Lampedusa è esplosa

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L‘Europa si trova di nuovo al centro di una crisi scatenata dall’immigrazione incontrollata, con un impatto che probabilmente lascerà un segno indelebile sul futuro del continente. Nell’ultimo periodo, l’isola di Lampedusa è stata travolta da una quantità straordinaria di sbarchi, con quasi 10.000 persone approdate in un solo giorno. Questo evento ha ulteriormente accentuato le divisioni all’interno dell’Unione Europea.

Di recente, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha partecipato a un incontro con Viktor Orban, proponendo l’idea di creare un fronte comune per affrontare la questione dell’immigrazione, anche coinvolgendo la Serbia. Tuttavia, al di là delle apparenti similitudini nelle idee, sembra che l’indipendenza decisionale dell’Ungheria non possa essere paragonata a quella dell’Italia. Nel corso del tempo, i vari governi successivi non hanno fatto altro che accumulare sempre più debiti e creare condizioni che li rendono sempre più vulnerabili al ricatto da parte dell’UE.

Nel frattempo, mentre l’Italia – come sempre – aspetta “la solidarietà internazionale” Francia, Germania e Austria hanno chiuso i loro confini con l’Italia nel tentativo di evitare che migranti irregolari varcassero la soglia dei loro paesi.

Questa situazione mette in luce un profondo disagio collettivo che ha origine da una serie di sviluppi internazionali. I recenti colpi di stato in Africa, in particolare in Niger, una nazione cruciale per i flussi migratori, hanno creato una nuova dinamica geopolitica.

L’Africa è diventata una regione di interesse per attori internazionali come la Russia, con alleanze in crescita tra nazioni africane, il Cremlino e il blocco orientale.

Tuttavia, nel caso della crisi attuale – come avete visto con il video che riporto sopra di Vespa – valgono più le meschinità europee e italiane, in cui il PD usa qualunque cosa per mettere in difficolta gli avversari politici. 

Il Cremlino probabilmente non c’entra nulla e osserva solo stupito l’inaspettato aiuto.

In definitiva, la ‘destabilizzazione generata dalla Russia” è il mantra ripetuto dai media per indicare la giustezza delle posizioni governative. Ma in realtà  l’l’occidente stesso – che ha destabilizzato per lungo tempo l’Africa – non si fa scrupoli a continuare la propria opera generatrice di caos e distruzione in Medioriente e di imporre il proprio diktat alla stessa popolazione europea.

La situazione ha conseguenze economiche, politiche e sociali, che mina la fiducia tra i paesi europei.

L’Italia, che si trova al centro di questa sfida, deve considerare attentamente le sue azioni. Una presa di posizione dura potrebbe portare a sanzioni da parte dell’UE, metterebbe a rischio la posizione economica del paese dato che non molto tempo fa Draghi ha detto esplicitamente che la UE userebbe l’arma del debito per riportare l’Italia all’ordine in caso che pensasse di fare per una volta i propri interessi.

Ovviamente, solo i media e i politici italiano non vedono tutto questo, riportando le notizie con dovizie di particolari ma esonerandosi di riportarne il contesto.

Mentre l’Europa si trova ad affrontare questa crisi, gli Stati Uniti stanno cercando di stabilire relazioni di cooperazione militare e di sicurezza con partner russi sia nelle vicinanze dei confini europei che oltre. Questo include l’Algeria in Nord Africa e l’Armenia nel Caucaso. Nel frattempo, Israele sta fornendo supporto militare all’Azerbaijan, un paese confinante con l’Armenia, il che solleva domande sulle implicazioni di questo movimento nel contesto dei conflitti regionali e globali.

L’attuale crisi migratoria, in combinazione con le sfide preesistenti rappresentate dalle sanzioni alla Russia e agli aiuti a iosa all’Ucraina, non contribuisce a promuovere l’unità e la fiducia all’interno dell’Unione Europea durante l’arrivo dell’inverno, quando la UE chiederà per i cittadini europei ancora più restrizioni. In questo scenario, sarà interessante osservare come i membri della Commissione Europea affronteranno il compito di spiegare ai loro cittadini il supporto attualmente fornito all’Ucraina in questa situazione.

Domenica, Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione europea, visiterà l’isola di Lampedusa, dove la situazione legata all’arrivo di migranti sta diventando sempre più critica. Ovviamente quella dei migranti non è un fenomeno nuovo, mentre ancora più preoccupante è che sia l’Italia che l’intera Unione Europea stanno vivendo una trasformazione significativa, caratterizzata anche dalla dimenticanza della propria storia e delle proprie radici.

Sembra che tutto sia pronto per un prossimo film che sarà girato a Lampedusa, con Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni nei ruoli principali. Il copione e la trama sembrano familiari, simili a quelli che abbiamo già visto in passato durante l’alluvione in Emilia. George Soros e le sue organizzazioni non governative (ONG) sembrano essere ancora i produttori, mentre i principali media saranno responsabili della distribuzione.

Gli abitanti locali arrabbiati saranno allontanati e sostituiti da attori a pagamento che li accoglieranno con entusiasmo. Questo spettacolo verrà trasmesso dai media di stato. Sembra che conosciamo già non solo il copione e la sceneggiatura, ma anche come si svilupperà la trama e come si concluderà.

In definitiva, un altro spettacolo proposto al pubblico. Alla fine del film, i problemi rimarranno irrisolti e, semmai, si aggraveranno.

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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