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Home Esteri

Ucraina chiede tregua e negoziati di pace, Mosca accetta

by Patrizio Ricci
26 Febbraio 2022
in Esteri
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Ucraina chiede tregua e negoziati di pace, Mosca accetta

Dichiarazione dell’addetto stampa di Zelensky:

– Non abbiamo mai rifiutato le trattative. L’Ucraina resta pronta a parlare di cessate il fuoco e di pace
– Abbiamo accettato la proposta del Presidente della Russia
– In queste ore le parti si stanno consultando sul luogo e l’ora della riunione. (Fonti ucraine)

Su Facebook il portavoce del presidente ucraino Sergei Nikiforov, ha scritto: “Mi congratulo con voi, colleghi! Respingo le accuse che ci siamo rifiutati di negoziare. L’Ucraina era e rimane pronta a parlare di cessate il fuoco e pace. Questa è la nostra posizione invariata. Abbiamo accettato la proposta del Presidente della Federazione Russa. Direttamente in queste ore, le parti si stanno consultando sul luogo e l’ora del processo negoziale. Prima inizieranno i negoziati, maggiori saranno le possibilità di ripristinare la vita normale”, ha scritto Nikiforov.

Conferme anche da fonte russa (RIA Novosti) che dice che la Russia è pronta a inviare la sua delegazione a Minsk per i negoziati con l’Ucraina. Lo ha detto ai giornalisti Dmitry Peskov, addetto stampa del presidente della Federazione Russa.

“Come sapete, oggi il presidente dell’Ucraina Zelensky ha annunciato la sua disponibilità a discutere dello status neutrale dell’Ucraina. Inizialmente, il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che lo scopo dell’operazione era aiutare la LPR e la DPR, anche attraverso la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina. E questo, in effetti, è una componente integrante dello status neutrale”, ha affermato Peskov.

“In questo contesto, in risposta alla proposta di Zelensky, Vladimir Putin è pronto a inviare a Minsk una delegazione russa a livello di rappresentanti del Ministero della Difesa, del Ministero degli Affari Esteri e dell’amministrazione presidenziale per i negoziati con la delegazione ucraina”. Egli ha detto.

A quanto pare, dopo le parole di Peskov, Vladimir Putin ha detto:

“Mi rivolgo ancora una volta al personale militare delle forze armate ucraine. Non permettete ai neonazisti e a Bandera di usare i vostri figli, le vostre mogli e gli anziani come scudi umani. Prendete il potere nelle vostre mani. Se lo farete sarà più facile per noi essere d’accordo con voi che con questa banda di tossicodipendenti e neonazisti che si sono stabiliti a Kiev e hanno preso in ostaggio l’intero popolo ucraino”.

La prospettiva dei negoziati non è così inequivocabile. “Il ministero degli Esteri russo riferisce che, alla luce di possibili negoziati tra Russia e Ucraina, i compiti dell’operazione militare speciale non sono stati rimossi, anzi sono rilevanti. I lavori sui negoziati possono iniziare in qualsiasi momento”, ha affermato il parlamentare .

L’agenzia russa Tass riferisce:

La parte ucraina, in risposta all’idea di tenere colloqui a Minsk, ha offerto invece Varsavia, e poi ha lasciato il collegamento telefonico, ha affermato l’addetto stampa del presidente della Federazione Russa Dmitry Peskov.

In un briefing speciale per i giornalisti, Peskov ha sottolineato che “è molto importante ricostruire ancora una volta la catena di eventi in modo che sia chiaro”. “Vogliamo essere estremamente trasparenti”, ha sottolineato. Il portavoce del Cremlino ha definito la situazione attuale “una storia molto importante”. Peskov ha ricordato che venerdì il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rilasciato una dichiarazione sulla sua disponibilità a discutere dello status neutrale dell’Ucraina. “Questa era una condizione molto importante per risolvere la crisi, di cui ha parlato il presidente [della Federazione Russa] Vladimir Putin e che, di fatto, era al centro dell’obiettivo perseguito durante questa operazione militare speciale”, ha osservato Peskov.

Ha continuato dicendo che, tenendo conto di questa proposta di Zelensky, Putin ha accettato di incaricare di organizzare tali negoziati a Minsk. “Putin ha immediatamente chiamato il presidente [Bielorussia] Alexander Lukashenko e ha convenuto che la parte bielorussa avrebbe fatto di tutto per organizzare al meglio l’arrivo delle delegazioni e garantire la loro sicurezza, ora anche questo elemento è molto importante e le condizioni per tenere diretti questi negoziati”, ha aggiunto il portavoce. Peskov ha anche affermato che da parte russa, subito a nome del presidente, è stata formata una delegazione di rappresentanti del ministero della Difesa, del ministero degli Affari esteri e dell’amministrazione presidenziale. “Tutte queste informazioni sono state portate all’attenzione degli ucraini”, ha detto. (fine citazione)

Nello stesso tempo Peskov riferisce che gruppi di nazionalisti stanno posizionando nella capitale (in pieno centro) lanciarazzi grad e che questo crea prandi rischi per la popolazione, in quando una riposta russa porterebbe a causare serio pericolo per la popolazione civile.

Maria Zakharova
Maria Zakharova

Improbabile che dopo la resa si riproponga la situazione di partenza (sia territoriale che politica)

Ciò che si prospetta sono negoziati. Ma la situazione è molto liquida. In tutti i modi è molto improbabile che si riproponga l’attuale governo dopo la resa, come la stessa composizione dei territori. Lo si capisce chiaramente, anche alla luce delle pesantissime sanzioni e del conseguente isolamento internazionale. Altrimenti quando si è fatto non è valsa la pena.

In proposito, le parole del portavoce russa del ministro degli esteri Maria Zakharova  , sono inequivocabili:

“L’attuale governo, il regime di Kiev, queste persone fantoccio che si sono autoproclamate governanti di questa terra, umiliando la dignità delle persone e deridendole, sono privati ​​di qualsiasi sovranità o definizione di obiettivi nell’interesse del popolo ucraino. L’unica cosa ciò che il regime di Kiev può fare è usare le istruzioni che provengono dall’altra parte dell’oceano, ma allo stesso tempo lo fa, per usare un eufemismo, non sempre con successo e contrario agli interessi della gente.

Quindi molto difficile che si riproponga una situazione di partenza, a meno che non si trovi una qualche garanzia permanente ed almeno una assunzione di corresponsabilità da parte occidentale sugli eventi in corso. La qual cosa, specialmente con le nuove armi in arrivo e le dichiarazioni di queste ore, non è in vista.

Inoltre, il ministro degli esteri russo Lavrov ha tenuto a precisare che la consegna delle armi da parte ucraina, è la pre-condizione per iniziare le trattative. Insomma non è un Minsk 3.

VP News

Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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