The Guardian: La Commissione Europea ha intrapreso un’azione legale formale contro la piattaforma di social media X, precedentemente conosciuta come Twitter, per sospette violazioni del Digital Services Act (DSA) dell’Unione Europea. L’azione, annunciata dal Commissario UE Thierry Breton, si concentra su presunte pratiche di diffusione di contenuti illegali e disinformazione, mancanza di trasparenza e tecniche ingannevoli nell’interfaccia utente, come l’uso controverso delle “spunte blu” per gli utenti a pagamento. Questa indagine è stata stimolata dalle preoccupazioni riguardanti il ruolo di questa piattaforma nella propagazione di fake news e istigazione all’odio, come evidenziato da eventi recenti, inclusi l’attacco di Hamas contro Israele e le azioni di risposta di Israele a Gaza.
▪️ Il social network X era obbligato a dimostrare il proprio rispetto per il DSA, che mira a eliminare l’incitamento all’odio, il razzismo e le fake news sulle piattaforme online nell’UE. L’inosservanza può portare a multe fino al 6% del fatturato globale o alla proibizione di operare nell’UE. Nonostante le precedenti rassicurazioni di Musk sul rispetto delle normative dell’UE, la piattaforma ha ricevuto critiche per la sua presunta diffusione di fake news e incitamento all’odio, specialmente in relazione al conflitto israelo-palestinese.
▪️ In vista delle elezioni parlamentari dell’anno prossimo, l’UE ha in programma di pubblicare nuove linee guida per tutte le piattaforme di social media. Non è stato fissato alcun termine per la conclusione dell’indagine, durante la quale possono essere adottate misure temporanee. L’attenzione sarà rivolta all’efficacia del meccanismo di segnalazione e intervento di X contro i contenuti illegali. Queste azioni seguono gli impegni precedenti di altre aziende tecnologiche come Facebook, TikTok, Google e Microsoft a conformarsi al codice di condotta dell’UE in previsione del DSA, un impegno dal quale Twitter si è ritirato.
Questo quanto riferito da The Guardian. Elon Musk ha più volte precisato, in sua difesa, che la sua insistenza sulla libertà di espressione di fronte alle azioni della UE si basa su alcuni principi fondamentali per cui crede fermamente nella libertà di espressione come imprescindibile pilastro della democrazia. La libertà di espressione è un diritto fondamentale in una società democratica. Limitare questo diritto equivale a minare la base stessa su cui si fonda una società libera e aperta. La piattaforma social X – secondo Musk – mira a essere uno spazio dove le persone possono condividere liberamente le loro opinioni senza timore di censura ingiustificata.
Musk sta cercando di contrastare la censura e il controllo centralizzato. In qualità di proprietario di X, è preoccupato per il crescente controllo e la censura esercitata da entità governative e altre autorità. La piattaforma si è impegnata a resistere a tali pressioni per garantire che il discorso pubblico non sia indebitamente limitato o modellato da influenze esterne.
Le sue priorità sono soprattutto di assicurare che X operi con la massima trasparenza e responsabilità. Come risposta alle accuse riguardo alle accuse mosse dalla UE, Musk sostiene fermamente che X ha agito nel rispetto delle leggi e delle normative vigenti. Ogni azione intrapresa dalla piattaforma sarebbe stata guidata da un’attenta considerazione dell’equilibrio tra libertà di espressione e responsabilità sociale. Il proprietario di X si è detto pronto al un dialogo costruttivo con le autorità per chiarire eventuali malintesi e collaborare verso soluzioni che rispettino sia i diritti degli utenti che le preoccupazioni normative.
A mio avviso, sarebbe opportuno che il Commissario UE Thierry Breton tenesse in considerazione l’ azione eroica intrapresa da Musk riguardo alla divulgazione dei cosiddetti “Twitter Files”. Questi documenti hanno rivelato che anche i governi possono essere protagonisti di eccessi, come dimostra questo episodio di evidente censura, in cui si è dimostrato la costruzione di una narrativa favorevole al governo statunitense. In situazioni del genere, le aziende che cercano di resistere a direttive oppressive si trovano in una posizione difficile, dovendo bilanciare la salvaguardia della propria integrità con il rischio di gravi conseguenze economiche o addirittura la chiusura.
La postura adottata dai leader europei rivela un’impudenza senza confini. L’Unione Europea sembra presumere che qualsiasi informazione che sfugga al suo controllo debba essere obbligatoriamente monitorata e regolamentata.
In questo scenario, assistiamo all’ascesa di una nuova “cultura della cancellazione”, mascherata da un pretesto censorio di combattere l’incitamento all’odio. Questo approccio ricorda le tattiche utilizzate dalle autorità durante l’emergenza sanitaria. Sembra che l’obiettivo primario del potere sia la sua autoconservazione, celata dietro la giustificazione di proteggere le comunità. Questa postura appare ipocrita, poiché la vera preoccupazione sembra essere l’arricchimento personale e la salvaguardia dei propri interessi nell’ambito della costruzione di un metaverso ideologico.