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Cosa succede in Libia? Questi "civili" da difendere chi sono? E chi difende i civili di Tripoli?

by Patrizio Ricci
24 Maggio 2011
in Esteri
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LA PAROLA MAGICA CHE TUTTO E’ FATTO PER “DIFENDERE I CIVILI” PUO’ GIUSTIFICARE TUTTO?

C’è una parola che è inflazionata in questa guerra: I CIVILI. E’ strano perché  nelle guerre moderne il maggior numero di vittime non sono tra i militari, ma tra i civili.

Ma chi sono i civili che le forze del dittatore Gheddafi sta minacciando? E’ una fazione in lotta, gli abitanti di una regione della Libia. Che da sempre è ostile al governo centrale.

Ma questi civili armati, stanno guerreggiando, sono combattenti a tutti gli effetti, o altrimenti secondo la convenzione di Ginevra sarebbero terroristi! Questi civili dettano condizioni e rifiutano una tregua forti dell’appoggio NATO.

CERTAMENTE LE FORZE “LEALISTE HANNO AGITO CON LA CONSUETA SPREGIUDICATEZZA E CRUDELTA’ , IL GOVERNO DI GHEDDAFI È GRAVEMENTE COMPROMESSO, MA QUELLO CHE SI STA RISCHIANDO E’ LA SPACCATURA DI QUEL PAESE, L’ANNIENTAMENTO TOTALE DEL LIVELLO DI VITA RAGGIUNTO, SOPRATUTTO UNA SPACCATURA DEL PAESE CHE DIFFICILMENTE SI RICOMPORRA’. NON SI RICOMPONE IN ITALIA FIGURARSI TRA UN POPOLO CHE HA PRESO IN MANO LE ARMI.

Gli eventi che si susseguono non sembrano animati da nessuna strategia se non l’opzione militare, e l’opzione PER UN MILITARE E’ UNA SOLA:  il completo annientamento dell’avversario.  Occorreva invece , (se proprio si era deciso di oltrepassare il mandato ONU ) limitarsi ad agire sul campo di battaglia, le infrastrutture che si stanno eliminando invece sono infrastrutture del paese,  e gli effetti si vedranno a guerra conclusa, ma abbiamo anche recenti esperienze precedenti (Iraq – Bosnia- Kosovo- Serbia- Afganistan- Somalia- Eritra), che mi sembra di rivivere.

La capitale del paese  Tripoli è abitata, immaginiamoci quella gente cosa deve pensare, bombardata ogni notte, da settimane. Non c’è nessun fronte a Tripoli, nessuna insurrezione.  La lotta in atto è la lotta di sempre , per il potere, ed è illusorio pensare che una volta al potere si esprimerà un governo democratico “all’occidentale”, anzi probabilmente ci sarà la conta delle vendette. La solita storia, è stato fatto anche in Italia nel dopoguerra, è sempre così, e più la lotta sarà cruenta e durerà , più si apriranno ferite che difficilmente si rimargineranno.

Perchè non si chiede una tregua, non si inviano osservatori e non ci si  impegna per un referendum, perchè non si chiede ala gente IN QUESTA FASE, e non più alle armi il destino della LIBIA. Il popolo libico INVOCATO da entrambe le parti in lotta, DEVE AVERE L’OPPORTUNITA’ DI ESPRIMERSI.

Invece mi sembrano prevalere gli interessi economici, dobbiamo fare uno sforzo noi europei a far prevalere invece il BENE COMUNE, il bene che si dice di voler difendere .

Apprendo dalle agenzie che un raid aereo è avvenuto stanotte più intenso dei precedenti ed è durato 20 minuti, il raid ha preso di mira, “con bombe laser-guidate, un impianto che «riforniva le forze responsabili degli attacchi contro i civili», afferma la Nato, situato all’interno del compound. I soldati del rais, «rappresentano ancora una minaccia per i civili, e continueremo a bombardare obiettivi che siano collegati a questa violenza», ha detto alla Cnn il generale Charles Bouchard, che guida la missione dell’Alleanza in Libia.”

Ma questi civili chi sono? Se dei militari attaccano i civili perchè si interviene a Tripoli contro unità che non stanno attaccando i civili?

Si argomenta “perchè sono forze che POTENZIALMENTE POTREBBERO” essere una minaccia! Ma che strategia è mai questa? E che tipo di diritto è alla base di questo comportamento? Qual’è la fonte che autorizza azioni simili? Non lo è certo la risoluzione ONU, ormai ampiamente superata con azioni che vanno ben oltre il mandato ONU.

Chiediamoci come in passato si è difesa la libertà in Iraq e come sono stati difesi i civili , lo specchio seguente è di fonte Wilkipedia:

RICORDIAMOCI CHE PER IL SOLO FATTO CHE C’E’ UN GUERRA DA SEMPRE NELLE GUERRE MODERNE IL MAGGIOR NUMERO DI VITTIME SI REGISTRA TRA I CIVILI. CHIEDIAMO CHE VENGA ASCOLTATO L’APPELLO DEL PAPA DI UN IMMEDIATO CESSATE IL FUOCO, IL RITIRO SULLE ATTUALI POSIZIONI E L’INIZIO DI UN NEGOZIATO DOPO LA DIMISSIONE DI GHEDDAFI.

Perdite in IRAQ
Soldati della coalizione morti:
4.396 U.S.A.
179 U.K.
1395 altre nazioni
1.003 mercenari
Forze di sicurezza Irachena morti:
7.460
Soldati della coalizione dispersi o catturati: 

Soldati della coalizione feriti:
31.582 U.S.A.
315 U.K.

circa 13.000 mercenari

Soldati iracheni morti (esercito di Saddam):
7.600-10.800
Insorti morti: 

13.200-14.400

Perdite fra la popolazione irachena
Morti violente (marzo 2003-agosto 2007), Opinion Research Survey: 1.221.000 (intervallo 95% c.l.: 733 000-1 446 000. Modalità: 48% armi da fuoco; 20% auto-bomba; 9% bombardamenti aerei; 6% incidenti; 6% altre esplosioni)2 

Morti totali in eccesso (marzo 2003-giugno 2006), Johns Hopkins/Lancet: 655.000(intervallo 95% c.l.: 393.000-943.000; di cui 601.000 morti violente)2

Morti violente (maggio 2003-novembre 2006), ministro della sanità iracheno: 100.000–150.0002

Morti violente fra i civili (marzo 2003-settembre 2007), Iraq body count: 74.427–81.114

Morti violente fra i civili (marzo 2003-giugno 2006), Organizzazione Mondiale della Sanità: 104.000–223.000

Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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