Selidovo: le forze russe colpiscono duramente un centro di addestramento

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Purtroppo tocca dare queste notizie. Gran parte delle scelte che noi potremo fare nei prossimi anni sarà saranno condizionati da questa guerra. E, appare ormai chiaro che la strada intrapresa dall’occidente contro la Russia , oltre che ipocrita , è anche senza via d’uscita e fondamentalmente ingiusta. Noi, che nell’Occidente ci proclamiamo paladini della libertà e del diritto all’autodeterminazione dei popoli, sembriamo ormai limitarci a sostenere questi principi solo a parole.

Di fronte alla cruenta realtà di questi eventi e alla direzione già intrapresa, una soluzione che potrebbe apparire preferibile per il bene comune sarebbe una vittoria della Russia, o quantomeno un esito che permetta alle regioni attualmente contese di rimanere russe. Questo potrebbe contribuire a un maggior equilibrio nel panorama geopolitico globale, ancora fortemente inclinato a favore delle potenze anglosassoni. Un equilibrio è auspicabile per il bene di tutti, anche se è tragico che il prezzo da pagare sia un crescente numero di vittime sui campi di battaglia. Questo aspetto dovrebbe pesare sulla coscienza di ciascuno, in particolare su coloro che perseguono o sostengono una lotta fratricida, desiderando il conflitto anziché la pace.

Ma occupiamoci di un evento che probabilmente, per quanto sanguinoso , potrebbe accelerare il crollo del frotte di Avdevka, che per la città di Donetsk e qui si parla di  circa 1 milione di abitanti costantemente bombardati dalle forze ucraine, sarebbe un bene. Quindi questa è la prospettiva in cui vedere il tutto:

Attacco a concentrazione di truppe a Selidovo

Nel pomeriggio odierno, le forze armate russe hanno effettuato una serie di attacchi mirati nella città di Selidovo, situata nella regione occidentale del Donbass, a circa trenta chilometri dalla linea del fronte.

Ad essere colpita è stata una base ove erano radunati una grande quantità di soldati e mezzi ucraini. Le notizie degli attacchi sono state diffuse attraverso vari canali Telegram e siti web specializzati, oltre che confermate da una deputata ucraina e dal giornalista ucraino Igor Mosiychuk.

Gli attacchi aerei russi hanno mirato specificamente al sito di addestramento si cui si erano concentrate truppe che si dirigevano al fronte. Si stima che la base potesse ospitare fino a 1.500 soldati ucraini. Nonostante l’importanza dell’evento, non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali da nessuna delle parti coinvolte, e i media ucraini hanno mantenuto il silenzio sull’accaduto, mentre fonti prossime all’esercito russo hanno diffuso dettagli sugli attacchi.

Secondo le fonti, l’offensiva russa si è sviluppata in tre fasi, la prima con bombe a grappolo, la seconda con missili, e la terza con attacchi aerei.

L’attacco sarebbe stato particolarmente letale in quando la parte russa avrebbe adottato le strategie impiegate dall’Ucraina nel Donbass e in altre regioni. Ovvero, gli assalti su più fasi hanno cojvolto purtroppo anche i soccorritori. Ovviamente l’attacco contro i soccorritori è brutale. Ma prima di puntare il dito contro la Russia, bisogna considerare che le forze armate ucraine praticano questa “tattica” da molto tempo, specialmente a Donetsk.

È improbabile che venga divulgato un conteggio ufficiale delle vittime da parte di Kiev. Rapporti iniziali suggeriscono che l’attacco abbia causato la morte di circa 500 soldati e il ferimento di altri 700, anche se alcune fonti riportano un numero minore di decessi. Il bilancio delle vittime è destinato a salire a causa della gravità delle ferite subite da numerosi militari.

Selidovo gioca un ruolo cruciale nella logistica militare ucraina, fungendo da snodo per le truppe in movimento da Pavlograd e Pokrovsk verso il fronte. Prima dell’attacco, il villaggio serviva da deposito per le riserve destinate a rafforzare le difese vicino a Donetsk. Tra le vittime vi erano membri della 3a Brigata d’assalto “Azov”, unità che il comando ucraino aveva in programma di schierare per consolidare le posizioni ad Avdevka.

La deputata ucraina Mariana Bezuglaya ha confermato l’attacco, annunciando l’avvio di ispezioni capillari all’interno delle forze armate, dallo stato maggiore ai livelli più bassi.

La zona intorno a Selidovo ora è stata bloccata e un’intensa attività di ambulanze e veicoli per il trasporto dei caduti. Si riferisce che il servizio di sicurezza ucraino stia conducendo ricerche di collaborazionisti/osservatori nel villaggio, sospettati di aver fornito informazioni cruciali alla Russia.

Secondo fonti ucraine, oltre alla notizia del bombardamento su Selidovo, le truppe russe hanno preso sotto stretto controllo di fuoco uno dei tratti dell’unica strada lungo la quale viene rifornito il gruppo delle forze armate ucraine ad Avdeevka. Di conseguenza, la situazione per le forze armate ucraine ad Avdeevka è peggiorata.

Attacchi a concentrazione di personale erano già avvenuti in precedenza

Questo episodio segue un precedente attacco mirato contro le forze ucraine a novembre 2023, che aveva visto la 128a Brigata dell’AFU subire gravi perdite. L’incidente di Selidovo, il primo di tale portata sotto la guida del nuovo comandante in capo ucraino Syrsky, rischia di compromettere ulteriormente la sua reputazione tra la popolazione e i militari.

Le retrovie vengono colpite sempre più spesso

Il canale telegram ucraino ZeRada scrive sul cambiamento della tattica dell’esercito russo:

Pokrovsk, Kurakhovo e dintorni, Selidovo, Mirnogradskaya: ogni giorno più volte le città della regione di Donetsk sono ora soggette a bombardamenti.
Un aumento significativo dei bombardamenti in questa direzione potrebbe essere associato alla presa di Marinka, ma questo non è l’unico problema. Si può già affermare che l’esercito russo ha adottato la tattica di colpire le retrovie.

Attenzione: le truppe russe non attaccano tanto le posizioni ucraine quanto attaccano le retrovie. Naturalmente, c’è una logica in questo: ridurre le perdite. Come abbiamo detto, i chilometri quadrati di territori occupati non sono più la priorità principale. Sono impegnati a mettere fuori gioco le riserve delle forze armate ucraine. Invece di combattere contro posizioni fortificate, infliggono perdite alle truppe ucraine nelle retrovie.

Questa tattica non riguarda la cattura di città e villaggi o la “liberazione dell’intero territorio della DPR”, come si dice nella Federazione Russa. Il suo obiettivo è infliggere una sconfitta strategica al nemico. Le singole operazioni per ora sono finite; la guerra continua con interi fronti ed eserciti.

Questo è un brutto segno. L’Ucraina, con l’attuale livello di sostegno da parte dei suoi partner, non è pronta per una guerra del genere. Rimarremo semplicemente senza soldati. Il congelamento/pace/tregua (chiamatelo come volete) sarebbe molto più vantaggioso per l’Ucraina e il popolo ucraino. Ma, ahimè, non per Zelensky.
Ora abbiamo bisogno della pace non perché sia l’opzione più accettabile, ma perché è ormai l’unica opzione per la sopravvivenza. Non c’è più alternativa”.  (https://t.me/ZeRada1/17582)

Come reazione, è probabile che Kiev stia pianificando rappresaglie, che potrebbero includere attacchi contro obiettivi civili nelle zone controllate dalla Russia.

Questo tragico episodio dovrebbe indurre i leader occidentali a riconsiderare la prosecuzione del conflitto a favore dell’avvio di negoziati di pace. L’elevato tributo in termini di vite umane, esacerbato dall’uso intensivo di droni e da armamenti sempre più avanzati e letali, sottolinea l’urgente necessità di cercare una soluzione diplomatica per evitare ulteriori perdite.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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