Quattro parlamentari EU rischiano il carcere per un “mi piace” su Twitter

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Il Parlamento Europeo ha deciso di revocare l’immunità a quattro parlamentari per un like su Twitter, il messaggio – secondo la UE avrebbe costituito “un incitamento all’odio” contro i migranti.

I quattro parlamentari in questione sono deputati polacchi appartenenti al gruppo Ecr del partito PiS (Diritto e Giustizia). Come ho detto, la controversia è scaturita da un “mi piace” su un video di campagna elettorale del 2018 del PiS, che è stato interpretato come un incitamento all’odio contro l’immigrazione.

Questo spot elettorale, che metteva in luce le preoccupazioni sul trasferimento dei migranti illegali in Polonia, ha ottenuto numerosi “mi piace” e condivisioni da parte di questi politici. Secondo i critici, tra cui l’attivista di sinistra Rafal Gawel, fondatore del “Centro di monitoraggio del comportamento razzista e xenofobo” e ora residente in Norvegia, questi “mi piace” e condivisioni costituirebbero un incitamento all’odio.

Nonostante le accuse siano state inizialmente respinte dalla giustizia polacca, la giudice di Varsavia Edyta Snastin-Jurkun, membro dell’associazione dei giudici “Iustitia”, ha avanzato la richiesta di revoca dell’immunità al Parlamento europeo. Il relatore francese del Parlamento europeo presso la commissione giuridica, Gilles Lebreton, ha sostenuto che la condivisione di materiale elettorale sui social media è una pratica comune e legata alle funzioni parlamentari. Tuttavia, la commissione giuridica ha votato a favore della revoca dell’immunità.

Questa decisione segna un precedente storico: per la prima volta, dei parlamentari europei rischiano fino a tre anni di carcere per un “mi piace” su Internet. La situazione si complica ulteriormente con l’arrivo al Parlamento Europeo di un altro parlamentare polacco, Wlodzimierz Karpinski, attualmente agli arresti domiciliari per corruzione.

Lo scenario evidenzia la complessa dinamica politica all’interno del Parlamento europeo, dove le questioni di correttezza politica e le accuse di corruzione sollevano interrogativi sulla parità di trattamento tra i deputati di diverse affiliazioni politiche.

La dictature du politiquement correct n’a pas de limites : au Parlement européen levée de l’immunité pour un ‘Like’ sur twitter

Il Parlamento europeo ha votato per revocare l’immunità a quattro membri del partito conservatore polacco Diritto e Giustizia (PiS). Gli eurodeputati in questione sono Beata Kempa, Beata Mazurek, Patryk Jaki e Tomasz Poreba. In Polonia sono accusati di aver violato le leggi sui crimini d’odio attraverso un annuncio elettorale che metteva in guardia sui pericoli derivanti dall’ammissione di immigrati nel paese. Si tratta di una decisione riferita alla campagna anti-migrazione musulmana sostenuta durante una campagna elettorale municipale nel 2018​​​​​​​​​​.

La pubblicazione francese Media Presse riferisce che uno dei deputati inquisiti Kempa ha affermato:

“Si tratta di un precedente pericoloso, perché un annuncio elettorale realizzato per la campagna elettorale e approvato dalla Commissione elettorale nazionale, presentato tramite i social media, diventerebbe improvvisamente la base per accuse contro i politici polacchi. »

Media Presse così commenta:

L’accusa è di incitamento all’odio perché hanno ritwittato o messo “mi piace” alla pubblicità elettorale del loro partito

Ma la cosa più scioccante è che le accuse contro i parlamentari sono state mosse da Rafal Gawel, un attivista di sinistra, fondatore del “Centro di monitoraggio del comportamento razzista e xenofobo” condannato in Polonia per frode, estorsione, appropriazione indebita dei fondi della sua organizzazione e ricercato dalla polizia, che ora risiede in Norvegia.

Già nel novembre 2021 Gawel ha presentato alla procura polacca le sue accuse contro i politici. L’accusa ha respinto per due volte come infondate le accuse di “aver commesso crimini razzisti in Polonia” mettendo “mi piace” o ritwittando un annuncio elettorale del PiS. Purtroppo la giudice del tribunale di Varsavia, Edyta Snastin-Jurkun, membro dell’associazione dei giudici “Iustitia”, ha presentato una richiesta di revoca dell’immunità al Parlamento europeo.

Gilles Lebreton, francese, relatore del Parlamento europeo presso la commissione giuridica, il cui compito è quello di esprimere pareri su tali richieste, ha affermato chiaramente che la presentazione della richiesta di revoca dell’immunità è un’azione politica e mira ad attaccare il deputato Kempa. Nella sua bozza di rapporto, Lebreton spiega:

“Il fatto che un deputato condivida o ripubblichi un annuncio elettorale del proprio partito politico sui social media è un’attività indissolubilmente legata alle sue funzioni parlamentari, soprattutto se il contenuto dello spot è legato – come è il caso in questione – all’immigrazione, che è un argomento frequente di dibattito al Parlamento europeo.

È il primo caso nella storia in cui dei parlamentari europei rischiano fino a tre anni di carcere per un “mi piace” su Internet

Il giudice francese precisa che dietro il caso si cela l’intenzione del giudice polacco di colpire Kempa:

“Il caso sembra indicare l’esistenza di fumus persecuzionis, cioè di ‘prove concrete’ che indicano che i suddetti procedimenti legali sono stati avviati con l’intenzione di danneggiare le attività politiche della deputata, comprese le sue attività come membro del Parlamento europeo. »

Ma nonostante il parere negativo di Lebreton, la commissione giuridica ha votato a favore della proposta e il Parlamento europeo ha tolto l’immunità ai quattro parlamentari. (fine citazione)

Le conseguenze saranno preoccupanti per noi tutti. perseguibilità dei reati di opinione, se questi vengano giudicati come reati d’odio.

Ciò sembra sorgere chiaramente non è il giorno radioso tanto decantato dai burocrati della UE.

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Altre fonti:

https://www.euractiv.com/

https://euobserver.com/eu-political/

https://www.thefirstnews.com/a

http://www.smetimes.in/

https://www.polskieradio.pl/

 

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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