ll ‘dibattito’ sul ddl Cirinnà e le violenze di Colonia hanno lo stesso denominatore comune.

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Si continua ostinatamente a curare gli effetti ma mai le cause. Quelli di Colonia non sono fatti sorprendenti come vogliono farci credere ma sono gli effetti di un clima disumano che sta diventando sistema.

Segno ne è che per giudicare sull’evidente bisogna scomodare gli ‘esperti ed i sociologi’, aumentare la sicurezza, o cercare una strategia ‘all’altezza della situazione’. Naturalmente che non metta in dubbio le decisioni precedentemente prese di distruzione definitiva della nostra società, cioè l’eliminazione della vita come dono ricevuto. Il carattere distintivo della vita umana infatti non sono i diritti e la libertà generici ma la possibilità di prendere sul serio la propria domanda di significato, di bellezza di verità.

unioni-civiliLe discussioni di questi giorni sul progetto di legge Cirinnà in Parlamento e le decisioni di cui i fatti di Colonia sono solo gli effetti di anni di lavoro che gli stessi manovratori in sala macchine hanno prodotto.

Per accogliere i profughi (o i finti profughi) che fuggono (o che vengono a combatterci) per la nostra guerra a casa loro, bisogna cambiare qualcosa nel proprio cuore, avere qualcosa da offrire per accogliere davvero. Ma il nostro Parlamento ed i nostri Parlamentini europei non se ne sono curati. Hanno pensato solo a tener alta la bandiera. Sono troppo occupati a far cadere Assad, a far guerra alla Russia ed a legalizzare i crimini contro il nucleo della nostra società: la famiglia.

Il modo con cui l’Europa sta affrontando ogni sfida è angosciante: alle èlites sfugge il quadro d’insieme di ciò che accade che parte da un uomo realmente protagonista della sua vita, cioè capace di dire che la vita vale. E non per l’insieme delle libertà effimere che gli sono concesse.

Per questo discutere in Parlamento sulla legge Cirinnà è già una mezza sconfitta in una guerra più ampia. Questo dibattito (che non dovrebbe nemmeno esistere, e se avviene, è per vacuità umana) ha attinenza con il terrorismo, con la inconsistenza con cui stiamo affrontando la crisi economica (si crede di risolvere i problemi con la stessa mentalità che li ha creati), l’educazione, i rapporti con altri popoli, le migrazioni. Il denominatore comune è la presunzione di chi crede di costruire la società con la furbizia, cioè di esercitare la sovranità con una ‘laicitè’ potenziata.

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Si sa tutto della vita biologica ma ne sfugge l’essenza e lo scopo: a chi decide per il bene comune manca la visione d’insieme di ciò che accade e soprattutto il perché.

Così gli eventi sorprendono come se fossero imprevedibili. Ma non lo sono. Sorprende che una vita usata male ‘reagisca’ ma se così non fosse non esisterebbe un solo uomo religioso, cioè che chiede il senso di sè. E’ semplice: se io vado lontano dalla mia natura di uomo come può accadere che io sia felice? Se questa evidenza è estromessa e non aiutata, gli esiti sono disastrosi. In senso più ampio e non individuale: gran parte dei nostri guai sono causati della manipolazione operata sulla vita umana e dal metro usato nei rapporti tra i popoli.

La gestione delle ‘emergenze’ sono evidenze di come l’uomo sia diventato idiota. Se una legge indecente non cambierà la famiglia sarà solo per una resistenza all’ultimo minuto, ma l’attacco sarà solo rimandato: il vento va da quella parte spirando forte e inesorabilmente.

Il vento soffia inesorabile: il sindaco di Colonia, Henriette Reker, ha suggerito come dovrebbero iniziare a comportarsi in futuro le donne, “per la propria sicurezza”: tra i suggerimenti utili c’è quello di mantenere una distanza di sicurezza dagli uomini che sembrano stranieri e di non indossare gonne corte.

Sul dibattito per equiparare le coppie omosessuali alla famiglia naturale si fa leva sull’amore. Siccome l’amore è ciò che guida le nostre società e che permetterà a due uomini di prendere un utero in affitto e poi allevare un figlio, si pensa che la politica internazionale e la pace dovrebbero essere il frutto di questa grande crescita dell’amore.

Il vento soffia inesorabile: per giustificare il progetto di buttare le bombe sull’ennesimo stato da eliminare in Medioriente, la Siria, si è rifugiatiusato la parola ‘amicizia’. Il gruppo ‘amici della Siria’ era nient’altro che il gruppo dei più spietati cospiratori contro il popolo siriano. Ecco il frutto di questa grande crescita dell’amicizia.

Per giustificare l’accettazione indiscriminata di masse di migranti si è usata la parola ‘accoglienza’. Ma è contraddittorio: chi giudica l’accoglienza come un metro di civiltà sono proprio coloro che hanno distrutto i loro paesi di provenienza.

I fatti di Colonia alla pari dei camion carichi di petrolio ISIS che per un anno sono passati ‘inosservati’ alle varie coalizioni dei ‘volenterosi’ e degli ‘amici della Siria’, fino a quando non sono arrivati i russi,  sono la misura del tipo di mentalità con cui si pensa ancora di procedere.

E per procedere violentemente occorre mentire. Si è reagito con sorpresa ai fatti di Colonia ma il Gatestone Institute ha compilato un elenco delle innumerevoli violazioni commesse dai migranti (in maggioranza musulmani) nel corso degli ultimi mesi, prima di questo ultimo episodio. Ma evidentemente i fatti non erano in sintonia con la linea che il potere aveva deciso di seguire. La realtà non era in sintonia con le proprie idee e perciò è stata accantonata.

Il giornale Westfalen-Blatt ha rivelato come la polizia tedesca si rifiuti di rendere pubblici i crimini che coinvolgono rifugiati e migranti perché ”non si vuole dare legittimità ai critici della migrazione di massa”.

In definitiva: è penoso pregare perché Dio allontani le sofferenze quando si fa di tutto per attirarle.

Vietato Parlare – Patrizio Ricci

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Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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