Guerra Ucraina: una simulazione del 2019 aveva già previsto gli eventi attuali (con apocalisse nucleare finale)

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Il possibile intervento della NATO in Ucraina potrebbe innescare una guerra nucleare: ecco come potrebbe accadere.

Una simulazione spaventosamente realistica del 2019 aveva già parzialmente previsto ciò che sta attualmente accadendo nella realtà e cosa, se intensificato, potrebbe portare a una catastrofe globale. Uno dei partecipanti a questo “gioco di guerra” è stato Harry J. Kazianis – direttore senior dell’agenzia denominata Center for the National Interest, ovvero il think tank di Washington che si occupa della sicurezza nazionale americana. Il Centro, è stato fondato dal presidente Richard Nixon (https://cftni.org / – https://en.wikipedia.org/wiki/Center_for_the_National_Interest) . Harry J. Kazianis è anche l’autore del seguente articolo, scritto il 4 marzo 2022 . https://cftni.org/expert/harry-kazianis/

Nella simulazione che abbiamo preparato, non solo la NATO viene coinvolta involontariamente, ma – nella sua disperazione – anche la Russia usa armi nucleari.

“Come abbiamo fatto a uccidere un miliardo di persone?”

Alla fine del 2019, in soli tre giorni – come è successo innumerevoli volte negli ultimi anni – un gruppo di ex e attuali alti funzionari del governo statunitense di entrambi i lati della scena politica si è riunito per simulare la guerra NATO -Russia . Stimiamo che un miliardo di persone siano morte in quella che abbiamo chiamato la guerra NATO -Russia del 2019. E se non stiamo attenti, quanto accaduto durante la simulazione potrebbe accadere in caso di scoppio della guerra NATO -Russia per l’Ucraina.

In effetti, nella simulazione del 2019 che ho menzionato, viene messo in atto uno scenario in cui la Russia invade l’Ucraina in modo simile a quando effettivamente avvenuto. In questo scenario non solo la NATO viene coinvolta nel conflitto involontariamente, ma anche la Russia, per disperazione [reagisce] usa l’arma nucleare. Il risultato è un’escalation delle attività militari che utilizzano armi nucleari più potenti e pericolose, con la morte di oltre un miliardo di persone.

Ma di iniziare a guardare nell’abisso, permettetemi di spiegare l’obiettivo di tali simulazioni. Chiaramente la NATO avrebbe un enorme vantaggio convenzionale in qualsiasi guerra con Mosca, assicurando che in uno scontro diretto Putin perderebbe. Tuttavia, la Russia ha affermato più e più volte che utilizzerà armi nucleari per difendere il proprio territorio e il proprio sistema se si sentisse minacciata a morte. La nostra simulazione si riduce sempre alla domanda: possiamo mai sconfiggere il presidente russo Vladimir Putin in un conflitto armato sull’Ucraina o sui paesi baltici e non iniziare una guerra nucleare?

Finora – nell’arco di almeno qualche anno e coinvolgendo almeno 100 diversi partecipanti, ciascuno con una diversa percezione della guerra e diverse simpatie politiche – la risposta è inequivocabile: no.

Costruire uno scenario di guerra

Lo scenario che il gruppo ha deciso di testare alla fine del 2019 era simile a quello di oggi: la Russia ha deciso di invadere l’Ucraina con il pretesto di dover difendere le nazioni di lingua russa “oppresse” dal governo fascista dell’Ucraina. Nella nostra variante, abbiamo ipotizzato che la Russia si comporti in modo molto più dignitoso di quanto non sia ora, ma abbia obiettivi più limitati, ovvero che Mosca voglia collegare la Crimea con le regioni separatiste dell’Ucraina orientale che sono sotto il suo reale controllo. Davamo per scontato che la Russia lo avrebbe fatto rapidamente, raggiungendo la maggior parte dei suoi obiettivi militari in circa quattro giorni.

Ma l’Ucraina non si arrende facilmente, come oggi sta avvenendo in realtà. Le forze ucraine, dopo aver subito pesanti perdite, effettuano un impressionante contrattacco, a seguito del quale la Russia perde oltre 100 carri armati e oltre 2.500 soldati. Le foto sui social media mostrano che i carri armati russi bruciano, i  caccia d’élite Su-35   vengono abbattuti e le armi stanno ora affluendo in massa dall’Occidente.

Putin è furioso. Pensava che l’Ucraina si sarebbe semplicemente arresa, ma i suoi calcoli non avevano considerato quasi un decennio di addestramento che Kiev aveva ricevuto dagli Stati Uniti e dalla NATO, nè degli anni di preparazione dell’esercito ucraino per far fronte a questo scenario.

Quindi la Russia si rende conto che i propri obiettivi militari limitati sono stati un errore e che, invece, tutta l’Ucraina deve essere ” smilitarizzata“. A questo punto, Mosca inizia un massiccio attacco con missili balistici e da crociera, quindi l’aviazione russa lancia la propria campagna “shock and fear”, in cui distruggono la stragrande maggioranza delle strutture di comando e controllo, dell’aviazione, della difesa aerea e delle unità corazzate dell’Ucraina. Nello stesso tempo, la Russia inizia a ridistribuire le truppe ai confini dell’Ucraina, il che sembra testimoniare l’imminente invasione e occupazione dell’intero Paese.

La scintilla

A questo punto, la situazione peggiora. Il sistema di guida di un missile balistico russo fallisce e cade nel territorio polacco della NATO, uccidendo 34 civili in un tragico attacco in un villaggio popolato al confine polacco-ucraino. Sebbene il razzo non sia stato lanciato di proposito sulla Polonia, le foto sui social mostrano bambini che piangono per le loro madri, corpi impossibili da riconoscere e ci sono anche richieste di giustizia e vendetta.

La Polonia, che ha avuto alle spalle una storia difficile con l’Unione Sovietica e la Russia, a questo punto usa moderazione. Non risponde direttamente con il suo stesso esercito, ma cerca di far pagare a Mosca un caro prezzo per la sua aggressione in Ucraina e per le sue azioni, anche non intenzionali, in Polonia. Varsavia conduce un boicottaggio diplomatico ed economico di Mosca, che si traduce nell’esclusione della Russia dal sistema  SWIFT , nonché sanzioni dirette contro le banche russe, simili a quelle che stiamo attualmente osservando.

Nel nostro scenario, la reazione della Russia è altrettanto rapida. Mosca decide di lanciare un massiccio attacco informatico alla Polonia, schierando cyber guerrieri in tutto il territorio della NATO, utilizzando la loro posizione geografica e server proxy per mascherare l’origine dell’attacco. In sole due ore, la Russia disconnette dalla rete l’intera rete elettrica polacca, il settore bancario, le centrali elettriche e molte altre strutture, riportando così la Polonia all’età della pietra.

Ed è qui che inizia l’incubo. Sebbene la questione della ripartizione delle colpe sia difficile da risolvere, la Polonia si rivolge alla NATO e comincia ad esprimere in privato la propria disponibilità a invocare l’ articolo 5  della Carta della NATO, secondo cui un attacco a un Paese è un attacco all’intera Alleanza. La NATO è preoccupata perché è in corso un dibattito su fino a che punto punire la Russia, mentre allo stesso tempo si ha l’impressione che gli Stati membri non abbiano uno scopo militare chiaramente definito poiché alcuni vogliono reagire a quanto accaduto in Polonia, mentre altri ritengono necessario che ci debba essere un intervento militare in Ucraina.

Risposta

È qui che la NATO sorprende tutti. L’alleanza decide di creare una no-fly zone ristretta intorno a Lviv ucraina per proteggere civili innocenti e rifugiati che sono intrappolati senza un posto dove andare. La Russia è avvertita: la NATO non interverrà nel conflitto, ma fornirà protezione ai suoi aerei e allo spazio aereo intorno a Leopoli. La NATO chiarisce che i suoi jet voleranno nei cieli sopra l’Ucraina, ma non opereranno dal territorio ucraino.

A Mosca Putin ha ora l’impressione che la Nato sia pronta a intervenire a fianco dell’Ucraina. La Russia teme che la NATO utilizzerà questo corridoio protetto come base operativa per inviare armi sempre più avanzate in Ucraina. E mentre l’economia russa sta rallentando a causa delle sanzioni, Putin sente che i muri intorno a lui si stanno chiudendo. Prima che la NATO possa introdurre una no-fly zone, Putin ordina un attacco in tutti gli altri aeroporti e risorse militari intorno a Leopoli.

Ma qui è dove Putin sbaglia i calcoli e pone le basi per una guerra NATO-Russia. Putin ordina un altro massiccio attacco informatico all’infrastruttura militare degli stati baltici, pensando che la NATO utilizzerà i paesi baltici per organizzare un’invasione della Russia.

In questo caso, la Nato conclude che il gioco diventa troppo pericoloso e decide di intervenire direttamente in Ucraina per respingere l’aggressione russa. Anche prima dell’annuncio sulla questione, l’intelligence russa vede movimenti di missili e truppe che indicano un imminente attacco della NATO e la Russia decide di colpire per prima, usando armi nucleari tattiche. La NATO sceglie di rispondere allo stesso modo.

La Russia attacca le città europee con armi nucleari e la NATO e l’America rispondono allo stesso modo. Quella che segue non è altro che un’apocalisse, a seguito della quale – come stimiamo – muoiono un miliardo di persone.

Nessuna guerra va come previsto

In ogni scenario a cui ho partecipato, è presente lo stesso filo conduttore: quando Vladimir Putin si sente in trappola e sente che la Russia è in pericolo immediato – di solito a causa di un errore commesso sul campo di battaglia – decide di intraprendere qualsiasi passo di escalation per provare a risolvere il problema.

Sebbene sia possibile che l’Ucraina e la Russia trovino presto una via diplomatica per uscire da questa guerra crudele, entrambe le parti sembrano essere molto determinate. Ciò significa che le possibilità di un’escalation come descritto sopra sono elevate. E se Russia e NATO entrano in conflitto diretto, Putin sa che in uno scontro convenzionale il suo paese sarebbe sconfitto. Ciò significa che la Russia sceglierà la guerra nucleare.

La domanda fondamentale nel caso della guerra NATO-Russia sembra ovvia: quanti milioni o miliardi di persone perderanno la vita a causa di essa?

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autore: Harry J. Kazianis

Harry J. Kazianis è direttore della ricerca sulla difesa presso il Center for the National Interest di Washington e redattore capo di The National Interest.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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