l'Islam moderato ed il problema dell'Occidente

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Massimo Introvigne sul suo articolo  I cinque volti dell’islam e la chiave per il futuro dell’Egitto dice che

(…) ..a rigore, i musulmani moderati non esistono. Percorrendo in lungo e in largo i paesi a maggioranza islamica, dal Marocco alla Malaysia, non ne ho mai incontrato uno. Viceversa, in Italia ho avuto molte difficoltà a incontrare un musulmano che non si dichiarasse “moderato”..(…)

Se, ” utilizziamo i tre criteri proposti nei suoi viaggi in Turchia e Terrasanta da Benedetto XVI come condizione per il dialogo con l’islam – rifiuto incondizionato del terrorismo (il che implica la condanna di Hamas e non solo quella di Al Qa’ida), rispetto dei diritti umani in genere, compresi quelli delle donne,  libertà delle minoranze religiose intesa non solo come libertà di culto ma anche di missione, con conseguente diritto del musulmano che aderisce a questa predicazione di convertirai al cristianesimo –, e chiamiamo “moderato” chi si conforma a questi criteri, non sono “moderati” né il re dell’Arabia Saudita, né i Fratelli Musulmani, né Bin Laden. Ma, mentre giungiamo a questa doverosa conclusione, ci accorgiamo che la griglia che divide un miliardo e mezzo di musulmani in “moderati” e “terroristi” è clamorosamente inadeguata, perché mette dalla stessa parte tagliagole di professione e nemici giurati di Al Qa’ida come il sovrano saudita Abdullah, nonché filo-americani e anti-americani, una distinzione in Medio Oriente e altrove non proprio irrilevante.” (…) (Massimo Introvigne)

il punto è che i laicisti hanno una accezione del progresso tale da mistificare la realtà pur di far sopravvivere la propria idea, fino al punto di dare tutta la responsabilità dello scontro in atto “alle incomprensioni” ,alla storia e alla sociologia e magari alla chiesa…mentre un dialogo è possibile solo approfondendo la propria idendità.

Ma se si fà questo, SE SI È PER IL DIALOGO,  non si deve dare per scontato che il risultato sia la pace, perchè non si può imporre le mosse all’interlocutore.

E il  contrario della pace non necessariamente è la guerra ma può essere la pazienza di un rapporto vero .

Non si può sempre pensare dell’interlocutore che agisce in un certo modo perchè non ha capito. Questo anzi è offensivo.
Allora occorrerebbe inanzitutto avere presente che cosa sia il dialogo con altro uomo. Il dialogo con un uomo che non ha accolto la Verità rivelata e che ha invece abbracciato uun’altra fede dovrebbe essere necessariamente scaltro. Vero ma scaltro. Rispettoso ma scaltro. Invece c’è chi pensa di risolvere tutto mostrando le proprie buone intenzioni, continuando a vivere nel peccato. Ma è proprio in questo la divisione con l’Islam: la nostra è una società caotica e schizofrenica, separata al proprio interno, verrebbe a chiedersi cosa ha da dare… e cosa ha di prezioso e di riconosciuto come mentalità diffusa.? Le nostre leggi e la struttura della nostra società saranno la nostra rovina se non rinasce un soggetto umano , cioè autenticamente religioso.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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