fund – quando arriveranno – andranno spesi per digitale, tecnologie e green.  Scommetto senza problemi che gli appalti andranno tutti o quasi tutti, ad aziende tedesche e dei paesi frugali, cosicché noi italiani non dovremo solo pagare gli interessi sui prestiti ma arricchiremo soltanto le aziende che ‘parlano’ tedesco che saranno miracolosamente prescelte.

patrizioricci by @vietatoparlare

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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