Lettera dal Belgio / Quell’offesa alla Santa Eucaristia

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Cari amici di Duc in altum, il contributo che oggi vi propongo arriva dal Belgio, dove il cattolicesimo sta vivendo una crisi profonda. L’autore è un nostro connazionale che vive lì e che ci racconta come abbia visto svilire e disonorare il Santissimo Sacramento.

A.M.V.

***

Egregio dottor Valli, sono un lettore dei suoi libri e del suo blog e desidero condividere con lei l’esperienza (brutta) che sto vivendo da cattolico “tradizionalista”, ma forse sarebbe meglio dire tradizionale, qui in Belgio.

Sono oramai tre anni che per motivi di lavoro mi trovo costretto a vivere in questo Paese e di conseguenza a partecipare alla liturgia domenicale in chiese sempre meno frequentate.

La Chiesa cattolica belga è nota da anni per la profonda crisi che sta vivendo,  ma ciò a cui ho assistito qualche tempo fa, durante la celebrazione della Messa in una chiesetta di un piccolissimo centro chiamato Hyon, alla periferia di Mons, mi ha lasciato veramente basito.

Al momento della distribuzione del Santissimo Sacramento, a fianco del celebrante si è posto un ragazzino (credo fosse il chierichetto, non avrà avuto più di 14/15 anni) e anche lui ha distribuito, a fianco del sacerdote, la Santa Comunione.

Dopo lo stupore iniziale, ho aspettato il termine della Santa Messa e mi sono avvicinato al celebrante ricordandogli che l’istruzione Liturgicae instaurationes del 5 settembre 1970, emanata per l’esatta applicazione della costituzione sulla sacra liturgia, stabilisce: “Il compito di distribuire la comunione spetta anzitutto al sacerdote celebrante, poi al diacono e, in alcuni casi da stabilirsi dalla competente autorità, all’accolito. La Santa Sede può permettere che siano designate a ciò anche altre degne persone, che ne abbiano ricevuto il mandato. Chi non ha ricevuto questo mandato non può distribuire la santa comunione o portare i vasi sacri con il SS. Sacramento” (6d).

La normativa della Chiesa per la distribuzione della Santa Comunione è dunque molto chiara. Può distribuirla anzitutto il sacerdote celebrante (e i sacerdoti che eventualmente concelebrano la Messa), poi, se è presente, anche il diacono. In alcuni casi possono collaborare coloro che hanno ricevuto il ministero dell’accolitato, ovvero gli accoliti, ma certamente non i chierichetti o ministranti!

Voglio precisare che il numero dei presenti, non più di una trentina, non giustificava affatto la “velocizzazione” della distribuzione dell’Eucaristia.

Il sacerdote, da me avvicinato, si e mostrato da subito infastidito, probabilmente anche dal mio essere particolarmente contrariato, e mi ha velocemente liquidato dicendomi che il vescovo della diocesi ”è al corrente di questa usanza”.

Sinceramente non sono certo che il vescovo sia a conoscenza, ma anche se non lo fosse lo riterrei in ogni caso co-responsabile di aver palesemente violato una norma della disciplina canonica.

Questa mia lettera ha il solo fine di condividere con lei un episodio che mi ha ferito e che ben dimostra, ritengo, il continuo declino che la Chiesa cattolica sta vivendo negli ultimi anni.

Francesco

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Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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