La Russia vorrebbe il gen Suhail al-Hassan a capo dell’esercito siriano ma ci sono forti pressioni contrarie

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Il Syrian Observer (che è  è un sito di informazioni  a tratti detestabile e certo non amichevole con il governo siriano per cui il tutto è da prendere ‘con le pinze’) da cui proviene la notizia e la valutazione qui di seguito riportata,  esprime alcuni giudizi condivisibili su una ipotetica candidatura del gen Suhail Hassan come capo dell’esercito siriano, auspicata dai russi. Riporto alcune parti dell’articolo perché quella del gen. Shhail Hassan è una figura certamente carismatica e di grande valore, molto apprezzata nell’esercito e tra il popolo siriano. Alcuni amici hanno trovato da ridire e frainteso la preoccupazione dell’articolo che segue, ed a ragione perchè non ne condividono le premesse e soprattutto perchè al link con il Syrian Observer si sono trovati davanti giudizi sprezzanti contro la first Lady Asma Hassad (che io non avevo individuato). Ovviamente Vietato Parlare si discosta totalmente da questi giudizi e la storia di questo sito lo testimonia efficacemente. Ciò non toglie però che è plausibile riprendere notizie da qualsiasi fonte se adeguatamente commentata. Nello stesso modo riportando una fonte non vuol dire che se ne condivide ogni parte o la linea editoriale.

Il Syrian Observer dice essenzialmente che in Siria il potere del presidente Assad si sta ‘ridimensionando’ tra le fila dell’esercito, ciò avviene mano a mano che il potere delle milizie filo-iraniane aumenta. Non che le milizie filo-iraniane LDF stiano facendo qualcosa di negativo, al contrario – sono molto disciplinate ma appunto per questo  sempre più il centro di gravità si sta spostando dalla parte iraniana. Poi ci sono altri fattori. Tanto per fare un esempio l’Iran costruirà a Damasco nei prossimi mesi nuove 200.000 unità abitative ed innumerevoli sono gli interventi per favorire la ricostruzione. E’ chiaro che se questo da un lato è di per sé molto positivo per la popolazione, da un altro lato aumenta peso negoziale politico.

Inoltre, i nuovi ufficiali dell’esercito siriano sono in gran parte filo-iraniani. Ciò non vuol dire certo che risponderanno all’Iran, ci mancherebbe. Ma alcune fonti in Siria dicono che il presidente Assad sta lentamente sbiadendosi come figura nell’esercito siriano.

E’ per questo che la Russia sta proponendo per ricompattare le forze armate intorno al presidente siriano, affidando l’incarico di comandante dell’esercito siriano al comandante delle forze tigre, gen. Suhail al-Hassan.

Precisamente ”The syrianobserver” cita un rapporto di esperti russi,  che esprime preoccupazione per il potere del Presidente perché la figura di Assad si sta esaurendo e il suo potere si sta sbiadendo con l’aumentare della forza delle milizie iraniane.

Il rapporto, intitolato “The Tiger Forces – The Only Hope for Damascus”, è stato pubblicato dal Centro indipendente per gli studi di politica economica estera a Istanbul (EDAM), nel dicembre 2018.

Il rapporto concludeva che se “la pace deve essere mantenuta in Siria, l’esercito deve essere ricostruito” e ha suggerito che Suhail al-Hassan, che è noto come “La tigre”, debba essere messo a capo dell’esercito, mentre indica che per contro l’Iran starebbe contro di lui.

Il rapporto dice che Assad, con l’aiuto di Russia e Iran, è stato in grado di recuperare molto terreno, ma ha detto che “l’apparente stabilità in Siria è ingannevole, perché l’esercito è diventato distruttivo e inefficace, con corruzione e nepotismo tra gli ufficiali”.

Gli esperti russi hanno sottolineato che “l’esercito siriano ha perso la sua credibilità e ha criticato i bassi salari dati alle forze di Assad, con un salario di un soldato che raggiunge solo 81 dollari al mese, mentre i combattenti delle milizie iraniane ricevono 131 dollari al mese”.

Secondo il rapporto, alcune milizie, che coinvolgevano uomini d’affari come Rami Makhlouf, hanno limitato le perdite dell’esercito e impedito l’impatto delle defezioni nei suoi ranghi.

Secondo il rapporto, ci sono 100.000 combattenti nell’armata di Assad. Però tra questi, solo 20.000-30.000 soldati sono pronti a combattere in punti caldi, tranne che per la Quarta Divisione, le Guardie Repubblicane e il Quinto Corpo.

Gli autori del rapporto suggeriscono che il comandante delle forze tigre, Suhail al-Hassan, che gli esperti hanno descritto come una unità “riuscita, ma non non come entità all’interno dell’esercito siriano ma come unità indipendente”, è l’ufficiale più adatto a prendere il comando dell’ esercito.

Nello stesso tempo – visto l’andamento dei rapporti di forza all’interno dell’esercito –  gli esperti hanno previsto la possibilità che venisse rimosso. Il rapporto però dice che per la Russia Hassan è riconosciuto tra gli ufficiali alawiti e nel quinto corpo, come l’equivalente di Maher  Assad*. Oltre a tutto ciò, è molto vicino a Mosca.

*Maher Assad è generale siriano e comandante della Guardia Repubblicana e della quarta divisione corazzata dell’élite dell’esercito , che insieme alla polizia segreta della Siria formano il nucleo delle forze di sicurezza del paese. Egli è anche membro del Comitato Centrale del Partito Ba’ath s’ siriana Branch regionale . Alcuni ritengono che sia il secondo uomo più potente in Siria dopo il fratello Bashar , l’attuale presidente (Wikipedia).

Secondo il rapporto, alla luce del sostegno russo, Hassan può assumere il controllo dell’esercito. Ma le altre opinioni russe vedono questo come difficile a causa della resistenza della Quarta Divisione guidata da Maher al-Assad, che non accetterebbe di essere sotto il comando di Hassan. Inoltre, l’Iran non sarebbe d’accordo, anche se Hassan gode del sostegno delle agenzie di sicurezza del paese.

Influenza iraniana

Il rapporto si è concentrato anche sull’incursione dell’esercito iraniano in Siria. Ha fatto notare che Teheran ha rafforzato le sue milizie alla luce del debole potere centrale e della debolezza dell’esercito siriano, analogamente a ciò che ha fatto in Iraq, nello Yemen e in Libano. Lo sta facendo costruendo un gruppo di milizie in Siria in cooperazione con Hezbollah.

I russi d’altra parte, secondo il rapporto, stanno cercando di consolidare “i pilastri dello stato e aprire un dialogo per risolvere la questione siriana”, aggiungendo che “la Russia ha bisogno di lavorare per ricostruire l’esercito costruendo un coerente catena di comando, e questo richiede pressione sugli ufficiali di sicurezza iraniani che sovrintendono le loro controparti siriane, al fine di limitare le milizie iraniane. “La Russia non intende farlo apertamente, ma ricostruendo l’esercito siriano, che determinerà in che direzione il paese andrà.

@vietatoparlare

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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