SIRIA – L’enclave terroristica di Idlib rimane la più problematica

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IDLIB – Negli ultimi giorni non sono stati segnalati bombardamenti da parte di gruppi armati illegali controllati dalla Turchia contro l’esercito siriano. Questo però non vuol dire che questione della mancata apertura dell’autostrada M4 sia stata risolta. Infatti, i militanti filo-turchi dell’esercito hanno costruito altri blocchi stradali nell’area dell’autostrada M-4 vicino al villaggio di Jannat Al-Kura.

Nello stesso tempo, permangono le azioni ostili del gruppo qaedista Hayat Tahrir al-Sham  che ha effettuato un bombardamento di artiglieria contro il villaggio di Kuldzhok-Penar nella provincia di Latakia. Da parte sua,  l’aviazione russa ha effettuato diverse incursioni contro i combattenti islamisti lungo l’autostrada M4 che collega Aleppo e Latakia.

 SNA con supporto delle forze speciali turche si scontrano con al Qaeda

Sempre nella provincia di Idlib, nel periodo dal 10 al 12 aprile 2020, si sono verificati una serie di scontri tra le forze terroristiche “Hayyat Tahrir al-Sham” e numerosi gruppi militanti filo-turchi . La ragione ufficiale del riaccendersi del conflitto tra queste formazioni terroristiche è la ridistribuzione delle sfere di influenza nel territorio sotto il controllo dei militanti. In particolare, è da segnalare che importanti scontri si sono registrati nelle aree degli insediamenti di Dar Taazza e Sarmad.

In questo contesto, una caratteristica interessante è la partecipazione di forze operative speciali turche in supporto all’esercito nazionale siriano (SNA). A seguito dei combattimenti, l’importante leader di una delle più grandi formazioni della formazione qaedista Hayyat Tahrir al-Sham, Abu Zayd Jidari, è stato ucciso.

Quindi sembra che il SNA, con il sostegno delle forze turche, voglia prendere il controllo dei territori appartenenti a Hayat Tahrir al-Sham indeboliti dalle battaglie con le forze governative. Tuttavia, secondo un analista militare dell’agenzia di intelligence SAR, le azioni dell’SNA sono più simili a provocazioni, il cui scopo è costringere l’HTS ad agire direttamente contro gli “interessi” della Turchia.

Ciò fornirà ai turchi un motivo per eseguire un’operazione simile all’operazione “Fonte della pace”, quando, con il pretesto di garantire la sicurezza dei loro confini, le formazioni filo-turche presero il controllo di vasti territori nel nord della Siria.

Ciò che pare stia accadendo è un nuovo tentativo di ridistribuzione interna delle bande anti-governative alla provincia di Idlib che oggi non è controllata da Damasco. In definitiva, ciò che dovrebbe avvenire, è una redistribuzione interna delle forze estremiste, a favore di quelle sotto il controllo turco.  Tuttavia, il gruppo terroristico HTS ha ancora grande risorse e può offrire una resistenza molto seria, infliggendo pesanti perdite alle forze turche, come è già successo più di una volta, quando Ankara le ha messo in campo  le sue bande nel tentativo di prendere Idlib sotto il proprio completo controllo.

In questo contesto, ciò che la Turchia si propone ufficialmente di fare, è quello recitare il ruolo di un pacificatore che vuole fermare lo spargimento di sangue ai suoi confini e salvare l’Europa dall’afflusso di rifugiati, mentre in realtà realizza le sue ambizioni di espandere le terre controllate da Ankara all’interno della Siria.

Scontri in provincia di Aleppo tra esercito siriano e NFR

ALEPPO – Più a nord sono stati segnalati scontri tra l’esercito siriano e un gruppo di militanti tra i villaggi di Kafr-Hanni e Kafr-Taala. Qui le bande irregolari si erano radunate e si accingevano ad attaccare  le posizioni delle forze governative nell’area della base della 46a brigata delle forze armate siriane. DI conseguenza, l’artiglieria dell’esercito ha colpito un gruppo di militanti, dopo di che, secondo gli islamisti, le forze governative hanno attaccato Kafr-Taal. I rappresentanti del gruppo Fronte di liberazione nazionale (NFR) sostenuto dalla Turchia hanno annunciato il respingimento dell’attacco e la morte di numerosi soldati del “regime”, tra cui un ufficiale iraniano. Tuttavia tali perdite non sono state confermate da fonti governative.

La stessa situazione si è riproposta ancora il 12 aprile, questa volta la preparazione con ammassamento di mezzi e personale è stata notata non a sud ma alla periferia nord di Kafr Taal. Di conseguenza, l’esercito siriano – come aveva fatto nella precedente occasione –  ha subito aperto un fuoco di artiglieria sui jihadisti.

Mosca manda carri armati e mezzi in Siria per nuova operazione in provincia di Idlib

Allo stato attuale ciò che si vede è che l’accordo russo-turco non viene attuato e i jihadisti non intendono lasciare l’autostrada M-4, continuano a violare il cessate il fuoco. Di conseguenza si fanno sempre più insistenti le valutazioni degli analisti, secondo le quali sarebbe imminente una ripresa del’offensiva siriana su Idlib (a mio avviso, più plausibile con obiettivi limitati alla messa in sicurezza della M4). A questo proposito, è iniziato il trasferimento di grandi quantità di veicoli corazzati e altre armi, dalla Russia in Siria.

fonti: Rusvesna, Top War, Eadealy, Sana, Sputnic, Anna News, Vpk, RenTv, al Masdar News

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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