Negoziati di Astana: la Russia presenta un proprio piano per l’istituzione di ‘zone di sicurezza’

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E’ cominciato oggi ad Astana il quarto incontro sulla Siria dall’inizio del 2017. Il summit internazionale si era aperto con una riunione preliminare a porte chiuse tra gli esperti militari dei relativi paesi garanti.

Il capo dell’organizzazione “Jaish al-Islam”, che avrebbe dovuto guidare la delegazione dell’opposizione armata ha abbandonato oggi il tavolo di trattativa manifestando così il suo disappunto per il protrarsi dei bombardamenti russo-siriani sugli obiettivi delle milizie anti-governative. Tuttavia, riprenderà i colloqui domani per esaminare la possibilità di firmare il memorandum per l’istituzione delle cosiddette ‘zone di risoluzione dei conflitti e per ridurre la tensione a Idlib, Homs, Gouta orientale e nel sud della Siria”.

[su_heading style=”modern-1-blue” size=”16″]La nuona proposta russa[/su_heading]

La novità di questo 4° round di negoziati è la nuova proposta russa che prevede la realizzazione di quattro zone di sicurezza per la de-escalation nelle aree laddove le operazioni militari non sono in atto contro Isis. Questi territori sono quelli nella provincia di Idlib, i territori a nord di Homs, Gouta orientale e nel sud della Siria.
I confini esatti di queste zone non sono stati determinati, ma sono chiamati “zone di riduzione della tensione.”

La vigilanza sulla tregua lungo i confini che delimiteranno queste zone di sicurezza, dovrebbe essere affidata a forze turche, iraniane e russe. I civili disarmati avrebbero libero accesso attraverso punti di controllo.

[su_heading style=”modern-1-blue” size=”16″]Richiesta del gruppo di Ryad ‘opposizione armata’[/su_heading]

Prima di andare via l’opposizione armata ha chiesto il ritiro dell’esercito siriano sulle posizioni occupate al 30 dicembre. Questo sta a dire dovrebbe lasciare località come Wadi Barada, Madaya e Zabadani.

[su_heading style=”modern-1-blue” size=”16″]Considerazioni[/su_heading]

La creazione di zone di sicurezza in quelle aree problematiche proteggerà le forze siriane da  nuove ‘false flag’ che sono ancora in costruzione come abbiamo visto con le denunce di MSF e HRW.
E’ chiaro che sebbene i militanti  sperano ancora di usare la relativa calma per sferrare nuovi attacchi , senza il supporto esterno, essi non avranno la forza di agire.

Il documento che verrà fuori dalla discussione tra gli stati garanti  entrerà in vigore il giorno dopo la firma mentre l’approvazione dei confini delle zone di sicurezza, richiederà circa due settimane.

In assenza della disponibilità di truppe straniere dei paesi garanti, i russi si faranno carico di fornire propria polizia militare. Ma la delegazione russa ha aggiunto che ‘questa ipotesi è altamente indesiderabile’.

Ormai è chiaro anche agli attori più recalcitranti, che la situazione che vede ora partecipi i principali attori locali e internazionali, non ha soluzione senza l’accettazione di un compromesso tra le parti. Sembra ormai evidente che alla Siria non sarà restituita tutta la sua integrità territoriale ma se la situazione sarà solo congelata, forse sarà possibile una riunificazione in futuro.

Definire nei particolari l’accordo è importante perché la pericolosità è costituita dal fatto che i vari attori contrapposti cercheranno di raggiungere il maggior vantaggio territoriale possibile prima che la situazione sia sospesa. Ma l’alternativa è la distruzione completa della Siria e una guerra a tempo indefinito.

Questa quindi potrebbe essere una prima soluzione per un cessate il fuoco duraturo, salvo ovviamente inattesi repentini ‘cambiamenti di vedute’ e pretesti . C’è da segnalare però che la cosiddetta ‘opposizione armata’ è in forte conflittualità tra le diverse fazioni. Gli scontri armati tra opposte sigle sono sempre più accesi, sanguinosi e frequenti. Nella zona di Homs prima dell’ultimo attacco contro le forze siriane questi scontri avevano fatto più di 1000 morti tra le formazioni di al Nusra e Harar al Sham.

Le ragioni di questi scontri vanno dalla diminuzione dei finanziamenti esteri e la lotta per primeggiare sulle altre fazioni fino recenti successi dell’esercito siriano. Naturalmente, questo elemento costituisce, una ulteriore ‘variabile’ su quella che sarà la soluzione finale. Tuttavia, tutti i gruppi armati per andare avanti devono ricorrere per forza all’appoggio dei vari gruppi di sostegno internazionale (Ryad, Turchia, Usa, Egitto, Iran, Russia…): se gli attori internazionali si mettono d’accordo è impossibile per loro continuare

pubblicato su LPL News 24

[su_panel shadow=”2px 1px 2px #eeeeee”]note:

1 . Al summit sono presenti le delegazioni dei paesi garanti della tregua più la delegazione del governo siriano e quella dell’opposizione armata. La delegazione russa è guidata dal rappresentante speciale della presidenza della Federazione Russa per la Siria, Aleksandr Lavrentev. Come rappresentante della Turchia è presente invece il Vice Ministro degli Affari Esteri della Turchia, Medio Oriente e Africa Sedat Onal. Per l’Iran partecipa il vice ministro degli Esteri iraniano per gli affari del Jaberi Hossein Ansari. La delegazione siriana è guidata da Bashar Jafari. Per l’Onu, partecipa l’inviato speciale  Steffan De Mistura. La delegazione degli Stati Uniti presenzierà come ‘osservatore’ e sarà guidata dall’Assistente del Segretario di Stato, Stuart Jones. All’incontro partecipa sarà presente anche la Giordania: sarà presente il consigliere del Ministro degli Affari Esteri per gli affari politici Nauaf Uasfi Tel.

2. I negoziati sono rafforzati dall’appoggio americano avvenuto ieri tramite una telefonata tra Putin e Trump. Quest’ultimo ha definito il colloquio ‘molto buono’. I principali argomenti trattati sono stati la situazione in Siria, la questione del cessate il fuoco e la creazione di rifugi sicuri per i rifugiati e infine la cooperazione tra Washington e Mosca per diminuire la grave tensione con la Corea del Nord. Un altro incontro è avvenuto oggi a Sochi, tra il presidente russo Putin ed il suo omologo turco, Erdogan. L’incontro tende a migliorare le relazioni russo-turche ed a rafforzare la collaborazione per risolvere diplomaticamente la questione siriana. In linea di massima, il piano russo è accettato dalla Turchia.[/su_panel]

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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