I giornali sempre più illegibili, l’uno anticipa e prepara gli step del governo, l’altro riporta le notizie dell’altro

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I giornali sempre più illeggibili, l’uno anticipa e prepara gli step del governo, l’altro riporta le notizie dell’altro.

Ogni mattina dopo la preghiera mi accingo a fare colazione e mi porto in cucina, ‘apro’ il Tablet e mentre consumo colazione scorro la rassegna stampa. Da un po’ di tempo però faccio questo con un po’ di timore perché la lettura mi angoscia. So già cosa troverò: sono a disagio perché con sistematicità sempre più puntuale mi accorgo che il fatto di cronaca ha già perso la sua attualità, perché delle dinamiche che determinano gli avvenimenti nessuno ne parla quando esse sono già in atto. Ed adesso che che ne parlano non ne dicono le ragioni e gli scopi.

La cosa più eclatante naturalmente è la caccia alle fake news. Siamo infatti in un periodo in cui sono limitati drasticamente molte libertà personali a ragione del coronavirus ( libertà di movimento, diritto di istruzione, diritto alla libertà di espressione, ed altre), anche per questo, le ulteriori limitazioni dell’informazione – quando si è di per sé isolati- , pesano grandemente.

Mai come in questo periodo l’informazione è totalmente prona al potere. Certo il coronavirus è reale ma il diavolo fa le pentole ma non i coperchi e per quando riguarda i coperchi vedo che ci sono una infinità di potentati che stanno utilizzando la circostanza a loro favore.

In questo l’informazione è centrale, per renderci ancora più isolati e per censurare ogni tentativo di dissenso, non importa che si dica il vero o meno, il criterio di legittimità è se ciò che si dice sia brandizzato o meno.

In definitiva, l’emergenza mi sembra sempre più un alibi per tenerci in uno stato di minorità. Quando c’era il picco di epidemia e l’emergenza si traduceva nelle immagini degli ospedali pieni potevo capire, ma ora le notizie sono sempre più contrastanti e le limitazioni sembrano avere vita propria. Non mi pare che certe limitazioni ‘terze’ che esulano dal campo sanitario,  possano essere più giustificate dal virus. Ciò che mi si disvela è un modo di essere nuovo, ovvero qualcosa di estraneo che si è introdotto nel nostro vivere.

Quello che è più preoccupante è l’evidente incapacità di reazione di fronte a tutto questo. Una reazione che dica chi si è ed a cosa si guarda. Questo mi manca grandemente. Per questo è importante in questo periodo reagire con libertà al dato che si pretende essere il fondamento e l’importante della nostra vita.

Invece ciò che è importante è l’imprevisto. Solo questo, cioè tutto in realtà.

Personalmente per anni e anni ho sottolineato che la mancanza di giudizio rende fragili ed avrebbe pesato grandemente in tempo di guerra. E se oggi siamo in tempo di guerra , ora la mancanza di giudizio si traduce in martellate sulla nostra umanità. E si traduce in incapacità di reazione originale, passività, uniformità.

Certo sono preoccupato, tuttavia il caos mi piace perché dal caos non nasce il caos ma l’uomo, suo malgrado. Il caos non può impedire un atto di amore puro.

patrizioricci by @vietatoparlare

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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