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Home Medio Oriente

“Avevamo paura di interrompere l’operazione per liberare i sopravvissuti”, dettagli sulla morte degli ufficiali russi in Siria

29 Marzo 2019
in Medio Oriente, Russia, Siria, ULTIMI POST
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“Avevamo paura di interrompere l’operazione per liberare i sopravvissuti”, dettagli sulla morte degli ufficiali russi in Siria
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*aggiornamento tratto dall’articolo: “Avevamo paura di interrompere l’operazione per liberare i sopravvissuti” di Nuova Gazeta

Il news magazine russo ‘Nuova Gazeta’ riferisce che venerdì 22 febbraio:

Ad un fuoristrada russo UAZ con la targa numero 928159 è stata tesa un’imboscata in una regione desertica della provincia di Deir ez-Zor”, ha detto un messaggio che Nuova Gazeta ha ricevuto da una fonte che combatte dalla parte delle forze armate russe e siriane. – Nella macchina c’erano tre ufficiali russi e un colonnello siriano, un cristiano di Quseir di nome Monser Louis. Era il loro traduttore.

Questi i  dettagli:

L’imboscata è avvenuta a 40 chilometri dal villaggio di Al-Mayadin. Il SUV è stato trovato pesantemente bombardato, con tracce di sangue nei sedili anteriori e posteriori. Dieci metri dall’auto sulla sabbia ci sono due enormi pozze di sangue. Accanto a loro ci sono i dettagli dell’attrezzatura militare dei due ufficiali. La quantità di sangue rende possibile giudicare che due passeggeri della UAZ sono morti sul posto. A quanto pare, gli aggressori hanno preso i loro corpi insieme ai due sopravvissuti. 

È noto che nella provincia di Deir-ez-Zor, continuano a persistere gruppi di militanti di ISIS e le forze armate siriane e gli alleati rischiano continuamente di diventare vittime di un agguato.

Subito dopo l’attacco il comando russo organizzò un’operazione di salvataggio.

Nuova Gazeta dice di non aver volutamente  pubblicizzare immediatamente le informazioni sull’attacco alla UAZ russa “per non interrompere possibili negoziati” o nuocere all’operazione in corso per liberare gli ufficiali russi [che si speravano] sopravvissuti”.

Quindi solo ora vengono rivelati ulteriori “dettagli di ciò che era successo”. Il personale militare russo della UAZ era formato da due colonnelli e un un maggiore. Uno dei colonnelli apparteneva al comando della settima brigata di forze del governo siriano, sotto la guida congiunta dei comandanti militari russi e siriani.

Il fuoristrada UAZ con i russi si muoveva lungo la strada statale Palmyra-Al-Mayadin, che attraversa il deserto, in direzione di Palmyra. (Ci sono basi militari russe a Palmyra e ad Al-Mayadin).

Lo scopo del viaggio nel deserto era un’operazione di ricognizione: si stava scegliendo un luogo per creare un posto di osservazione delle forze armate russe nell’area del giacimento petrolifero di Kum, noto anche come T2.

L’auto con gli ufficiali era accompagnata da un convoglio di sei auto, in cui c’erano circa 30 combattenti – russi e siriani, oltre a due pick-up, equipaggiati con mitragliatrici DSHK di grosso calibro.

Ovviamente, la missione dell’esercito russo nel deserto siriano era esposta [e non esente da rischi]: presto la colonna entrò ‘sotto osservazione’. Non è ancora chiaro come mai la UAZ con gli ufficiali a bordo al momento dell’attacco non era più in compagnia del resto del convoglio ma era invece isolata, quando è caduta nell’imboscata era da sola nel deserto.

 

Il 15 marzo, il servizio russo di informazione,  ha pubblicato il nome di uno degli ufficiali russi che erano nell’auto. Era il maggiore Sukhrob Karimov, le sue spoglie sono state portate a Mosca, e i genitori che vivevano a Mosca furono invitati a prendere il materiale genetico necessario per analizzare e identificare il corpo.

Nello stessa nota il servizio informativo del ministero della Difesa, parlava  di “due colonnelli” che presumibilmente ‘scomparsi con Kerimov’. Tuttavia, il loro destino non era stato specificato ulteriormente, il che ha lasciato i media russi con la speranza che fossero vivi.

Ma lunedì scorso, il ministero della Difesa ha riferito che tutte le persone che il 22 febbraio erano cadute nell’imboscata sono morte.

Gli ufficiali russi sono stati colti di sorpresa quando i terroristi armati hanno aperto il fuoco sulla loro auto. La UAZ è stata crivellata dal fuoco pesante.

Due passeggeri sul sedile anteriore – uno dei maggiori e un traduttore siriano – sono morti sul colpo. Gli altri due sul sedile posteriore – secondo le nostre fonti – sono morti poche ore dopo. Le persone che erano nella macchina non hanno avuto nemmeno  l’ opportunità di sparare con le armi individuali.

Le nostre fonti “sul terreno” confermano che il ministero della Difesa russo, subito dopo quello che è successo, era preoccupato per il destino degli ufficiali dispersi e ha immediatamente inviato una squadra di soccorso nel deserto.

Nuova Gazeta riferisce che “le posizioni dei terroristi nel deserto furono scoperte e distrutte. Nello stesso tempo, le forze speciali russe hanno trovato e portato via i corpi dei soldati morti – tre russi e un siriano”.

Il giornale russo dice che “rimane aperta una domanda: come hanno fatto i terroristi a conoscere la missione di intelligence russa nel deserto?”

Ecco la spiegazione:

Secondo un ufficiale di alto rango che combatte in Siria come parte dell’unità russa, nell’area di Deir ez-Zor, i militanti che in precedenza hanno appoggiato l’ISIS stanno  combattendo dalla parte delle forze governative, perché hanno accettato la riconciliazione con il governo. Conseguentemente  hanno accettato la condizione di deporre le armi e reintegrarsi nelle fila dell’esercito governativo siriano. In cambio, il governo siriano ha garantito loro che le loro famiglie non sarebbero state sfrattate dalle loro città.
L’ufficiale di alto rango, dice che è plausibile “che i militanti dell’ISIS che hanno effettuato l’imboscata abbiano ricevuto informazioni sulla missione” che la UAZ ed il convoglio era in procinto di svolgere, “nonché i dettagli del loro percorso da Al Mayadin a Palmyra”, da quei militanti riconciliati.

“Nello stesso tempo, un altro dei nostri interlocutori – dice Nuova Gazeta – ha ipotizzato che  la fuga di informazioni sul viaggio dei militari russi nel deserto, possa essere stata effettuata anche da un’altra fonte, vale a dire dalle unità filo-iraniane di stanza ad Al Mayadin. “Questo è un trucco nel loro stile” – ha detto quest’uomo a Nuova Gazeta  ed ha ha ricordato “il continuo attrito tra Hezbollah e le milizie filo-iraniane, il che ha portato a un punto di ebollizione il grado di relazioni tra questi alleati formali di Assad.

Devo dire che comunque – a mio parere – quest’ultima ipotesi mi pare meno credibile della prima.

Contestualmente alla pubblicazione di queste notizie, la compagnia televisiva russa “Star” ha mostrato alcune immagini di militari della Special Operations Forces (MTR) russe in preparazione di un raid in una delle province siriane. Probabilmente sono le forze speciali coinvolte nell’operazione ricerca dopo la morte di tre ufficiali russi nella provincia di Homs.

Il Ministero della Difsa russo ha comunicato che il gruppo che ha ucciso l’equipaggio russo della UAZ,formato da circa  circa 30 militanti dell’ISIS, è stato eliminato.

In conclusione la dinamica dell’agguato è abbastanza chiarita, ma tutte le spiegazioni date non chiariscono l’abbandono della scorta . Ciò fa propendere all’ipotesi che le indagini siano ancora in corso oppure che la risposta – che scioglierebbe questo quesito – rimarrà irrisolta.  

Fonte: https://www.novayagazeta.ru/articles/2019/03/26/79999-my-boyalis-sorvat-operatsiyu-po-osvobozhdeniyu-vyzhivshih

@vietatoparlare

Tags: imboscataSiria
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Patrizio Ricci associato Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Coofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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