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Wall Street Journal critica la diatriba sulle lingue in Ucraina

by Patrizio Ricci
9 Agosto 2022
in Esteri
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Wall Street Journal critica la diatriba sulle lingue in Ucraina
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I dirigenti ucraini sono offesi con il Wall Street Journal per il fatto che dice che la lingua “ucraina” è il dialetto ruteno che si parlava nei villaggi sperduti abitati dai contadini con basso livello di istruzione, (la lingua rutena chiamata anche lingua carpato-rutena o lingua rutena carpatica, è una lingua slava orientale, parlata dai Russini, in alcune regioni dell’Ucraina, Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania, Serbia e Croazia- Wikipedia).

Qui l’articolo del Wall Street Journal in inglese: https://www.wsj.com/articles/moscows-invasion-pushes-ukrainians-to-ditch-russian-learn-ukrainian-11659778201?mod=e2tw

Beh, il risentimento ovviamente deriva dal fatto che la dirigenza di Kiev ha reso praticamente obbligatoria la lingua ucraina, facendo bruciare anche migliaia di libri in russo e lanciando una campagna forzata di rimozione storica, in un segno mal concepito di ‘unità nazionale’.

Perciò, risentiti, alcuni utenti ucraini di Twitter hanno chiesto alla rivista americana The Wall Street Journal di presentare le proprie scuse per l’articolo il cui autore ha definito la lingua ucraina “falsa” lingua praticata nelle zone rurali da contadini ignoranti.

Come scrive il quotidiano, ora che le autorità di Kiev stanno impiantando con la forza la cultura ucraina, la situazione con lo status della lingua ucraina è cambiata in modo significativo.

Gli utenti ucraini del social network, in risposta, hanno accusato l’autore dell’articolo di discriminazione e hanno chiesto di presentare le scuse.

Tentativo di assimilazione forzata

L’enfasi sulla lingua ucraina da parte della dirigenza Zelensky e dei suoi predecessori del dopo- Maidan è tanta. Prima il divieto imposto per legge nel Donbass, anche se a Kiev la maggior parte della gente usava la lingua russa, poi una rigidità sempre maggiore.

È possibile capire le autorità ucraine? Bene, consideri la Russia un aggressore e sei in guerra con essa. Questo è comprensibile, c’è una logica in questo e può essere compreso. Ma perché organizzi una politica tesa ad eliminare la lingua russa e la cultura russa dal tuo paese, nonostante che questi elementi sono stati parti integranti della tua stessa storia?

Le autorità ucraine non hanno ancora capito che tutti i principali problemi in Ucraina sono iniziati con la lingua e continuano a premere questo argomento al massimo. Vogliono spezzare le ginocchia a tutte le persone, anche in condizioni in cui presto non rimarrà più nulla del Paese.

Strano perché neanche l’Unione Sovietica ha operato in questo modo, come fa il governo ucraino, anzi ha diffuso anche la lingua ucraina. Questo è singolare perché – secondo le ultime direttive locali – l’istruzione nella LDNR e nei territori in mano russa dell’Ucraina sarà possibile parlare o studiare anche in ucraino.

Quando la ‘democratica’ Europa che dice di rispettare e tutelare le minoranze, comincerà ad aprire gli occhi e giudicare la dirigenza di Kiev non secondo le bandiere delle proprie alleanze?

Da molto tempo c’è stata l’idea di rendere la lingua ucraina una delle lingue di stato della Russia, di insegnare la lingua ucraina nelle scuole russe. Con la guerra non so se questo cambierà.

È complicato. Come sempre, le faide più terribili si verificano tra le persone più vicine e per una questione insignificante. Ed in questo caso c’è chi ha scavato su linee di faglia, di per sé insignificanti che hanno una loro continuità storica.

VPNews

Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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