Norbert Bolz: Il nichilismo ed il “culto della profetessa Greta”
“Con il crollo dell’USSR anche i fanatici di sinistra sono riusciti a riconoscere che il mondo è arrivato al termine delle ideologie. Da allora regna il relativismo valoriale: tolleranza, lifestyle, politica identitaria, diversity e autorealizzazione. Aiuto ai migranti, “coscienza ecologica” e gli appelli per più “giustizia sociale” sono vuoti involucri di devozione che promettono una trascendenza di sè – un risultato paradossale della cultura dell’autorealizzazione.”
Così Norbert Bolz, professore al Technische Universität di Berlino, in questo interessante articolo pubblicato su Die Tagestpost, nella traduzione di Alessandra Carboni Riehn.
[su_panel shadow=”0px 5px 2px #eeeeee”]L’articoloNorbert Bolz: Il nichilismo ed il “culto della profetessa Greta” proviene da Il blog di Sabino Paciolla.
Ogni uomo ha bisogno di valori cui orientare la sua vita. Tradizione e religione hanno coltivato questi valori per millenni con la massima naturalezza. Soprattutto le religioni monoteistiche hanno accentuato questo orientamento valoriale con una promessa di salvezza che rimandava gli uomini a un Aldilà. Ma con l’Illuminismo iniziò un processo di erosione, al termine del quale la promessa religiosa si era ridotta a una questione privata di pochi incorreggibili.
Nel vuoto valoriale si insinuò la politica moderna, che prometteva un mondo migliore già nella vita terrena, in veste vuoi di nazionalsocialismo, vuoi di comunismo. Oggi possiamo dire con un certo sollievo di aver superato questa fase. Con il crollo dell’USSR anche i fanatici di sinistra sono riusciti a riconoscere che il mondo è arrivato al termine delle ideologie. Da allora regna il relativismo valoriale: tolleranza, lifestyle, politica identitaria, diversity e autorealizzazione. Aiuto ai migranti, “coscienza ecologica” e gli appelli per più “giustizia sociale” sono vuoti involucri di devozione che promettono una trascendenza di sè – un risultato paradossale della cultura dell’autorealizzazione.
Ma se non si hanno valori che si è pronti a difendere, la tolleranza apre le porte al nichilismo. In considerazione di questo fatto non può sorprendere il fatto che gli uomini desiderino una religione sostitutiva – e i Verdi la offrono, mettendo sotto processo lo sviluppo della civilizzazione. Cosa che funziona particolarmente qui da noi [in Germania, N.d.T.], perché il senso di colpa storico fa sì che i tedeschi siano sempre alla ricerca di punizioni. E i Verdi rispondono esattamente al senso di colpa del ricco mondo occidentale con le loro promesse di sventura, con la sicurezza comportamentale dei loro rituali ecologici e con il culto della loro profetessa Greta.
E così arriviamo ai “Fridays for Future”. I casting show hanno sortito il loro effetto: ora i ragazzi non vogliono più calcare la scena come fotomodelli o popstar, ma anche come politici. A quanto pare, corriamo il rischio di una nuova crociata dei ragazzi volta a salvare il mondo dagli infedeli. E molto più imbarazzanti dei ragazzi che saltano scuola per salvare il mondo sono i genitori che li lodano per questo. I mass media si sono già adattati e ai talk show presentano ragazzi in età scolare in veste di testimoni della verità. L’intolleranza e il fanatismo di questi predicatori della diversity dimostra che la tolleranza più essere pervertita in un valore tirannico. L’intollerante superiorità morale e la raffinata arte di chi fa sempre l’offeso conformano il carattere autoritario della “generazione Greta”. La loro incapacità di sopportare o addirittura accettare opinioni divergenti, però, non ha nulla a che fare con i Social Media, bensì con il rifiuto di diventare adulti. Non sorprende che sempre più rappresentanti della Chiesa si sentano a loro agio in questa “sfera ecologica” e partecipino al culto di Greta, perché il buonismo non è altro che un Cristianesimo impazzito. Naturalmente ci sono ancora voci ragionevoli. Ma chi possieda un po’ di sano buon senso perderà sempre quando discute con un fanatico.