Ci piace questa Europa? Spunti di riflessione…

Diceva Krugman Premio Nobel per l’economia:

…  nulla è stato fatto per rimuovere le vere radici del problema, anzi si è aggravata la situazione elevando la fiscalità e aumentando così la crisi di liquidità.

L’alternativa di Krugman al suicidio economico, la condizione essenziale per il recupero “sarebbe l’uscita dall’euro, e il ritorno alle valute nazionali”, e se questo per molti è inconcepibile, “proseguire sulla strada attuale, imponendo sempre più severe austerità a paesi che stanno già soffrendo una disoccupazione da grande depressione, è veramente inconcepibile”.

C’è estremo bisogno di politiche monetarie più espansive, di accettare un’inflazione leggermente più elevata, di mettere in atto aiuti da parte della Germania verso i paesi più deboli, ma aggiunge che “anche con tali politiche, le nazioni periferiche si troverebbero ad affrontare anni di tempi duri, ma almeno ci sarebbe qualche speranza di ripresa”. (Krugman http://www.laperfettaletizia.com/2012/04/cosa-serve-la-politica-di-rigore-se.html )

Dello stesso avviso è  Amartya Sen, premio Nobel e professore di economia e filosofia ad Harvard , qui sul New York Times: http://www.nytimes.com/2012/05/23/opinion/the-crisis-of-european-democracy.html?_r=0

se poi guardiamo a cosa ne è stato fatto dell’art. 11 della Costituzione, che è il più importante per un paese, completiamo il quadro della politica europea fondata esclusivamente sull’economia. Il punto è che si propone un liberismo sfrenato (stile Cina) cancellando tutto ciò che è stato fatto dal fascismo ad oggi in fatto di tutele e di welfare. Per quando riguarda la democrazia il pensiero attualmente prevalente è che è necessaria una riduzione della democrazia perchè ce ne è stata troppa.

Questo pensiero corrisponde al documento ‘Crisis of democracy’: “Il funzionamento efficace di un sistema democratico necessita di un livello di apatia da parte di individui e gruppi. In passato (prima degli anni ’60 nda) ogni società democratica ha avuto una popolazione di dimensioni variabili che stava ai margini, che non partecipava alla politica. Ciò è intrinsecamente anti-democratico, ma è stato anche uno dei fattori che ha permesso alla democrazia di funzionare bene”. Dal The Crisis of Democracy, scritto da Samuel P. Huntington (foto) , Michel J. Crozier e Joji Watanuki.

qui http://www.youtube.com/watch?v=t_ssGy0LXo0  il Il direttore generale del Ministero del Lavoro, Antonino Galloni, ricostruisce in maniera ECCEZIONALE la storia dell’economia italiana, dagli anni floridi alla crisi, e spiega, quale testimone oculare al Ministero del Bilancio sul finire degli anni ’80, come e perché l’Italia fu svenduta.

qui interessante intervista a Magdi Cristiano Allam (non finalizzato alle elezioni – per chi non ha tempo, sull’europa andare direttamente al minuto 15): http://www.youtube.com/watch?v=db3y0xUYyGw

Sono cose con cui fare i conti nel dibattito in corso. So che è lungo sentire i due filmati ma è utile, a prescindere dalle elezioni, perchè mi interessa la mia libertà e non le elezioni che sono ormai una pagliacciata per darci l’illusione che decidiamo noi. La mia libertà la posso avere solo se ho un giudizio. E’ un lavoro di cui abbiamo bisogno come il pane. E’ un lavoro e il lavoro bisogna farlo bene. E’ un lavoro che questi tempi chiedono come il pane. Non ci può essere una fede consapevole senza capire i tempi in cui viviamo.

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