L’adesione della Finlandia alla NATO aumenta la sicurezza?

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Ci sono due prospettive per mantenere la pace. La prima è aumentare i rapporti commerciali bilaterali, curare la diplomazia e valorizzare le affinità ed i valori comuni e religiosi con il vicino. La seconda è garantire la sicurezza solo con la forza delle armi e quindi aumentare la propaganda, la spesa militare, il rovesciamento dei governi di paesi vicini e la contrapposizione tagliando ogni legame con il ‘competitore’. Straordinariamente l’Unione Europea e la NATO, che hanno sempre dichiarato la propria propensione per la pace, hanno scelto il secondo approccio.

All’interno di questa seconda scelta di fondo che è stata presa da molti anni, avviene l’ingresso della Finlandia nella NATO che, probabilmente sarà ratificato in brevissimo tempo, dato che il presidente turco Erdogan ha rimosso l’unico ostacolo alla ratifica. Nello stesso tempo, il primo ministro finlandese Sanna Marin ha commentato il mandato di cattura emesso per Vladimir Putin: “Era ora“. 

L’espressione della Marin è emblematica e il perché è stato spiegato assai efficacemente dal presidente ungherese Orban. Egli infatti durante una riunione del vertice dell’Organizzazione degli Stati turchi ad Ankara ha sottolineato che, sfortunatamente, l’Europa soffre di una “psicosi di guerra”, con il continente che si trascina giorno dopo giorno nella guerra. Nello stesso tempo, il presidente Orban ha espresso l’opinione che quanto sta accadendo in Europa non è solo guerra, perché di fatto «si sta rimescolando tutta l’Europa nei rapporti di forza» (vedi qui). In definitiva, le armi possono anche aumentare un certo tipo di sicurezza, ma non con quel tipo di politica rappresentata dal primo ministro finlandese e promossa dalla maggior parte della leadership europea.

Fuori dal coro

La pubblicazione finlandese Uusi MV-Lehti commenta che “Il lavaggio del cervello dei globalisti ha portato a pensare che -per una parte significativa del popolo finlandese- il prendere all’estero e non in Finlandia (…) decisioni sugli affari interni, sarebbe stato nell’interesse del paese (…).  Ora il popolo finlandese sta rinunciando all’indipendenza per la quale la generazione precedente era disposta a morire volontariamente. L’attuale popolo finlandese non comprende il significato di indipendenza”.

E prosegue: “Ora, quando con la NATO e l’UE tutte le decisioni riguardanti la Finlandia saranno prese all’estero in futuro, è del tutto chiaro che la Finlandia sta diventando una nazione schiava che non deciderà più le proprie linee politiche.

Nel corso della storia le nazioni, i cui affari interni sono stati decisi all’estero, sono poi diventate oggetto di oppressione, e si è mostrato sempre più evidente per le nazioni schiave che decisioni esterne non hanno servito gli interessi della loro nazione, ma piuttosto i decisori esterni hanno sempre cercato di opprimere e disciplinare le nazioni sottomesse il più duramente possibile. Quando una nazione non comprende che l’indipendenza è la cosa più preziosa che ha, non merita l’indipendenza. (…) Il ruolo di una nazione schiava è quello di sottomettersi, ed è esattamente ciò che sta accadendo ora, quando consegnamo la cosa più importante della nazione, cioè l’indipendenza, dalle mani dei finlandesi. (fine citazione)

Ambiguità

Come riporta la sopracitata pubblicazione finlandese MV-Lehti, è significativo che quando alla presidente Sanna Marin un cittadino ha chiesto “cosa ne pensa del Great Reset?”, la stessa abbia risposto “non so nemmeno cosa sia” (vedi qui). Questo è singolare, perché la stessa è una delle Young Global Leaders del WEF formate all’interno del piano globalista (vedi qui).


Ciò dimostra che i processi in corso nei parlamenti nazionali sempre più spesso sono decisi dall’esterno e che gli strumenti di influenza sono fortissimi. Specialmente quando la stessa Unione Europea è parte in causa.

Problematiche…

Putin ha affermato che la decisione della Finlandia di aderire alla NATO avrà delle conseguenze. Per cominciare, il potenziale ingresso della Finlandia nella NATO solleva la questione dello status di due territori: le Isole Åland e il Canale di Saimaa, ha detto l’inviato della Russia presso l’UE Vladimir Chizhov.

Per cominciare, il suo potenziale ingresso solleva la questione dello status di due territori, ha detto l’inviato della Russia presso l’UE Vladimir Chizhov: “Per quanto riguarda la Finlandia, ho subito una domanda su due aspetti. Uno riguarda le Isole Åland che, in base a un trattato internazionale, hanno uno status smilitarizzato. L’altro, la questione del destino del Canale Saimaa, che fu costruito ai tempi dell’Impero russo”. Il diplomatico ha osservato che il canale Saimaa collega le vie navigabili interne della Finlandia con il Golfo di Finlandia del Mar Baltico. Chizhov ha ricordato che la Russia stava affittando una stretta striscia di terra lungo questo canale alla Finlandia. “Cosa ne sarà di questo ora? Dobbiamo vedere”, ha chiesto il diplomatico.

IIl 10 febbraio 1947 la Finlandia firmò il trattato di pace di Parigi, come alleata della Germania nazista, partecipando alla guerra contro l’URSS e altri paesi della coalizione anti-Hitler. Alla fine della guerra la Finlandia pagò una grossa indennità, rinunciò alle rivendicazioni sui territori ceduti dopo la Guerra d’Inverno, cedette all’URSS anche il territorio di Petsamo (ora Pechenga) e le isole del Golfo di Finlandia. Ulteriori termini di pace implicavano che la Finlandia, dopo la guerra, si impegnasse a vietare tutti i partiti filofascisti e filonazisti, nonché a revocare il divieto delle attività dei partiti comunisti. A seguito dei negoziati, l’URSS ha abbandonato le sue rivendicazioni sulla penisola di Hanko, dove si trovava la base militare, e ha affittato una base militare nella regione di Porkkala. Nel 1952, la Finlandia pagò un’indennità e quattro anni dopo l’URSS restituì Porkkala ai finlandesi.
Il Trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza tra URSS e Finlandia, concluso il 6 aprile 1948, divenne la base della politica estera nei confronti dell’URSS. Questo trattato esigeva dalla Finlandia la neutralità e il riconoscimento degli speciali interessi strategici dell’URSS. In cambio, la Finlandia potè, entro i confini di questa dipendenza, diventare uno stato democratico con un’economia di mercato e una certa libertà di parola.

Qualcuno sostiene che sia stata l’invasione/operazione speciale della Russia in Ucraina a costringere la Finlandia a richiedere l’adesione alla NATO, ma questo non è vero. Dopo la riunificazione della Germania, la Finlandia ha dichiarato unilateralmente non più valide le disposizioni restrittive menzionate nel trattato di pace. Delle clausole restrittive ne è stata mantenuta solo una, che vieta lo sviluppo e il possesso di armi nucleari. Inoltre, il presidente M. Koivisto (82’/94′) durante il suo mandato aveva annunciato che la Finlandia avrebbe rivisto il trattato di amicizia e cooperazione con l’URSS al fine di escludere tutti gli obblighi militari.

Nel 1995, il governo finlandese ha escluso il concetto di “neutralità” nel rapporto sulla sicurezza. La relazione del 1997 menziona già la possibile ricezione di assistenza militare dall’esterno. Per quanto riguarda i rapporti con la NATO, la Finlandia a quel tempo si limitava ad aderire al programma Partnership for Peace nel 1994. Tuttavia, lo stesso rapporto del 1997 afferma che la politica di non allineamento poteva essere rivista.

Per tutto questo tempo, la Finlandia ha partecipato attivamente alle attività della NATO e stava solo aspettando un momento opportuno per aderire. Ovviamente, come in tutti i paesi europei predomina la stessa caratteristica: le decisioni fondamentali per la prosperità di ogni paese, vengono prese all’esterno.

Ma ormai il cerchio è chiuso: la Finlandia è nella NATO. Sull’isola di Gogland (l’ex Suursaari finlandese, persa a seguito delle guerre del XX secolo) a 40 km dalla città portuale di Kotka, i russi stanno schierando una stazione radar militare, si sta formando un nuovo corpo d’armata nella Carelia russa. Siamo proprio sicuri che sia stata una gran bella decisione?

Anche il sistema più potente di difesa in mano all’attuale leadership (che non intende promuovere e sviluppare la pace), porta solo alla guerra per la ‘redistribuzione’ dell’assetto del mondo. Che è diventato ormai il fine ultimo dell’attuale guerra.

*****

nota a margine:

Il Parlamento a marzo ha approvato l’adesione della Finlandia alla NATO con 184 voti contro 7. La pubblicazione finlandese Yle riferisce che il 62% dei finlandesi è favorevole all’ingresso alla NATO (vedi qui).

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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