L’attacco israeliano – secondo un quotidiano kuwaitiano – sarebbe stato contro missili missili ‘Scud’

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Un interessante articolo del quotidiano  kuwaitiano in lingua araba Al-Jareeda ha fornito oggi  una sua versione sull’attacco israeliano sui depositi iraniani ad Hama. Secondo tale ricostruzione Israele avrebbe attaccato a causa di un imminente attacco iraniano di rappresaglia. Tuttavia è anche vero che se così fosse – non si capisce perché Israele non abbia rivelato pubblicamente  queste circostanze, accusando l’Iran.  Perciò prendete questa cosa con le ‘pinze’ – dato che il Kuwait ha avuto ed ha le mani in pasta nella tragedia siriana. Pertanto è plausibile che questo genere di notizie vengono ‘fatte trapelare’ per avvalorare le tesi di Tel Aviv nel mondo arabo. Le espongo per completezza di informazione.

Vediamo di che si tratta: il quotidiano riferisce che ‘fonti siriane’ affermano che lo scopo principale dell’attacco israeliano sono da individuare nei magazzini iraniani dove erano conservati i missili Scud. Secondo il giornale, gli iraniani intendevano usarli per colpire bersagli situati in profondità nel territorio israeliano. La stessa fonte afferma che lo scopo dell’operazione israeliana è stato un tentativo di far fallire la vendetta iraniana per l’attacco al centro delle operazioni di controllo  iraniano dei droni basata nell’aeroporto T4  il 9 aprile che ha comportato la distruzione della base e la perdita di militari iraniani di alto rango.

Secondo Al-Jareeda, l’operazione israeliana è una sola svolta in tre fasi. La prima fase è stata condotta quando gli israeliani hanno individuato e distrutto i missili progettati per colpire le unità dell’IDF sul confine siriano. Successivamente, il centro di monitoraggio  iraniano a Damasco è stato distrutto. Successivamente sono stati distrutti i depositi di missili iraniani a Hama (sono stati distrutti più di 200 missili balistici, e sono state uccise 40 persone).

La fonte di Al-Jareeda – che farebbe parte delle Guardie Rivoluzionarie inserite nell’esercito siriano- ha detto che i depositi colpiti non sono di proprietà l’IRGC. I magazzini erano della 47a brigata, dove sono state tenute le armi confiscate dai ribelli, compreso quelle confiscate all’ SDF , sostenuto dagli americani. Nel magazzino vi erano custoditi anche i missili Scud dell’esercito siriano, di Hezbollah e delle milizie sciite .

La fonte rifetisce che nella base della 47a brigata,  alcuni missili erano stati immagazzinati in superficie, e alcuni – a una profondità di 40 metri. L’attacco ha distrutto i missili che erano stati immagazzinati in superficie, e i lancia razzi nei bunker sotterranei.

Al-Jareeda afferma anche che lo scorso venerdì l’ayatollah Ali Khamenei ha tenuto un incontro con il comando del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica. L’Ayatollah – secondo la fonte – avrebbe chiesto che la risposta all’attacco contro il T4 sarebbe dovuta essere più ampia dell’attacco stesso israeliano, e che il numero di vittime israeliane a seguito del raid avrebbe dovuto superate il numero delle perdite iraniane.

Uno dei comandanti dell’IRGC ha sottolineato che “nelle attuali circostanze” un tale successo non è possibile – almeno fino a quando non si avrà una “vittoria completa sui gruppi di opposizione siriani” .
Tutti i partecipanti alla riunione hanno convenuto che la reazione all’attacco contro T4 “deve essere molto dura” al fine di prevenire il ripetersi di tali attacchi. Altrimenti, la presenza iraniana nella stessa Siria è minacciata.

L’Ayatollah Khamenei avrebbe espresso l’opinione che la reazione iraniana deve essere effettuata dopo la scadenza dell’ultimatum di Trump sull’accordo nucleare il 12 maggio e dopo il completamento delle elezioni libanesi. Tra le opzioni in discussione ci sono attacchi di rappresaglia – il trasferimento di missili ad alta precisione a Gaza per colpire nei porti e negli aeroporti israeliani, l’attacco sulle alture del Golan, o un attacco dalla zona di Shebaa Farms.

Nel frattempo,  Aljarida ha pubblicato alcune mappe. Esse mostrano che  il centro colpito è a 50 km dal Hmeymim base russa – sotto la copertura degli S-400, e 30 km da Masyaf – nell’area di copertura dove sono schierati gli S-300 / S-400 . La mancanza di resistenza alla difesa missilistica russa genera voci insistenti sulla “collusione” tra la Russia e Israele in Siria, con l’obiettivo non dar adito ad una escalation contro la Siria.

 

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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