L’occidente si meraviglia e giudica come ‘inaspettata’ la produzione industriale delle munizioni russe

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The Guardian evidenzia l’espansione della produzione di armi in Russia, che ha sorpreso gli esperti europei per il suo volume e intensità. Mentre la parte occidentale pensava di piegare la Russia per poi disgregarla e impadronirsene. Ecco i punti salienti e le citazioni chiave:

– Espansione della Produzione: Negli ultimi due anni, la Russia ha visto una significativa espansione della sua produzione industriale militare, con la spesa per la difesa che ha raggiunto il 7,5% del PIL. Le fabbriche operano 24 ore su 24, spesso con turni obbligatori di 12 ore per mantenere attiva la macchina da guerra russa. “La spesa totale per la difesa è salita al 7,5% del PIL russo.”

– Impatto sull’Economia: La difesa è diventata centrale nell’economia russa, con 520.000 nuovi posti di lavoro creati nel settore militare-industriale, impiegando circa 3,5 milioni di russi. “Questo mese, Putin ha affermato che nel complesso militare-industriale sono stati creati 520.000 nuovi posti di lavoro.”

– Preoccupazioni Europee: Gli investimenti russi nel settore militare e la capacità di produzione interna di proiettili (da 2,5 a 5 milioni di unità all’anno) preoccupano gli esperti militari europei, che temono che la NATO sottovaluti la capacità della Russia di sostenere un confronto a lungo termine. “Gli enormi investimenti russi nel settore militare… preoccupano gli esperti militari europei.”

– “Economia del Kalashnikov”: La Russia ha adottato un approccio meno sofisticato ma robusto alla produzione militare, soprannominato “economia del Kalashnikov” da Richard Connolly, esperto di economia e militare russa. “Sono anni che i russi pagano per questo… Quindi non sarebbe stato conveniente fino al 2022, e poi all’improvviso è sembrata una pianificazione molto accorta.”

– Sfide e Strategie: Nonostante le sfide poste dalle sanzioni, la Russia ha mostrato capacità di adattamento, ristrutturando le catene di approvvigionamento e aumentando la produzione di armamenti chiave come i missili balistici Iskander e i missili da crociera Kh-101. “La Russia può spesso gestire la propria industria militare a propria discrezione.”

– Impatto Sociale: Il conflitto e l’espansione dell’industria della difesa hanno portato a una ridistribuzione della ricchezza in Russia, con un aumento significativo dei redditi per le fasce più povere della popolazione. “Il conflitto ha portato a una ridistribuzione della ricchezza senza precedenti.”

– Prospettive Future: Nonostante l’aumento della produzione, ci sono dubbi sulla capacità della Russia di ottenere guadagni territoriali significativi a breve termine. Tuttavia, la produzione di armi mette l’Ucraina in svantaggio, soprattutto nell’artiglieria. “Questo è molto più di quanto ci aspettassimo”, ha detto Mark Riisik riguardo ai dati sulla produzione russa.

La crisi ucraina e l’escalation delle tensioni tra Russia e paesi occidentali sono il risultato di una serie di decisioni, azioni e, in alcuni casi, mancate opportunità di dialogo e comprensione reciproca che si sono accumulate nel tempo.

Occasioni perse …

La mancata attuazione degli accordi di Minsk I e II, che miravano a risolvere il conflitto nel Donbass in Ucraina orientale, è un momento cruciale in cui le opportunità di pace sono state perdute. Questi accordi, sebbene imperfetti, rappresentavano una via diplomatica per affrontare le tensioni e cercare una soluzione pacifica. La loro mancata attuazione ha contribuito a erodere ulteriormente la fiducia tra le parti, lasciando irrisolti i problemi di fondo.

La questione della neutralità dell’Ucraina è un altro punto critico. La proposta di mantenere l’Ucraina come uno stato neutrale era intesa a servire come un compromesso per evitare l’escalation del conflitto, riconoscendo le preoccupazioni di sicurezza sia dell’Ucraina che della Russia. Tuttavia, il rifiuto di considerare seriamente questa opzione ha contribuito a intensificare le tensioni, poiché ha toccato questioni fondamentali di sicurezza e influenza geopolitica nella regione.

O pressione mirata?

Inoltre, è fondamentale riconoscere che la Russia è stata oggetto di una pressione costante, mirata a indebolire il suo sistema interno attraverso critiche e azioni dirette, come quelle legate al movimento di Alexei Navalny. Nonostante Navalny rappresentasse una porzione limitata dell’elettorato, circa il 2%, il suo caso è stato utilizzato per orchestrare un attacco mediatico e politico senza precedenti, volto a minare la reputazione internazionale della Russia. Queste dinamiche hanno inevitabilmente contribuito al deterioramento delle relazioni tra l’Est e l’Ovest.

Un episodio emblematico di questa tensione è stato l’accusa di avvelenamento con il gas nervino Novichok ai danni dell’ex spia russa Sergei Skripal e di sua figlia Yulia, avvenuto a Salisbury nel marzo 2018. Sebbene la vicenda sia rimasta avvolta nel mistero, le sue ripercussioni sono state tangibili e hanno alimentato sospetti di operazioni sotto falsa bandiera.

Volontà di distanziare Europa e Russia

In questo contesto, non si può ignorare l’obiettivo dichiarato degli Stati Uniti di distanziare l’Europa dalla Russia, con l’intento di riorientare il mercato energetico europeo verso le forniture statunitensi.

La sensazione di essere stata umiliata, provocata da ciò che Mosca ha percepito come atteggiamenti arroganti e inaccettabili da parte dell’Occidente, ha notevolmente inasprito le tensioni. La diplomazia internazionale naviga costantemente tra la necessità di tutelare gli interessi nazionali e l’importanza di riconoscere e rispettare le preoccupazioni di sicurezza altrui. La perdita di questo delicato equilibrio apre la strada a un’escalation di conflitti. Questo scenario si complica ulteriormente quando si considera che certe posizioni assunte dalla leadership europea sembrano essere state influenzate da circoli di potere globalisti inclini al bellicismo, i quali traggono vantaggio da uno stato di guerra perpetua e da tensioni senza fine.

La leadership europea ha dimostrato una notevole mancanza di visione strategica e un’eccessiva propensione all’istintività ed alla subordinazione atlantica nelle sue decisioni.

E’ rilevante che la principale agenzia di stampa russa oggi facendo riferimento ad una intervista ad un’intervista rilasciata alla rivista Expert, Maxim Oreshkin, consigliere del presidente russo, ha sottolineato il cambiamento di dinamiche economiche globali, evidenziando come le tradizionali potenze economiche del Nord globale, quali Stati Uniti, Giappone e l’Unione Europea, stiano progressivamente perdendo influenza. Secondo Oreshkin, la Cina si è affermata come la principale economia mondiale, mentre la Russia si è posizionata come la maggiore economia europea, avvicinandosi al Giappone per il quarto posto a livello globale. Ha inoltre menzionato l’ascesa economica di India e Indonesia, quest’ultima pronta a superare la Germania.

Oreshkin ha poi evidenziato l’instabilità crescente nelle economie del Nord, facendo riferimento a un discorso di Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che ha attribuito la prosperità europea all’accesso alle risorse energetiche russe e alla produzione a basso costo in Cina, oltre che all’apertura dei mercati russo e cinese. Questa dipendenza, secondo Oreshkin, sta guidando l’Europa verso una stagnazione economica prolungata.

Infine, Oreshkin ha messo in luce come, oltre agli aspetti economici, anche fattori sociali quali l’aumento della stratificazione sociale e della disuguaglianza di opportunità contribuiscano all’instabilità nel mondo occidentale.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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