La grande riesumazione di San Charbel

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Ricevo da amici siriani e libanesi e volentieri rilancio:

A tutti voi, cari amici del Libano, della Siria, della Francia e altrove, questo articolo che abbiamo scritto: “Affinché il mondo creda”, e che con Dio tutto è possibile, non dimentichiamo che il Libano, è la culla del cristianesimo nel mondo allo stesso modo di Gerusalemme, Roma o Antiochia.

Perché fu nella terra dei Cedri che questo monaco eremita visse nella più grande semplicità, abbandonandosi fino a “ubriacarsi tra le braccia di Dio”, a immagine dell’amore di un uomo per una donna, o di una madre nei confronti del figlio, e sublime, colui che sacrifica la propria vita per salvare quella di un altro, era estraneo all’esempio del capitano Arnaud Beltrame!

Per questo, quando un ateo o un credente si rivolge a questo venerato santo, sappiamo che, dalla sua morte nel 1898, Dio non si è mai rifiutato di ascoltare le decine di migliaia di persone che, nella loro disperazione, gli confidavano umilmente quanto fosse fedele se stesso alla Parola di Dio! JCA

La fede cristiana è vera. Ci sono 1000 ragioni per credere. Niente può paragonarlo: scopri ogni giorno 1 motivo per credere nella bellezza, verità e profondità della fede cristiana.

CORPI CONSERVATI DEI SANTI

La grande riesumazione di San Charbel

Quando nel 1898 fu sepolto l’eremita libanese Charbel Makhlouf, diversi eventi annunciarono che questo umile monaco maronita, già riconosciuto come taumaturgo durante la sua vita, avrebbe continuato a portare aiuto dal Cielo alle persone che chiedevano la sua intercessione. Fu aperta un’indagine canonica e diverse riesumazioni furono ordinate da Roma nel corso degli anni; tutte permettono di vedere lo straordinario stato di conservazione del corpo e l’abbondante melma che produce.

Diversi registri vengono compilati per tenere una contabilità ufficiale e documentare i prodigi legati all’eremita di Annaya – sia corporali che spirituali – che vengono riferiti al convento. San Charbel fu finalmente canonizzato il 9 ottobre 1977 da Papa Paolo VI.

Ragioni per credere

Strane luci vengono viste più volte, nel luogo in cui fu sepolto l’eremita, da diverse persone: contadini della regione, un prefetto e soldati, molti dei quali musulmani. È questo fenomeno a motivare la prima esumazione della salma.
Il 15 aprile 1899 la salma fu riesumata e le varie persone presenti testimoniarono sotto giuramento: “ Un corpo intatto (malgrado l’acqua e il fango che lo ricopriva in parte), un volto sereno, membra morbide e flessibili, lato. »

Il corpo dell’eremita non subì trattamenti di sepoltura specifici (imbalsamazione, mummificazione, ecc.). Al contrario, fu prima sepolto nel terreno, fattore che accelera il deterioramento del corpo. Questo stato di conservazione dopo tre mesi e mezzo è già inspiegabile.

Dopo questa prima esumazione, il corpo di San Charbel riposò per diciassette anni in un’edicola pubblica, poi fu murato nella cappella del monastero. Ciò rende impossibile presumere che il corpo sia stato ingannato o processato segretamente per preservarne l’aspetto.

Si osserva anche un fluido rosato che trasuda dalla pelle dell’eremita. Le analisi mostrano che è “ di natura fisiologica ”, composto da sangue e sudore. È ovvio per gli scienziati che studiano in dettaglio la pelle dei morti (in particolare il professor Jouffroy) che questi trasudamenti inspiegabili non sono il risultato di un inganno.

Nell’ambito dell’indagine canonica, Papa Pio XII ordinò una nuova riesumazione della salma: “la grande riesumazione”. Il 25 febbraio 1950, cinquantadue anni dopo la morte di Charbel Makhlouf, la sua bara fu nuovamente aperta, alla presenza del Superiore Generale dell’Ordine Maronita Libanese, direttore del Servizio Sanitario del governo libanese, dottor Théophile Maroun , professore di anatomia patologica presso la facoltà francese di medicina di Beirut, e varie altre autorità civili, militari ed ecclesiastiche. I testimoni sono al di sopra di ogni sospetto.

Tutti notano che il corpo ha conservato tutta la sua flessibilità e che si possono piegare le braccia e le gambe, il che dà l’impressione di un ” cadavere vivente “.

La quantità di essudato che si è diffusa in tutti questi anni è più che sorprendente: alla sua morte, nel 1898, padre Charbel pesava appena 45 kg, e da allora sono stati raccolti 84 kg di essudato.

Autore: Jean Claude e Geneviève Antakli, scrittori e biologi.

da Rasoin de Croire

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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