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SIRIA – I raid aerei russi contro i terroristi in Idlib continuano a ritmo serrato

Le forze aeree siriane e russe continuano la guerra contro i terroristi sponsorizzati dalla NATO nella provincia nordoccidentale di Idlib.

by Patrizio Ricci
4 Gennaio 2022
in Esteri
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SIRIA – I raid aerei russi contro i terroristi in Idlib continuano a ritmo serrato

foto Ministero della Difesa della Federazione Russa

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I jet russi continuano i bombardamenti sulle aree vicino alla città siriana nordoccidentale di Idlib. Negli ultimi attacchi aerei sarebbero state prese di mira anche infrastrutture e risorse economiche.

Secondo a Reuters, aerei russi Sukhoi, volando ad alta quota, hanno sganciato bombe sulla stazione di pompaggio dell’acqua principale della città di Idlib. Anche gli allevamenti di bestiame e pollame situati vicino all’attraversamento del confine turco-siriano Bab al-Hawa sarebbero stati colpiti dall’attacco aereo. È da segnalare però che non esistono fonti indipendenti e che queste notizie, come le relative reazioni si basano sui report dell’opposizione armata, mentre nessun commento a queste notizie giunge dalla Federazione russa o dall’esercito siriano che afferma che prende di mira i nascondigli dei gruppi militanti che controllano la regione ma negano qualsiasi attacco ai civili.

In particolare, l’ONU ha espresso la preoccupazione che “gravi danni” alla stazione di pompaggio dell’acqua possano peggiorare la situazione umanitaria dei civili. In proposito è da rilevare che la distruzione di infrastrutture è stata fatta comunemente dalla Nato durante la lotta contro l’ISIS. Ad esempio, nella provincia di Homs l’aviazione occidentale aveva provveduto a distruggere raffinerie di petrolio, stazioni elettriche e infrastrutture siriane che nulla avevano a che fare con l’ISIS. È da rilevare l’ipocrisia occidentale che da una parte colpisce il popolo siriano con inique sanzioni e, dall’altro lato, lamenta le ingiurie contro i civili.

La relativa calma nella regione è continuata dal novembre 2021, quando Russia e Turchia sono riuscite a trovare un accordo su una soluzione congiunta della situazione. Tuttavia successivamente gli attacchi contro le forze armate siriane si sono rivitalizzate. Da qui la nuova campagna tesa a sopprimere la minaccia.

Tra gli altri obiettivi, sono stati presi di mira i terroristi uiguri provenienti dalla Cina, ovvero il cosiddetto Partito islamico del Turkestan, che opera nel villaggio di Kansafra nella campagna Idlib meridionale e nella città di Al Jidaydeh (Jdayde) nella campagna occidentale.

Gli attacchi sono stati eseguiti anche su obiettivi dislocati nella periferia del villaggio di Kafr Dariyan nella campagna settentrionale di Idlib.

Rusiya Aerokosmik Qüvvələri Həmanın şimalındakı əl-Qab vadisinin əl-Ankavi kəndinə hücum edib#Syria pic.twitter.com/JRKntSo2eC

— Eastnews.org (@EastnewsOrg) January 3, 2022

Alla vigilia di Capodanno, l’intelligence siriana aveva individuato un movimento dei miliziani verso le postazioni dell’esercito siriano, da qui l’operazione russa che si è basata sulle coordinate fornite dall’intelligence siriana. Questa aveva segnalato un concentrazione di miliziani nella periferia della città di Jisr Shoghour, un hub principale le forze antisiriane. In seguito a questa segnalazione, 3 delle loro postazioni sono state distrutte. Tra gli obiettivi, il cosiddetto battaglione uzbeko Bukhara nel Kansafra, Sufuhin e Benin nel monte Al Zawya è stato preso di mira mentre gli uzbeki stavano preparando un attacco contro le postazioni dell’esercito siriano su questi assi.

Queste operazioni ancora in corso, le informazioni sono diffuse correntemente da Sana, dal ministero della difesa siriano e da attivisti all’interno di Idlib

La provincia di Idlib è descritta dai comandanti della NATO e dai funzionari statunitensi come “l’ultima roccaforte di Al Qaeda” in Siria, tuttavia, l’esercito turco (il secondo esercito della Nato) non ha problemi a schierare le proprie truppe a fianco dei qaedisti.

La Nato quando ha bombardato la Serbia e Belgrado, ha distrutto le infrastrutture e le fabbriche civili, le stazioni di elettricità per paralizzare il paese. Non esiste altro modo per fare la guerra, o almeno nelle guerre cosiddette ‘moderne’ altro modo non è praticato. Quando il prolungamento di una guerra rischia di uccidere centinaia di migliaia di civili ancora, non c’è da aspettarsi molta umanità. Si può essere animati dalle migliori intenzioni ma i militari calcolano i costi ed i benefici. L’occidente, che il primo ad infliggere danni a decine di stati lo sa. Ma finge di non saperlo. Ed in Siria, ha persino usato il terrorismo per giungere ai suoi fini. Quando guardiamo gli avvenimenti odierni pensiamo attentamente a questo….

Vp News

Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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