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Nato: la Russia non deve avere nemmeno l’idea di avere una sua area di influenza

by Patrizio Ricci
2 Dicembre 2021
in Esteri
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Nato: la Russia non deve avere nemmeno l’idea di avere una sua area di influenza
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La parte occidentale sobilla Kiev e poi minaccia la Russia di tramare l’aggressione, ma Kiev ha mezzo esercito schierato ai confini… 

Mercoledì il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in occasione di un meeting dei ministri degli esteri dei paesi dell’alleanza, è intervenuto nella conferenza stampa finale, ed ha detto:

“la NATO considera inaccettabile anche l’idea che la Russia possa avere una propria sfera di influenza, dal momento che tutti i suoi vicini sono stati sovrani.”.

Stoltenberg ad un giornalista che gli chiedeva se in effetti c’è stata una violazione della Nato nella della storica sfera di influenza della Russia, egli ha così risposto:

“La stessa formulazione della domanda riflette la tesi che dovrebbe destare il nostro sospetto e che è inaccettabile. Questa è la tesi che la Russia ha una sfera di interessi. Ciò significa il riconoscimento effettivo che la Russia può controllare ciò fanno che i suoi vicini, che sono stati sovrani“.

Circa la paventata minaccia di una ‘invasione russa’, il rappresentante della Nato ha detto: “I paesi della NATO possono usare “sanzioni finanziarie ed economiche e divieti politici” contro la Russia se ella usa la forza in Ucraina”.

Ed ha aggiunto: “I paesi della NATO hanno una vasta gamma di opportunità, comprese sanzioni economiche e finanziarie e divieti politici”.

Nello stesso tempo, Stoltenberg ha anche affermato che anche se la Nato darà supporto, l’Ucraina non è nella Nato e quindi non si applica il trattato di sicurezza collettiva.

Tuttavia, sia Stoltenberg che il sottosegretario di Stato Usa Nuland. hanno minacciato preventivamente la Russia di “sanzioni senza precedenti”, nel caso esercitasse il proprio diritto di autodifesa.

La Nuland parla di aggressione all’Ucraina da parte della Russia, ma Kiev ha schierato intorno al Donbass 125.000 uomini

Nuland
Nuland

Dello stesso tono anche il sottosegretario di Stato Usa Victoria Nuland che ha minacciato la Russia per l’Ucraina con “sanzioni che non ci sono mai state prima”

Il sottosegretario di Stato per gli affari politici degli Stati Uniti a Kiev, collegata via video, in occasione di un Forum sulla sicurezza, ha detto:

“Siamo decisivi nel nostro messaggio a Mosca: se prenderanno provvedimenti per destabilizzare l’Ucraina e useranno le loro forze per l’aggressione contro l’Ucraina, ci saranno gravi misure economiche e sanzioni che non sono avvenute in passato“.

La Nuland che è stata determinante nel supportare il colpo di stato di Maidan, ha anche espresso l’appoggio del suo paese e della Nato per difendere “l’indipendenza, la pace, l’integrità territoriale e la sovranità, nonché per un futuro europeo dignitoso e giusto”.

La Nuland, infine ha accennato ai negoziati sul Donbass e senza citarne le motivazioni ha detto che gli accordi di Minsk sono arrivati ​​a un punto morto e degli accordi di Minsk “molte cose non vengono attuate”.

La risposta di Mosca

Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha osservato che il numero di istruttori occidentali è aumentato nel Donbass. A suo parere, tali azioni dei paesi dell’alleanza possono provocare le autorità ucraine “ad avventure militari”, il che crea una minaccia diretta alla sicurezza della Russia.

A sua volta, la portavoce dello stesso dicastero degli esteri, Maria Zarakharova, ha detto che l’intenzione è chiara e per niente velata:

“Il fine del regime di Kiev è smantellare il processo di Minsk e il rifiuto de facto di Kiev dei tentativi di risolvere pacificamente il conflitto nel Donbas”.

La portavoce ripresa dall’agenzia Ria Novosti ha anche detto che  Kiev:

“ha inviato 125 mila soldati e ufficiali nel Donbass, cioè metà dell’intero personale delle forze armate dell’Ucraina”.

La portavoce del Ministero degli esteri russo Zarakharova  ha ricordato che “secondo la Missione speciale di monitoraggio dell’OSCE in Ucraina, le violazioni del regime di cessate il fuoco non si registrano più a livello locale, ma lungo l’intera linea di contatto, e nelle ultime settimane il loro numero in alcuni giorni ha superato i massimi che la missione ha registrato prima di ulteriori misure di rafforzamento il regime è entrato in vigore il cessate il fuoco del 22 luglio 2020″.

Lo scopo della Nato – prima di proteggere – è quello di aumentare le tensioni in Siria ed in Ucraina

Si fa veramente fatica a leggere le parole faziose e opportunistiche dell’Occidente e dei suoi rappresentanti, soprattutto perché non rispondono a verità. Tra le tante prove che le cose stanno molto diversamente cito solo lo studio del 2019 della Think Thank statunitense Rand Corporation, molto ascoltato nell’amministrazione USA, in cui consiglia di nuocere alla Russia in un modo tale che diventi aggressiva ed aumenti le spese militari.

Questo si realizza aumentando le tensioni in Siria ed in Ucraina.  Quindi sorge il problema delle strategie più ‘efficaci’ da implementare per cambiare le carte in gioco e costringere la Russia a reagire e poterla accusare di aggressività . Questo piano si chiama  ” Extending Russia – competere from vantaggiose ground “. Gli eventi attuali corrispondono.

Probabilmente la pietra tombale sulla speranza di una soluzione diplomatica delle controversie, si è materializzata il 24 di marzo, quando il presidente ucraino Zelensky, con il decreto 117 del 24 marzo (vedi qui),  non  solo ha reclamato la discrezionalità di riprendersi il Donbass con la forza come e quando vuole, ma ha anche incluso in questo diritto il fatto di riprendersi la Crimea che la Russia considera come una repubblica della Federazione Russa.

Non esiste più informazione corretta nella nostra amata Europa, dove i leader ormai possono affermare e distorcere i fatti come vogliono, senza timore di essere contraddetti.

Vp News

Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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