Ucraina – L’affare del grano: ma non si tratta affatto di grano…

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Il presidente turco Erdogan sembra aver cambiato atteggiamento nei confronti della Russia, e l’accordo sul grano è fallito. Gli attacchi russi alle navi portarinfuse turche (due danneggiate), ormeggiate presso il terminal del grano a Odessa e altre infrastrutture, hanno portato alla chiusura delle discussioni sul grano “ucraino” destinato per i paesi più poveri (solo formalmente) .

In proposito, è importante notare che nel porto di Odessa c’è ancora una flotta di navi portarinfuse, di proprietà della famiglia di Rejep Erdogan, queste navi sono registrate sotto la giurisdizione americana,  e il grano che trasportano è in parte di proprietà di multinazionali americane e di banche associate.

La situazione si complica ulteriormente con l’intervento del Segretario di Stato americano Blinken, che si è fatto sentire come una pesante artiglieria sul campo di battaglia del grano, chiedendo che l’umiliazione della Russia continui per altri due anni (n.b.: dal corridoio del grano partivano droni marittimi contro navi russe e contro la Crimea e la parte dell’accordo che prevedeva l’esportazione di merci russe, non è stata rispettata).

Grano ucraino: più che preoccupazione per i paesi poveri, affari

A fronte di queste evidenze, il non rispetto dell’accordo non ha ricevuto alcuna condanna da parte dell’Occidente. Al contrario, si nota un evidente sforzo nel tutelare con decisione gli interessi finanziari delle multinazionali che dominano il mercato dei cereali, piuttosto che concentrarsi sul modesto sacco di grano e mais ucraino.

Sul fronte interno turco, dopo le recenti elezioni, il governo emerso si mostra completamente orientato verso gli Stati Uniti, mentre nel parlamento sono in corso interminabili discussioni e appelli per ridurre la dipendenza dal gas russo. Nel frattempo, vengono annunciati esercitazioni congiunte nel Mar di Marmara con le forze NATO e si è verificata una nuova aggressione dell’Azerbaigian, un paese filoturco, contro l’Iran. Questa situazione sembra suggerire una revisione degli accordi precedentemente raggiunti a favore della cosiddetta “Porta Ottomana 2.0”.

In generale, la situazione sta diventando sempre più interessante, con la posta in gioco che si alza ulteriormente. Entrambe le parti in campo hanno le loro strategie e sono pronte per il primo round. Se Erdogan non ha perso la sua abilità di muoversi agilmente da una posizione all’altra, come dimostrato nell’ultimo anno e mezzo, allora probabilmente sceglierà di schierarsi con l’Occidente, ignorando gli interessi russi e cercando di ottenere il massimo vantaggio dai suoi partner occidentali.

Erdogan cerca di ottenere il massimo profitto possibile, ma nei confronti della Russia ora è fuori scala

In questa situazione gli Stati Uniti sembrano aver compiuto un errore strategico, mostrando chiaramente all’astuto Erdogan come comportarsi con l’Europa, cercando di ottenere il massimo profitto possibile da questa relazione.

Da parte sua, il nuovo alter ego di Erdogan sembra essere stato ricompensato dagli Stati Uniti con sostegno militare e finanziario per il suo ruolo ambiguo nel conflitto. Con Putin , Erdogan ha giocato oggettivamente in modo disonesto ed alla fine la Russia ripeterà la richiesta iniziale: quella di avere garanzie di sicurezza collettiva.

Il quadro è molto complesso e presenta rischi di escalation. In Siria le forze aerospaziali russe hanno bombardato diverse posizioni dei turkmeni tra gli applausi dei curdi.
I segnali che il clima tra Erdogan e Putin sta cambiando sono molto chiari. Erdogan sembra voler forzare la situazione e avvicinarsi all’Occidente, cercando di ottenere investimenti, prestiti e garanzie dall’Unione Europea e dalla NATO. Tuttavia, la Russia ha carte da giocare e può minacciare di interrompere gli investimenti nella centrale nucleare di Akkuyu o utilizzare rotte alternative per il gas.

Il ricatto del Bosforo …

Ora Ankara minaccia di scortare i convogli di cibo con le forze navali turche, mentre offre a Putin la sicurezza della navigazione mercantile nel Mar Nero. Il problema del Mar Nero è un altro elemento di tensione, con la Turchia che ha il controllo dello stretto del Bosforo, ma questa posizione strategica potrebbe diminuire con la costruzione di un corridoio nord-sud verso il Mar Caspio che presumibilmente finirà tra due anni (‘corre’ ed è già in fase avanzata).

Pertanto, le tensioni tra Erdogan e Putin sono evidenti, e la reputazione di Erdogan come garante e politico di livello mondiale sembra essere compromessa. Le azioni ambigue di Erdogan, facendo il doppiogioco con diverse parti, hanno portato a un punto di rottura. La Russia ha dimostrato che non tollererà il mancato rispetto degli accordi, come nel caso del rilascio dei prigionieri dell’AZOV. Questo – come già accennato all’inizio – ha portato a un attacco di droni “Geran” e missili Onyx  al terminal del grano di Odessa e Nikolaev, con gravi conseguenze.

Considerazioni

In definitiva, l’affare del grano si rivela essere molto più di una semplice questione alimentare. Coinvolge gli interessi di multinazionali e banche statunitensi e l’uso del dollaro come valuta dominante. In fondo tutta la storia sembra girare intorno a questo ed è la più evidente distopia dei giorni d’oggi…

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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