La Strategia dell’UE per controllare totalmente l’Informazione in nome del (loro) Bene Comune – #Digital Services Act

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L‘Unione Europea e i governi nazionali stanno procedendo verso l’ultima tappa per ottenere un controllo totale sull’informazione digitale, con il pretesto di proteggere i cittadini dalla “disinformazione” (mentre le TV di Stato ed i giornali ce ne propinano a gogò’ quotidianamente). Questo processo prevede la possibilità di classificare come disinformazione qualsiasi contenuto che possa risultare scomodo per le autorità.

La problematica della disinformazione rimane un nodo cruciale in Europa, dove l’intento sembra essere quello di eliminare ogni forma di dissenso, come già accade sui social network. Qui, i cittadini, privati di ogni strumento per esprimersi, hanno trovato rifugio in canali informativi alternativi, sia privati che giornalistici.

Con l’introduzione del Digital Services Act, le domande su come verrà definita la disinformazione e chi ne stabilirà i criteri diventano ancora più pressanti. La prospettiva di un’ulteriore legge che regolamenti il diritto di espressione, alla luce dell’operato arbitrario dei fact checker nell’oscurare voci non allineate, suscita serie preoccupazioni. Questa nuova normativa, infatti, rischia di non tutelare affatto gli interessi dei cittadini, bensì di soffocare ulteriormente la libertà di parola.

Come ricordato da Dante Alighieri nella “Divina Commedia”, “Il cammino per l’inferno è lastricato di buone intenzioni”, una riflessione che sembra trovare riscontro in questa situazione.

La proposta legislativa del Ministero della Digitalizzazione, volta a implementare il Regolamento 2022/2065 dell’UE, conosciuto come “Digital Services Act” (DSA), è già stata messa a disposizione per la consultazione pubblica. Questo regolamento mira a introdurre norme uniformi per tutti gli Stati membri dell’UE riguardanti i servizi digitali intermedi, inclusi motori di ricerca, servizi di hosting, piattaforme di vendita online e social media, con l’obiettivo di rendere l’ambiente digitale europeo più sicuro, prevedibile e affidabile.

Il DSA si concentra sulla prevenzione e gestione di contenuti online illegali o dannosi, combattendo la disinformazione e tutelando i minori. Introduce inoltre regole per aumentare la trasparenza dei servizi online e stabilisce procedure per la gestione delle segnalazioni di contenuti, oltre a vietare pratiche quali la profilazione basata su dati sensibili.

Il disegno di legge prevede l’istituzione di un quadro legale per una corretta applicazione del DSA, includendo misure contro la pubblicità ingannevole e la disinformazione. L’Autorità Nazionale delle Telecomunicazioni e delle Poste (EETT) è designata come coordinatore per i servizi digitali, con il compito di sorvegliare i fornitori di servizi intermedi e di creare un registro di tali fornitori in ogni paese UE.

Il DSA copre tre categorie di servizi intermedi: servizi di trasmissione, di memorizzazione temporanea e di hosting, richiedendo alle piattaforme di fornire agli utenti strumenti per segnalare contenuti illegali sospetti. Le piccole e microimprese online sono soggette a regole meno stringenti rispetto alle grandi piattaforme e motori di ricerca, che hanno obblighi aggiuntivi.

Il Ministro della Digitalizzazione, Dimitris Papastergiou, ha sottolineato l’importanza delle iniziative del ministero per adeguare la Grecia al quadro normativo europeo per internet e le nuove tecnologie, garantendo un ambiente digitale sicuro e affidabile. L’EETT avrà il compito di monitorare i fornitori di servizi intermedi, garantendo la protezione dei diritti dei cittadini.

La Commissione Europea e gli Stati membri collaborano per monitorare l’attuazione del DSA, con la Commissione responsabile della supervisione delle grandi piattaforme online. Il DSA richiede alle piattaforme di gestire tempestivamente le segnalazioni di contenuti illegali, informando sia chi segnala sia chi ha pubblicato il contenuto.

Tuttavia, il DSA non definisce cosa sia considerato contenuto illegale su internet, lasciando tale definizione ad altre leggi, sia a livello UE che nazionale.

L’introduzione del Digital Services Act con il pretesto di buone intenzioni – visto i precedenti – si puo’ prevedere che servirà a controllare totalmente l’Informazione e omologare le menti

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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