La Meloni fa pressing per far tornare il gruppo Stellantis in Italia

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Il gruppo Stellantis, nato dalla fusione tra FCA (Fiat Chrysler Automobiles) e PSA (Peugeot-Citroen), mostra una certa indifferenza nei confronti della produzione automobilistica in Italia, suscitando la disapprovazione dell’opinione pubblica in un periodo in cui il settore dell’automotive sta attraversando una fase di stagnazione. Nonostante i rappresentanti di Stellantis affermino che la sede legale del gruppo si trova in Olanda e che l’azienda sia caratterizzata da una governance paritaria, evidenti segnali di disinteresse nei confronti del territorio italiano suggeriscono una scarsa considerazione per l’importante ruolo storico e culturale che l’Italia ha giocato nel successo dell’impresa di famiglia.

Come riporta ‘Investire Oggi‘ lo Stato francese possiede il 6,15% delle azioni di Stellantis, mentre l’Italia detiene solo l’1,13%, una situazione che ha provocato la reazione del governo italiano. Il ministro per il Made in Italy, Adolfo Urso, si è pronunciato a favore dell’ingresso dello Stato nel capitale di Stellantis tramite Cassa depositi e prestiti, poiché sembra che la Francia stia beneficiando di una quota eccessiva di capitale grazie alla sua partecipazione del 6,15% attraverso la banca d’investimento pubblica BPI France. Questo sbilanciamento a favore della Francia non solo le garantisce rispetto, ma anche investimenti, e si ritiene che lo Stato italiano sarebbe in grado di migliorare la propria posizione in Stellantis solo con l’acquisizione di una presenza significativa nel capitale dell’azienda. Al momento, l’Italia detiene solo l’1,13% delle azioni attraverso Banca d’Italia, una quota nettamente inferiore rispetto alla Francia.

In questo contesto, la pressione esercitata dal leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, sul presidente di Stellantis, John Elkann, potrebbe risultare una leva efficace per ottenere investimenti concreti in Italia o addirittura l’ingresso dello Stato nel capitale del gruppo. Il movimento politico guidato da Meloni ha dichiarato che ritiene fondamentale preservare l’industria automobilistica italiana, sostenendo che il settore costituisce un’importante risorsa per la creazione di posti di lavoro e la crescita economica del Paese.

Stellantis, tuttavia, sembra non avere una strategia d’investimento chiaro e risoluto per il mercato automobilistico italiano, che si trova a dover fronteggiare sfide sempre maggiori in un contesto globale fortemente competitivo. L’azienda ha chiuso alcuni stabilimenti in Italia, come lo stabilimento di Termini Imerese in Sicilia, dove venivano prodotte vetture di lusso affidate al marchio Lancia. Di conseguenza, le prospettive future dell’industria automobilistica italiana appaiono piuttosto incerte e le pressioni politiche su Stellantis si intensificano.

Per cercare di risolvere la situazione, i vertici di Stellantis potrebbero ‘svegliarsi’ dopo la recente visita in Italia di Elon Musk, fondatore di Tesla, che ha mostrato interesse per la produzione di nuovi veicoli nel nostro Paese. Tale interesse potrebbe rappresentare un’opportunità per rilanciare l’industria automobilistica italiana e spingere Stellantis ad adottare una strategia di investimento più decisa e capitalizzare sulle competenze e i talenti italiani.

In questo contesto, la pressione esercitata da Giorgia Meloni su John Elkann ha l’obiettivo di favorire la realizzazione di un progetto industriale in Italia che possa garantire il mantenimento dei posti di lavoro e delle competenze, nonché una maggiore sicurezza per il tessuto produttivo del Paese.

L’entrata dello Stato nel capitale di Stellantis potrebbe favorire la creazione di un partenariato pubblico-privato in grado di incentivare la produzione di veicoli innovativi in Italia, garantendo allo stesso tempo una maggiore tutela del patrimonio industriale del Paese. Una simile operazione, infatti, potrebbe svolgere un ruolo-chiave nel garantire la sopravvivenza dell’industria automobilistica nazionale, ridurre la disoccupazione e stimolare la ripresa economica nel Paese.

In conclusione, la pressione esercitata dal leader di Fratelli d’Italia su John Elkann, presidente di Stellantis, rappresenta un segnale di attenzione verso l’importante patrimonio industriale italiano e le prospettive future dell’industria automobilistica nazionale. Sebbene le strategie d’investimento di Stellantis non offrano prospettive certe per l’Italia, l’idea che la recente visita di Elon Musk possa dar luogo a un progetto industriale potrebbe indurre Tavares ed Elkann a sottoscrivere impegni più definiti.

L’industria automobilistica italiana rappresenta da sempre un simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo. L’esperienza e le competenze maturate nel settore sono state determinanti per lo sviluppo dell’intero paese, che ha visto nascere e crescere numerose città industriali grazie alle fabbriche e agli stabilimenti automobilistici. L’Italia è stata una delle prime nazioni a sviluppare l’industria automobilistica e ha giocato un ruolo fondamentale nella creazione di marchi automobilistici come Ferrari, Lamborghini e Maserati. Oggi, tuttavia, l’industria automobilistica italiana è in crisi, a causa dello stagnamento del mercato e della competitività internazionale sempre più spietata.

L’entrata dello Stato nel capitale di Stellantis potrebbe rappresentare un sostegno fondamentale per l’industria italiana, garantendo l’accesso alle risorse necessarie per sviluppare veicoli innovativi e ricercati, che possano distinguersi sul mercato internazionale. In questo modo, lo Stato potrebbe anche acquisire maggiore capacità di controllo e decisione su una delle industrie più importanti del Paese, contribuendo a preservare la continuità di un patrimonio industriale reale e tangibile.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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