SIRIA/Prov. Idlib – ”La Turchia non aggraverà le relazioni con la Russia a causa di Idlib” – Erdogan

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Sgonfiata la tensione con la Turchia – Sarmin ora sotto la pressione delle forze aeree, attacchi contro obiettivi jihadisti

Erdogan ha detto ai giornalisti turchi a bordo dell’aereo, tornando dopo una visita a Kiev: “La Turchia non ha intenzione di aggravare le relazioni con la Russia a causa della situazione in Siria, in Idlib”. Lo riferisce l’agenzia russa Riafan citando il quotidiano turco Sabah:

“Non abbiamo bisogno di entrare in un conflitto o una grave contraddizione con la Russia in questa fase. Abbiamo progetti strategici con essa, come Turkish Stream e Akkuyu NPP. Non c’è dubbio che non abbandoneremo il sistema di difesa aerea S-400 “Chiunque si alzi con rabbia si siederà a proprio danno”, ha detto il quotidiano Sabah citando Erdogan

Quindi le vicende attuali non porteranno ad uno scontro a tutto campo “in questa fase”. Più probabile, ”all’occorrenza’‘, risposte ‘occhio per occhio. Erdogan ha anche detto che l’incidente che ha portato alla morte di soldati turchi, è ingiustificato perché questi militari stavano sfollando e la parte russa era stata avvisata di questo. Inoltre, ha aggiunto che i posti di osservazione non saranno smobilitati ma saranno rafforzati.

Pur nell’irrigidimento delle posizioni, sembrano comunque depotenziati i fatti che nelle ultime ore avevano fatto pensare a prospettive infauste con una discesa in campo diretta della Turchia contro le forze armate siriane. Operativamente, i posti di osservazione turchi – pur esponendo le forze siriane a continui incidenti ed ad ambigue situazioni – sono comunque sistematicamente aggirati e isolati.

In tutti i modi, l’offensiva siriana per ora continua e con essa il supporto aereo russo. Ciò che già si vede in queste ore è l’inizio dell’alleggerimento e la neutralizzazione dei fianchi orientali della zona dell’offensiva dell’esercito siriano (SAA) nella sacca formatasi ad est di Sarakib. Le unità dell’esercito arabo siriano (SAA) nelle ultime ore hanno controllano villaggi e colline: Barisa – Hammadat – Um Al-Sharshouh – Tal Sultan – Mantar Al-Khashkhaish – Jabal Tawil nella campagna occidentale di Abudhoor, a est di Sarakib, in vista della città di Idlib.

L’inutilità della resistenza dei jihdisti di al Qaeda asseragliati nei centri della tasca orientale è evidente, saranno inutili anche i loro tentativi di mobilitare le loro risorse per la difesa di Idlib e il tratto dell’autostrada M-5 Serakib-Aleppo.
Per SAA, l’obiettivo in corso non è  solo la liberazione del territorio, ma anche la riduzione del fronte. Ciò libererà forze sul campo e rafforzerà i gruppi di attacco e le risorse di combattimento. In questa fase, sarebbe molto auspicabile prendere anche Sarmin e bloccare la strada per Idlib, per poi espandere le opportunità per future opzioni offensive.

Qui vedete la progressione avvenuta nelle ultime ore sul fianco orientale con la riconquista dei villaggi cerchiati in rosso. Si nota che in questa fase si sta svuotando la tasca fino al ricongiungimento delle forze SAA sui due fronti occidentale ed orientale della tasca stessa.

Unità dell’esercito siriano hanno completamente liberato il villaggio di Neyrab a nord della città di Sarakib, che è l’avamposto dei terroristi di Jabhat al-Nusra (o Tharir al Sham che dir si voglia), le forze governative si stanno preparando a chiudere l’anello di accerchiamento attorno a questa città.

L’agenzia di stampa russa TASS dice chiaramente che Sarakib ha un’importanza strategica: la città si trova all’incrocio delle rotte Latakia-Aleppo e Damasco-Aleppo. Se le truppe siriane stabilissero il controllo sulla città, ciò potrebbe accelerare la sconfitta dei militanti nel nord del paese.

Intanto si segnala un atto di sabotaggio. Atti di sabotaggio ed attentati di solito in passato sono avvenuti in corrispondenza a accresciute difficoltà operative dei militanti.  I terroristi hanno lanciato missili contro il complesso di combustibile ed energia siriano. Gli attacchi sono avvenuti contro l’impianto di gas Eble e una raffineria nella provincia di Homs. Secondo il ministro del petrolio e delle risorse minerarie della Siria, Ali Ghanem, gli specialisti hanno già iniziato a valutare il danno e hanno iniziato i lavori di riparazione. Alcune strutture hanno parzialmente sospeso il lavoro, ma l’incidente non avrà un impatto rilevante sul mercato interno.

In definitiva, ciò che sembra più sensato avverrà è almeno la ripresa di tutte le vie delle grandi comunicazione, come era stato inizialmente preventivato e un forte depotenziamento delle potenzialità dei terroristi su obiettivi siriani. Resterà la sfida che il paese sta attraversando con le sanzioni e con l’assurda ottusità occidentale. Ma questa sfida sarà facilitata da un fronte ridotto e dal consolidamento delle posizioni e il ripristino delle vie di facilitazione.

@vietatoparlare

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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