Il Presidente Zelensky negli USA: una missione critica

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si trova attualmente negli Stati Uniti in un periodo particolarmente delicato, segnato dal fallimento dell’offensiva ucraina e dall’emergere di crescenti difficoltà. In questo contesto complesso, Zelensky è impegnato in una missione critica per ottenere ulteriori fondi, essenziali per sostenere la resistenza dell’Ucraina contro la Russia e per perseguire l’ambizioso obiettivo di riconquistare tutti i territori contesi, compresa la Crimea, ovvero le terre in cui la popolazione a maggioranza russofona, malvede la sua politica genocida, identica a quella dei suoi predecessori.

Il suo viaggio è molto incerto, visto che la sua visita si svolge in un contesto di crescenti sfide e dubbi, sia interni che esterni, riguardo alla fattibilità e alla sostenibilità del sostegno a lungo termine all’Ucraina.

Reazioni Politiche negli USA: Il presidente della Camera degli Stati Uniti, Mike Johnson, ha espresso perplessità sulla mancanza di una strategia chiara da parte di Zelensky, sottolineando la necessità di dettagli più specifici su come i fondi verranno utilizzati per garantire una vittoria ucraina. Johnson ha anche messo in evidenza le preoccupazioni per la sicurezza nazionale americana, in particolare riguardo alla situazione al confine.

La Situazione Economica dell’Ucraina: Secondo un articolo di Bloomberg, l’Ucraina sta affrontando difficoltà crescenti nel finanziare la sua lotta contro la Russia. Con un’economia danneggiata, Kiev si trova di fronte a scelte difficili, come aumentare le entrate fiscali o ridurre la spesa pubblica. La svalutazione della valuta e l’emissione di titoli di Stato sono state esplorate come opzioni, ma portano con sé rischi significativi. L’Ucraina prevede di coprire il proprio deficit di bilancio principalmente attraverso finanziamenti esterni, ma la maggior parte di questi fondi deve ancora essere confermata.

Critiche Internazionali: La portavoce del ministero degli esteri russo, Maria Zakharova, ha criticato la visita di Zelensky negli USA, descrivendola come un tentativo di implorare ulteriore sostegno finanziario. Questa visione è condivisa da alcuni commentatori internazionali, come il giornalista siriano Kevork Almasyan, che sostiene che l’Occidente stia gradualmente ritirando il suo iniziale impegno di supporto incondizionato all’Ucraina.

Orbán: “I numeri parlano chiaro: i burocrati di Bruxelles non rappresentano il popolo europeo! Secondo l’ultimo sondaggio, il 71% degli europei (UE27+Regno Unito) vuole che la guerra russo-ucraina finisca immediatamente, e il 73% concorda sul fatto che Russia e Ucraina dovrebbero essere costrette a colloqui di pace”.

Fondi per la guerra e non per la prosperità dei paesi membri: da parte sua, l’Unione Europea sta esplorando nuove vie per generare risorse economiche, rivolgendo l’attenzione ai beni congelati della Russia all’interno dei suoi confini. Oggi, l’UE si appresta a discutere una proposta che potrebbe trasformare i profitti derivanti da questi beni in un sostegno finanziario per l’Ucraina, una mossa che solleva questioni sia legali che etiche.

Martedì, Bruxelles prevede di presentare un piano per separare i profitti realizzati dai beni congelati della Russia, con l’obiettivo di devolvere fino a 15 miliardi di euro a favore dell’Ucraina. Questa proposta, inizialmente ritardata a causa di preoccupazioni legali e finanziarie sollevate da diversi paesi membri dell’UE e dalla Banca Centrale Europea, ha guadagnato nuovo slancio di fronte all’esitazione di Stati Uniti e Unione Europea nel confermare ulteriori aiuti finanziari all’Ucraina.

Secondo il piano, la Commissione Europea intende inizialmente che i profitti ottenuti dai titoli siano accantonati in conti separati. In una seconda fase, questi profitti verrebbero trasferiti al bilancio generale dell’UE per contribuire al sostegno dell’Ucraina. Si prevede che solo i proventi derivanti dalle attività della Banca Centrale Russa saranno inclusi in questo schema. La Commissione stima che ciò possa generare fino a 3 miliardi di euro all’anno, raggiungendo un totale di 15 miliardi di euro nel periodo tra il 2023 e il 2027.

Questa mossa, sebbene potenzialmente utile per l’Ucraina, solleva interrogativi significativi sulla legalità e l’etica di utilizzare i fondi congelati in questo modo, segnando un nuovo capitolo nelle complesse dinamiche finanziarie e politiche che circondano il conflitto in Ucraina.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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