Strage a Damasco: diluvio di menzogne parlare ancora di rivolta popolare contro l’oppressione della dittatura, perchè l'ha superata.

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Ho appreso  dalla TV dei 1.000 kg di esplosivo  che a Damasco hanno fatto strage in uno dei punti più frequentati dalla gente. Anche di fronte a queste immagini il TG1 non ha mancato di commentare la solita retorica romanzata della rivoluzione, infatti il commento finale al servizio, mentre scorrevono le immagini della devastazione è stato:  ‘ stanno scippando la rivoluzione all’ ‘opposizione’ .  Il servizio ricalca la posizione comune di tutti i mezzi di informazione che da mesi resta la stessa nonostante gli eventi cabiano.  Non si ha il coraggio ed il pudore di pronunciare un’evidenza che l’opposizione è proprio quella ormai:  quella dei terroristi.
Qualsiasi cosa avvenga si fa la copia fotostatica delle solite conclusioni.  Sembra non nulla sia più  sufficiente per portare gli uomini a riflettere, a pensare, a cambiare opinione.
Che grande responsabilità è dei nostri paesi,  che non sanno più che cos’è la moralità, la pietà ed il bene comune. Mi domando come qualcuno può ancora affermare che la pace si costruisce  così.
Quando la misura  della corruzione dei cuori e dell’indifferenza dei popoli si fa così grande, gli effetti non possono cadere ancora lontano, ma si ripercuotono su tutti noi, dilagano nelle nostre società indifferenti che ‘dentro’ sono sempre nella perenne ricerca del diritto: ma solo a parole. I nostri valori di libertà sono ‘lettera morta’, validi solo per i codici, per i trattati,  per le rievocazioni e per le commemorazioni delle feste liberali.
La giustizia non è qualcosa che portiamo noi ma che ogni uomo ha come aspirazione:  gli proviene dal fatto che la giustizia esiste e vi può aderire.
La giustizia non si porta con la morte e la distruzione ma con la verità e la bellezza. Pensare che il trionfo del bene possa solo avvenire sradicando il male identificato nel tiranno è un’illusione,  lo stiamo vedendo.

La giustizia può partire solo da un tessuto sociale incline al cambiamento, nell’unità, alla valorizzazione. E’ evidente che  la stragrande maggioranza del  popolo siriano,  è considerato  dall’opposizione armata come insignificante  perché non usa le armi ,  per questo è  al di fuori della storia che conta, della storia in cui si raccontano soprattutto le guerre. Così in Siria chi non è a favore della lotta armata è contro la democrazia e quindi non è degno di vivere:  non si è solo contro  Assad ma anche contro idee diverse dalle proprie, contro  appartenenze politiche o religiose differenti, ostili ad un diverso modo di concepire il perseguimento della democrazia.
Chi ragiona ed agisce in questo modo violento non  può essere dire ancora che  persegue la giustizia e la democrazia:  non c’è nulla di vero e di sostanziale in una simile affermazione! Perché se è l’uomo, la prima cosa che i diritti devono salvaguardare, perché mai lo si può trattare come carne da macello, sacrificabile?
Non si può dire ancora che ‘ la colpa è  del cattivo’,  non si può essere così ipocriti!  I nostri media che fanno informazione di intrattenimento  (nonostante gli eventi) anche oggi  hanno dato come prima notizia la crescita, la crisi e le elezioni amministrative, mentre il primo argomento del giorno  è la vita e la morte. E nessuno ancora ha detto che  la crisi non si risolve perché non è chiaro il punto di partenza , ma questo è un altro discorso…
La notizia dell’autocolonna dell’esercito siriano che ieri con gli osservatori dell’ONU era stata attaccata dall’opposizione armata autoproclamatasi ‘esercito siriano libero’ non aveva avuto diritto di cronaca, eppure c’erano stati morti e feriti: chi accetta di chiamare ancora l’opposizione golpista, ‘esercito siriano libero’ , accetta  evidentemente di essere considerato un’idiota, perché la libertà non si addice alle azioni che lo contraddistinguono  azioni . Se le brigate rosse, all’epoca degli anni di piombo si fossero proclamate ‘esercito italiano libero’ chi avrebbe dato eco senza alcun commento negativo  ad una simile affermazione? Come un fine ritenuto giusto può giustificare l’adozione di metodi peggiori del potere che si vuol combattere?

Oggi è avvenuta una strage: i presagi di quello che stava per accadere c’erano, ce ne sono stati ogni giorno ed ogni giorno sono stati ignorati: alcuni giorni fa   il comandante del cosiddetto “esercito libero” nel corso di un’intervista aveva detto: “siamo arrivati alla fase di picco, qualunque sia la posizione del Consiglio di Sicurezza non staremo a guardare, non siamo più in grado di sopportare e aspettare… gli osservatori si sono convertiti a falsi testimoni” . E’ falso perché gli osservatori sono militari che rispondono ai loro governi e ricevono forti pressioni per seguire la linea politica dei rispettivi governi e quella dll’ONU che sin da principio da una parte ha cercato di conservare un’immagine superpartes, ma di fatto ha sempre appoggiato l’opposizione non essendo mai equanime ed indipendente  nei suoi giudizi. Comprova di questo è che ha inviato come mediatore Kofi Annan, ma egli non  è un uomo di pace ma  un uomo della Lega Araba e degli USA: http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=print&sid=2299
In questa  situazione gli USA stanno agendo spregiudicatamente al solo scopo di perseguire i propri obiettivi, il segretario di Stato Hilary Clinton alcuni giorni fa , ad una riunione dei ministri degli esteri e della difesa della NATO,  ha detto che “Gli Stati Uniti stanno fornendo comunicazioni, logistica e altri sostegni per l’opposizione e continueremo a fare di tutto per aiutarli”. Questo mentre l’emiro del Qatar,  insieme ad altri stati “amici” sta contribuendo a rifornire i ribelli di armi sempre più sofisticate.
La domanda è semplice : come si può dire di voler  arrivare ad una soluzione pacifica e  riempire la Siria  di armi ?
L’Onu ha per tutto questo tempo perso tempo a dispiegare gli Osservatori, finché dopo un anno è riuscita a mandarne 30. Non altrettanto è stato fatto nel caso della Libia: quando si è trattato  di  autorizzare di scaricare tonnellate di bombe che hanno causato 50.000 morti e concorso alla distruzione di intere città, lo si è fatto con grande tempestività.
L’attentato di oggi è senza precedenti, nella zona, dove è avvenuto  c’è un palazzo delle forze di sicurezza ed al momento dell’esplosione era densamente frequentata da pedoni e bambini che andavano a scuola. Si è cercata la strage. La guida  del paese dovrebbe andare nelle mani macchiate di sangue di chi ha mietuto queste vittime. La comunità internazionale spinge ancora per questa soluzione , anzi arma ancora le mani degli attentatori, aumenta il loro coordinamento e la loro logistica. Le monarchie del Golfo addirittura forniscono armamenti mentre dall’altra parte si recita la farsa dell’ONU che facendo finta di essere equanime di fatto finora non ha fatto nulla se non guardare solo in una direzione , quella della caduta del governo legittimo per la persecuzione di spregiudicati fini terzi , degni solo delle dittature che in Europa festeggiamo ogni anno di esserci liberati.
Rimetto tutta la mia speranza nella Madonna che tocchi i cuori ed il lume dell’intelletto di chi sta al potere e pensa di risolvere i problemi del mondo in questo modo.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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