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Hayabusa2 agguanta il primo campione dell’asteroide Ryugu

by Patrizio Ricci
24 Febbraio 2019
in Post vari
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Hayabusa2 agguanta il primo campione dell’asteroide Ryugu
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Lo scorso 22 febbraio la sonda giapponese Hayabusa 2 è atterrata per un breve periodo sull’asteroide Ryugu, e ne ha raccolto un prezioso campione di materiale.

L’obiettivo scientifico e tecnologico dell’esploratore robotico nipponico era una sfida non da poco: Hayabusa2 doveva tentare tre sondaggi del materiale roccioso, e allo stesso tempo depositare sulla superficie dell’asteroide ben quattro mini rover, di cui uno sviluppato congiuntamente dalle agenzie spaziali di Germania (DLR) e Francia (CNES).

Il 21 settembre 2018 Hayabusa2 ha espulso con successo Rover-1A e Rover-1B da una quota di 55 metri, i quali hanno raggiunto autonomamente l’asteroide; il 3 ottobre è stato poi il turno dell’europeo MASCOT, che è atterrato correttamente e ha operato, come previsto, per circa 16 ore.

La conferenza stampa (in inglese) seguita all’atterraggio di MASCOT

Come avevamo raccontato in un nostro precedente articolo, i campionamenti del suolo erano stati programmati per ottobre 2018, ma proprio le immagini restituite dai rover avevano portato ad un cambiamento dei piani. La superficie infatti risultava costellata di grossi massi e ben poca regolite, pertanto il team di controllo decise di posporre la manovra e di rivalutare le opzioni disponibili.

Finalmente lo scorso 21 febbraio Hayabusa2 ha nuovamente ridotto la distanza da Ryugu fino a poggiarsi sulla sua superficie, per il primo campionamento. Il meccanismo di raccolta prevedeva lo sparo di un proiettile di tantalio, innescato dal contatto del tubo di raccolta a proboscide con il suolo. L’obiettivo era raccogliere almeno 0,1 grammi del materiale sollevato dall’impatto del proiettile con il terreno.

In questa spettacolare immagine è visibile l’effetto dei razzi di manovra della sonda sulla sabbia della superficie di Ryugu.

Just after touch down. Dark shadow is the remnant of Hayabusa2 thrusting effect on the surface. pic.twitter.com/u1heOjlPFJ

— Abe S. 阿部新之助 (@AvellSky) February 22, 2019

Tutto, quindi, sembra essere andato come previsto: un aumento della temperatura nel meccanismo di sparo, rilevato in telemetria, ha dato la certezza al team di terra che il rilascio del proiettile è effettivamente avvenuto. Se da un lato è impossibile avere dati oggettivi sulla quantità di materiale raccolto, dall’altro le simulazioni in ambiente analogo effettuate a terra lasciano sperare che Hayabysa2 si sia assicurata la sua prima “manciata” di suolo.

The surface of Ryugu was not what we expected. So our sampler team had to conduct an experiment to check we could still gather material from the asteroid surface when we attempt #haya2_TD touchdown this Friday! https://t.co/bCzvW2gwSr pic.twitter.com/XxJXETKB6N

— [email protected] (@haya2e_jaxa) February 18, 2019

Il video della simulazione in laboratorio dello sparo del proiettile

Complice del successo delle operazioni è la particolare strategia adottata per aiutare Hayabusa2 a trovare la zona di atterraggio: per contrastare i problemi dati dalla bassa riflettanza di Ryugu al sondaggio del radar della sonda, durante una delle manovre di avvicinamento precedenti era stato rilasciato uno speciale marcatore delle dimensioni di una decina di centimetri, che è poi risultato perfettamente visibile già alla quota di 2,5 chilometri, come documentato in questo tweet della JAXA.

【BOX-C】高度2.4kmの観測でターゲットマーカを確認できました。左は投下以前の広角カメラ(ONC-W1)画像です。右は11月1日 11:17(日本時間)の望遠カメラ(ONC-T)画像です。右下は強調してあります。太陽が探査機の真後ろにあるため、ターゲットマーカの再帰性反射材が輝いています! pic.twitter.com/oM5Ox6ipgQ

— 小惑星探査機「はやぶさ2」 (@haya2_jaxa) November 3, 2018

Ad ogni buon conto la missione di Hayabusa2 prevede altre due manovre di campionamento: la prima, programmata per il prossimo aprile, sarà simile a quella appena avvenuta, mentre la seconda (e ultima) vedrà lo sparo di un penetratore vero e proprio, con l’obiettivo di catturare materiale proveniente da strati dell’asteroide più profondi.

Tutti i campioni raccolti saranno inseriti e sigillati in un particolare contenitore, una capsula di rientro destinata a ritornare a terra con il suo prezioso carico.

Una replica della capsula di rientro che riporterà a terra i campioni raccolti da Hayabusa2.
(C) By Mj-bird, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12223203

Alla fine del 2019 la sonda ripartirà dirigendosi verso il nostro pianeta. A quel punto rilascerà il contenitore con il prezioso campione, il quale rientrerà nell’atmosfera terrestre effettuando un atterraggio frenato da paracadute nel Sud dell’Australia, nel dicembre 2020.

Le operazioni di Hayabusa su Ryugu sono seguite nei dettagli in un’approfondita discussione su forumastronautico.it.

Fonti: JAXA, forumastronautico.it, Wikipedia.
Fonte immagine in evidenza: Wikimedia / JGarry sulla English Wikipedia

Licenza

(C) Associazione ISAA – Licenza CC BY-NC




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Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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