Siria – Gli USA spediscono altri 35 camion nella Siria nord-orientale ricca di petrolio

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SANA : gli USA spediscono altri 35 camion nella Siria nord-orientale ricca di petrolio

Due giorni fa, i media siriani hanno riferito che gli Stati Uniti hanno spedito altri camion di attrezzature militari e logistiche nella provincia nord-orientale di Hasakah, mentre Washington e alcuni dei suoi alleati regionali continuano a gareggiare tra di loro per impadronirsi delle riserve di petrolio e saccheggiare risorse naturali del paese in guerra.

Fonti locali, parlando in anonimato, hanno riferito all’agenzia di stampa ufficiale della siriana SANA che lunedì un convoglio di 35 camion ha attraversato il valico di frontiera di Waleed  e si è diretto verso le posizioni statunitensi nella regione della provincia di Jazira.

Le stesse fonti hanno aggiunto che la maggior parte dell’attrezzatura è stata inviata a una base che le truppe americane hanno installato all’aeroporto di Kharab al-Jeer nel distretto di al-Malikiyah.

Il rapporto arriva solo un giorno dopo che il settimanale in lingua araba Enab Balad –  citando un video pubblicato dall’agenzia di stampa locale North Pres –  ha riferito che la cosiddetta coalizione militare a guida statunitense aveva installato attrezzature militari e logistiche in una zona vicino al giacimento petrolifero di al-Omar nella campagna orientale siriana di Deir_Ezzor.

Il rapporto rileva che l’operazione ha avuto luogo sabato sul tardi.

Alla fine di ottobre 2019, Washington ha annullato una precedente decisione di ritirare tutte le sue truppe dalla Siria nord-orientale, annunciando lo spiegamento di circa 500 soldati nei campi petroliferi controllati dalle forze curde nel paese arabo.

Il Pentagono ha affermato che la mossa era volta a proteggere i campi e le strutture da possibili attacchi di Daesh. Tale affermazione è arrivata sebbene il presidente degli Stati Uniti Donald Trump avesse precedentemente suggerito che Washington cercava interessi economici nel controllo dei giacimenti petroliferi.

Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Mark Esper ha anche minacciato che le truppe statunitensi schierate nei campi avrebbero usato la “forza militare” contro qualsiasi parte che potesse cercare di sfidare il controllo dei siti, anche se si trattasse di forze governative siriane o dei loro alleati russi.

La Siria, che non ha autorizzato la presenza militare americana nel suo territorio, ha affermato che gli Stati Uniti stanno “saccheggiando” il petrolio del paese.

Il 18 dicembre 2019, l’inviato speciale della Cina per la Siria ha dichiarato che il pretesto degli Stati Uniti per estendere la sua presenza militare nel paese arabo, in particolare per proteggere i giacimenti petroliferi siriani, era insostenibile.

“Chi ha dato agli americani il diritto di farlo? E chi sono gli Stati Uniti a proteggere i campi petroliferi della Siria? ” ha detto Xie Xiaoyan in una conferenza stampa a Mosca in quel momento.

Ed ha aggiunto: “Pensiamo un po al contrario : gli Stati Uniti permetteranno alla Siria di inviare truppe nel territorio degli Stati Uniti per proteggere i giacimenti petroliferi [statunitensi]?”

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US military dispatches 35 trucks to oil-rich northeastern Syria: SANA

Syrian media say the United States has dispatched truckloads of military and logistical equipment to the country’s northeastern province of Hasakah as Washington and some of its regional allies keep vying with one another to seize oil reserves and plunder natural resources in the war-battered country.

Local sources, speaking on condition of anonymity, told Syria’s official news agency SANA that a convoy of 35 trucks crossed the Waleed border crossing on Monday and headed toward US positions in the Jazira region of the province.

The sources added that the majority of the equipment was sent to a base that American troops have set up at Kharab al-Jeer Airport in al-Malikiyah district.

The report comes only a day after the Arabic-language Enab Baladi weekly newspaper, citing a video published by the local North Press news agency, reported that the so-called US-led military coalition purportedly formed to fight the Daesh Takfiri terrorist group had airdropped military and logistical equipment to an area close to al-Omar oil field in Syria’s eastern countryside of Dayr al-Zawr.

The report noted that the operation took place late on Saturday.

In late October 2019, Washington reversed an earlier decision to pull out all of its troops from northeastern Syria, announcing the deployment of about 500 soldiers to the oil fields controlled by Kurdish forces in the Arab country.

The Pentagon claimed that the move was aimed at protecting the fields and facilities from possible attacks by Daesh. That claim came although US President Donald Trump had earlier suggested that Washington sought economic interests in controlling the oil fields.

US Secretary of Defense Mark Esper also threatened that the US troops deployed to the fields would use “military force” against any party that might seek to challenge control of the sites, even if it were Syrian government forces or their Russian allies.

Syria, which has not authorized American military presence in its territory, has said the US is “plundering” the country’s oil.

On December 18, 2019, China’s special envoy for Syria said the United States’ pretext for extending its military presence in the Arab country, namely to protect Syrian oil fields, was untenable.

“Who has given the Americans the right to do this? And, at whose invitation is the US protecting Syria’s oil fields?” Xie Xiaoyan said at a press conference in Moscow at the time.

“Let’s think the other way around: Will the US allow Syria to send troops to US territory to protect oil fields there?” he added.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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