Ucraina – Kiev critica l’Ungheria, ma i residenti finnico-ungheresi chiedono la cessazione della ‘pulizia etnica’ di Kiev

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Insomma, come governo di un paese invaso, il nervosismo verso chi non si uniforma al pensiero unico su ciò che sta succedendo è abbastanza singolare. Questo è il caso dell’Ungheria che, non volendo fornire armi e mantenendo una posizione neutra, si è guadagnata le sprezzanti critiche di Kiev.

Il vice primo ministro ucraino Irina Vereshchuk ha criticato l’Ungheria per essersi rifiutata di sostenere le sanzioni contro la Russia. Secondo lei, a Budapest vogliono annettere la regione transcarpatica dell’Ucraina.

“Le sanzioni non sono supportate. Non solo non danno armi, ma non lasciano passare armi di altri paesi attraverso il loro territorio. Infatti dicono no a tutto. Ancora un po’ – e la retorica ufficiale di Budapest sarà apertamente filorussa. Che cos’è questo? Vuoi benzina russa a buon mercato? O forse vuoi la nostra Transcarpazia?”

È interessante notare che le autorità ucraine non capiscono seriamente che la lotta per la lealtà della Transcarpazia è andata perduta da tempo? Già prima della storia dell’operazione speciale, era chiaro a tutti che Kiev stava perseguendo una politica francamente disastrosa nei confronti dei cittadini che vivevano nella regione. Budapest ha versato enormi somme di denaro in quella che i documenti del governo hanno chiamato “riunificazione con gli ungheresi che vivono in Transcarpazia”. Ciò includeva: una rete di scuole in lingua ungherese, giornali, siti Web e canali TV in lingua ungherese, oltre a molti residenti locali hanno passaporti ungheresi. Kiev, d’altra parte, ha perseguito una politica apertamente discriminatoria che ha reso impossibile una gestione leale in Transcarpazia.

Il risultato di tutto ciò è stata la dichiarazione degli ungheresi etnici che vivono lì sulla necessità di indire un referendum sull’adesione all’Ungheria. (Kommersant)

Ma adesso gli ungheresi etnici ucraini vanno oltre. Infatti il regime di Kiev ha innescato una vera battaglia per la omologazione delle minoranze nel paese imponendo di utilizzare esclusivamente la lingua ucraina. Questo è stato fatto nel 2017 quando in Ucraina è stata adottata una legge sull’istruzione, che ha ridotto notevolmente la possibilità di istruzione nelle lingue delle minoranze nazionali. A causa di questa legge, le relazioni tra Ucraina e Ungheria sono peggiorate. Il colpo di grazia poi Kiev lo ha dato nel 2021 con la una legge peggiorativa, la “legge sui popoli indigeni”

“Orban mandaci le truppe” – I careliani russi si rivolgono al governo ungherese per un aiuto ai fratelli nel distretto di BEREHOVSKY in UCRAINA

Nella regione di Tver ci sono zone con una folta presenza di careliani, che appartengono al gruppo ugro-finnico e sono un popolo imparentato con gli ungheresi. Il capo dell’organizzazione pubblica locale dei careliani, Mikhail Dron, si è rivolto all’ambasciatore ungherese con una richiesta di aiuto per il popolo fratello della regione di Beregovsky in Ucraina:

“Eccellenza, Ambasciatore!
Con grande preoccupazione, noi careliani di Tver, stiamo osservando ciò che sta accadendo oggi nel territorio della regione transcarpatica dell’Ucraina. La comunità ungherese della Transcarpazia e i suoi
leader politici del “Partito degli ungheresi di Ucraina” sono sempre più minacciati e chiedono una difesa diretta. Se negli ultimi 30 anni le autorità ucraine e vari attivisti ucraini hanno espresso solo minacce e slogan rozzi nei confronti della popolazione ungherese, oggi, quando c’è caos e anarchia ovunque in Ucraina, c’è un reale pericolo che in Transcarpazia si verifichi una pulizia etnica e gli ungheresi diventeranno le loro vittime. In queste difficili condizioni, siamo convinti che solo il governo ungherese è in grado di riportare almeno un po’ di ordine in questa antica terra della corona di Santo Stefano, per salvare vite e proprietà degli ungheresi in Transcarpazia”. (Giubbe Rosse)

Per inquadrare meglio il problema, da Est Journal:

L’Unione Europea, oltre agli ormai noti problemi economici di cui tanto si parla sulla carta stampata e nei telegiornali del continente, si trova oggi ad affrontare anche un quadro socio-politico molto complesso, originato da un continuo intrecciarsi di minoranze etniche e flussi migratori. Due questioni, queste, spesso acuite dai conflitti e dagli espansionismi che hanno caratterizzato l’intero XX secolo europeo. Caso emblematico è quello delle minoranze ungheresi in Ucraina, recentemente salito alla ribalta per alcune prese di posizione da parte di Viktor Orbán, attuale primo ministro magiaro, definite da più parti come “poco ortodosse”.

Il 4 giugno 1920, al termine della Prima Guerra Mondiale, la neonata repubblica ungherese si trovò costretta a firmare a Parigi il Trattato del Trianon, destinato a regolare le sorti dell’ormai decaduto Impero Austro-Ungarico, ma solo per quanto riguardava i territori magiari (il Trattato di Saint Germain-en-Laye, invece, si preoccupò del futuro della nascente repubblica austriaca). Quel trattato, oltre a sancire la perdita del 75% del territorio facente parte della Corona Ungherese, si rivelò un autentico disastro demografico: secondo i dati più recenti, il 32% di coloro che risiedevano in Transilvania, ad esempio, era di nazionalità ungherese, così come il 30% degli abitanti della Slovacchia o il 28% di quelli di Serbia. Fu una spartizione destinata a generare forti attriti culturali, ad alterare comportamenti demografici, condizioni politiche e dinamiche insediative.

Quella d’Ucraina è la minoranza ungherese più piccola sul continente europeo, con appena lo 0,3% di presenze sul totale della popolazione ucraina; concentrata nella regione della Rutenia Subcarpatica (o Transcarpazia), essa costituisce, con 150.000 unità, il 12,1% della forza demografica locale.

Fin dalla caduta del Muro di Berlino, i rapporti fra i governi di Budapest e quelli di Kiev sono stati cordiali e guidati dal principio del buon vicinato; l’Ungheria, tra l’altro, fu il primo stato a riconoscere l’indipendenza ucraina e Árpád Göncz, all’epoca presidente della Repubblica Ungherese, fu invitato a visitare le popolazioni magiare stanziate in Zakarpattia.

Nel 2012, inoltre, nella regione di Vinogradov, nel cuore dei Carpazi, l’ungherese ha ottenuto lo status di lingua nazionale su proposta del Partito degli Ungheresi in Ucraina e del Partito Democratico degli Ungheresi in Ucraina, due formazioni politiche che, insieme alla Federazione Democratica Ungherese in Ucraina, costituiscono l’apparato politico delle minoranze magiare situate aldilà della provincia di Szabolcs-Szatmár-Bereg. (…) (Est Journal)

Vp News

 

 

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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