Sullo sfondo della crisi Ucraina/Russia i media stabiliscono nuovi record di piaggeria e disinformazione

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Molti articoli sulla crisi Ucraina sono veramente illeggibili. Sono sensa senso e distaccati completamente dalla realtà. Devo dire che avvicinandosi quella che per la CIA è l’ora “X”, questa tendenza è in costante aumento. Sembra non capiscano proprio come la Russia possa avere da obiettare che l’Ucraina entri nella Nato (Kiev è così determinata in questo che ha messo questo obiettivo in Costituzione). Per dare legittimità a questa intenzione ribadita più volte dai governanti ucraini,  si forniscono le più stravaganti giustificazioni. Tra queste, la più diffusa è “l’Ucraina è uno stato sovrano e pertanto ha diritto di far parte della Nato e decidere dove collocarsi”.

Questo è giusto ma, mi domando perché allora, gli stessi che sposano questa posizione, non emettono lo stesso giudizio sulla dottrina Monroe degli Stati Uniti (per la quale il Sudamerica deve rimanere sotto l’influenza USA. In linea, immaginate cosa succederebbe all’Italia se decidesse di uscire dalla Nato e chiedesse agli USA di smobilitare le basi sul nostro territorio, e magari, poi ospitare basi russe.
Cosa succederebbe è molto semplice e lo abbiamo visto con il Cile con la deposizione di Allende e con Cuba: gli Stati Uniti non permetterebbero la fuoriuscita dalla propria zona di influenza e si comporterebbero come la Russia fa con L’Ucraina ed anche peggio.

È così difficile capire questo? No. Eppure i grandi media non lo dicono. Essi ci forniscono analisi risibili e creano ancora più confusione invece di rispondere alle domande essenziali.

Altra singolarità che si può notare in questi giorni, sono i continui voli USA e britannici in Ucraina carichi di armi. Ora, ditemi voi se è normale che a un paese che si dice prossimo ad una guerra devastante si inviino armi in queste quantità, quando si conosce benissimo che la lotta è impari e che un maggior numero di armi corrisponde solo un maggior numero di morti e devastazione e, soprattutto un maggiore reticenza da parte di Kiev di sedersi ad un tavolo e negoziare.
Per contro, la diplomazia è solo pietosa e non ha soddisfatto una sola legittima richiesta russa. Nella fattispecie, la Russia ha richiesto semplicemente lo stop all’espansione della Nato nel cortile di casa. Questo è suo sacrosanto diritto ed è stato promesso dagli Stati Uniti con la caduta del muro di Berlino.

Per quando riguarda la problematica delle provincie autonomiste, questo è un non problema ed esiste solo per cocciutaggine del governo ucraino. La concessione di una forte autonomia al Donbass sullo ‘stile Sudtirol’ in Italia, avrebbe evitato 14.000 morti, devastazioni e sofferenze indicibili per la popolazione. Ma Kiev non solo non ha voluto fare il passo, ma in realtà in tutti questi anni non ha voluto neanche incontrare i rappresentati di Donetsk e Lugansk.

Quindi in tema di guerra preventiva (che, ricordiamolo, è stata inventata ed applicata dall’occidente), la Russia è tentata di risolvere la questione prima che non lo possa più fare.

Procederà all’invasione, farà un attacco limitato o non lo farà affatto?  Oppure si limiterà a riconoscere le repubbliche autonomiste per focare l’intraprendenza ucraina, sarà pronta ad una eventuale reazione? Non lo so e non lo possono prevedere i migliori centro studi di analisi internazionale e di geopolitica. In tutti i modi vedremo tutto tra breve. Nel frattempo aspettatevi ancora una gran quantità articoli falsi e patetici che sembrano fatti per i bambini. Ma del resto è comprensibile, dopo due anni di covid i nostri media mainstream hanno fatto molta pratica.

Vp News

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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