Aumentato flusso di armi in Siria e non sono destinate contro ISIS

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Le commesse di armi ai ribelli stanno aumentano vertiginosamente. I ribelli moderati alleati ad al Nusra (al Qaeda) ne traggono beneficio e attaccano insieme ad Aleppo le unità dell’esercito siriano impegnate contro Isis (che nei giorni hanno riconquistato Palmyra e Qaryatan). Intanto pronti i nuovi carichi di armi della CIA in partenza per la Siria: le prove del British Institute of Defense IHS Jane.[su_spacer]

di Patrizio Ricci (LPL News 24)

[su_panel]C’è in campola CIA ed il Pentagono, ci sono le fazioni che rispondono all’Arabia Saudita, c’è il Qatar e c’è la Turchia, ci sono i militanti stranieri (quelli che vogliono portare la Jahad), ci sono servizi di spionaggio, le forze speciali occidentali, le unità dell’esercito turco. E infine, non mancano i nemici della Russia e quelli dell’Iran: sono tutti questi gli attori che stanno letteralmente mettendo a ferro e fuoco la Siria. Evidente che non si trata più di un problema interno ma di una guerra contro uno stato sovrano.

Basta guardare la delegazione dei ribelli ai negoziati di Ginevra o la composizione delle forze in campo, per rendersene conto: sono presenti le più agguerrite; le opposizioni tanto più sono armate, tanto più sono rappresentative. Contano soprattutto sulle armi per ‘domare’ Assad. Hanno ribattezzato ”Assad Tammer” letteralmente ‘domatore di Assad‘ (Assad in arabo significa ‘leone’)  il missile anticarro TOW BGM71 fornito dagli USA. Ne hanno ricevuto solo nel primo lotto ad inizio 2014 ben 13.795 unità.[/su_panel]

[su_panel]Le nuove commesse in arrivo saranno ancora più numerose, lo ha promesso Obama in ottobre. Il sito IHS Jane’s (attualmente è una delle più autorevoli ed ascoltata fonte pubblica di informazioni sui argomenti militari a livello mondiale) riporta due richieste per cercare aziende che si occupano del trasporto di armi da Constanta (Romania) al porto giordano di Aqaba. Jane’s riporta un dettagliato elenco della fornitura di armi da spedire da parte degli Stati Uniti ai ribelli siriani.

L’Istituto  riferisce che”una nave con circa un migliaio di tonnellate di armi e munizioni ha lasciato Constanza a dicembre 2015 verso Agalar (Turchia) e poi a Aqaba. Un’altra barca con più di duemila tonnellate di armi è partita alla fine dello scorso marzo e ha fatto lo stesso percorso per Aqaba”. Il redattore di IHS Jane spiega inoltre: “Sappiamo che i “ribelli “in Siria hanno ricevuto un sacco di armi durante il cessate il fuoco ufficiale. Sappiamo anche che questi “ribelli” passano periodicamente la metà delle loro armi provenienti dalla Turchia e dalla Giordania ad Al-Qaeda in Siria (noto anche come Al-Nusra)”.
Questi dati sembrano assai più gravi di quelli di ‘Panama File’ perché sono dati macchiati del sangue di migliaia di uomini, donne e bambini.
Queste forniture sono ulteriormente aumentate dopo l’intervento russo. A sentire gli americani, avrebbero dovuto avere il senso di ‘riequilibrare le forze’ e fungere come ‘strumento di pressione per il negoziato’ ma invece si è dimostrato che l’arrivo di ogni nuovo stock di armi ha reso i ribelli meno inclini a negoziare.

Non le armi americane ma l’intervento russo ha portato alla tregua ed al negoziato. L’intervento russo non mirava a far conseguire ad Assad una vittoria militare schiacciante sul campo, ma impedire il crollo dello stato riproponendo lo scenario libico o iracheno.
Ora sembra che anche la fornitura russa dei nuovi carri armati T-90 con corazzatura reattiva sia minacciata dall’aggiornamento del munizionamento che i ribelli stanno ricevendo (9K111 Fagot ATGW). Senza addentrarci ulteriormente in un discorso prettamente tecnico, è un dato di fatto che gli USA stanno sconfessando ampiamente l’intenzione di non lanciarsi in un confronto diretto con la Russia su terra siriana. Lo dimostrano le attuali rinnovate difficoltà dell’esercito siriano a Damasco ed ad Aleppo, lo dimostra l’abbattimento di due aerei militari siriani in un solo mese, lo dimostra la lenta ma costante opera di erosione in termini di vite umane delle forze che stanno difendendo il suolo siriano, lo dimostrano le forze armate russe costrette sempre più ad un impegno maggiore e più diretto sul campo di battaglia.

Non si riesce ragionevolmente a reperire una spiegazione valida sul piano umano e su quello geopolitico sul perché persiste da parte americana la riproposizione di una strategia che si è rivelata più volte fallimentare. Non si comprende se semplicemente Washington con la sua industria bellica così imponente e la sua immensa potenza economica e finanziaria, interessi solo spendere e null’altro, interessata inanzitutto a piazzare l’enorme surplus finanziario per poter preservare l’immenso impero.
Non lo sappiamo, sappiamo però che la strategia americana ‘del doppio binario’ (così si chiama quella applicata dagli USA) che dovrebbe tentare di ‘riequilibrare le forze in campo’ che sarebbero state ‘squilibrate’ dopo l’intervento russo, denota in realtà una avvilente mancanza di giudizio di fondo su ciò che sta succedendo in Siria. Su cioè qual è l’aggredito e qual è l’aggressore , sulla natura delle opposizioni armate, su che tipo di Siria mirino esse a realizzare  , su cosa occorra realmente per la pace.[/su_panel]

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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