Russia – Putin riconosce le Repubbliche di Donetsk e Lugansk – considerazioni

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Il presidente Putin poco fa, in un discorso alla nazione, ha annunciato di aver riconosciuto lo status di indipendenza delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk.

Sky News – su cui stavo ascoltando con traduzione simultanea il discorso di Putin alla nazione – ha interrotto la traduzione in simultanea nel momento in cui il presidente russo ha descritto la rivolta di piazza Maidan come “Colpo di Stato“. Ho allora girato per i vari canali TV generalisti italiani, ma non ho trovato altre traduzioni in simultanea e, nonostante abbia girato ‘in largo e lungo’ tutta l’etere, ho trovato solo talk show in cui tutta la disamina si concentrava solo su una possibile ‘invasione russa’ con confronti alla primavera di Praga etc. senza particolari utili per formulare un giudizio autonomo in base ai fatti.

Tutta la discussione si è concentrata invece sull’invasione. L’ipotesi dell’invasione è stata giudicata a questo punto come sicura. Come sempre avviene da 8 anni, ovvero sin da quando è sorta la problematica delle province autonomiste che chiedevano solo uno status speciale (alla pari dell’Alto Adige in Italia per capirci), il grande assente nel dibattito è la contestualizzazione degli eventi odierni che sono l’esito della politica ucraina che non poteva che portare alla cronaca odierna, a questo punto.

In particolare, è totalmente assente dai dibattiti televisivi che gli accordi di Minsk sono naufragati per il deliberato sabotaggio da parte di Kiev, la quale leadership assumendo una posizione estremamente nazionalista, non ha mai voluto incontrare la controparte, nonostante la road map sia stata decisa condivisa da tutte le parti, in sede Onu. Successivamente, Kiev ha fatto pressioni enormi per entrare nella Nato (anche mettendo in Costituzione questo traguardo), atto che avrebbe messo in estremo pericolo la Russia con le installazioni missilistiche della Nato che dall’Ucraina avrebbero impiegato solo 7 minuti per arrivare a Mosca, azzerando così la capacità di deterrenza reciproca che ha mantenuto per decenni la pace.

Tutta la politica estera occidentale è stata come fatta negli ultimi anni per isolare Mosca. Questa ostilità si è manifestata costantemente in vario modo, a cominciare da sanzioni comminate con le scuse più disparate. Questo va dall’accusa aver minato le elezioni americane (l’accusa anche dopo essere risultata falsa, non ha impedito che le sanzioni fossero mantenute), a politiche di guerra commerciale basate sul discredito di Mosca (North Stream 2) e all’utilizzo dei ‘diritti umani’ per minare la società russa dal di dentro (ad esempio per questo scopo in Kazakistan sono sorte 5000 Ong per allontanare la società da Mosca).

Inoltre, parlando di ‘invasione’ russa come fatto inaudito ed inusuale, “simbolo della aggressività russa”, l’occidente sorvola sui suoi ‘peccati’: questo va dall’occupazione statunitense della Siria (tutta la Siria l nord dell’Eufrate è occupata dagli USA), basato sulla sponsorizzazione iniziale di gruppi radicali islamici (facendo leva sulle faglie di natura etnico religiose presenti nel paese). Fino a altrettante guerre di invasione che, con opportune varianti, sono state messe in atto in Iraq, in Libia, in Serbia. Si tratta, in tutti i casi, di interventi che hanno portato al rovesciamento di governi di paesi sovrani, sostituiti successivamente con governi deboli in linea con i desiderata occidentali.

Alla luce di queste premesse, fa una certa impressione l’esercizio di mera propaganda e la cucitura di un discorso, di una descrizione che non tiene conto della realtà storica e di ciò che è stata la politica estera occidentale negli ultimi decenni, ivi compreso il rifiuto di tener fede agli obblighi che la Nato ha assicurato a Gorbaciov in merito al non allargamento ad Est del Patto Atlantico.

Questo il video annuncio di Putin e la trascrizione parziale del suo discorso alla nazione (che sarà integrato presto, appena apparirà sui canali ufficiali).

Quali decisioni ha preso Putin, riassumendo sono tre le decisioni centrali:

– Sostengo e chiedo all’Assemblea federale di riconoscere l’indipendenza del DNR e del LDR
– concludere trattati di amicizia e di mutua assistenza
– Esigo che l’Ucraina interrompa immediatamente qualsiasi provocazione

Video:

Vladimir Putin:  Cari cittadini russi! Cari amici!

L’argomento del mio intervento sono gli eventi in Ucraina e il motivo per cui è così importante per noi, per la Russia. Naturalmente il mio appello è rivolto anche ai nostri connazionali in Ucraina.

Dovrai parlare in dettaglio. La domanda è molto seria.

La situazione nel Donbas ha nuovamente acquisito un carattere critico, acuto. E oggi mi rivolgo direttamente a voi non solo per valutare quanto sta accadendo, ma anche per informarvi sulle decisioni che si stanno prendendo, sui possibili ulteriori passi in questa direzione.

Vorrei sottolineare ancora una volta che l’Ucraina per noi non è solo un paese vicino. È parte integrante della nostra storia, cultura, spazio spirituale. Questi sono i nostri compagni, parenti, tra i quali non ci sono solo colleghi, amici, ex colleghi, ma anche parenti, persone legate a noi dal sangue, legami familiari.

Per molto tempo, gli abitanti delle terre storiche del sud-ovest della Russia antica si chiamarono russi e ortodossi. Così fu fino al 17° secolo, quando parte di questi territori fu riunita allo stato russo.

Ci sembra che, in linea di principio, lo sappiamo tutti, che stiamo parlando di fatti noti. Allo stesso tempo, per capire cosa sta succedendo oggi, per spiegare i motivi delle azioni della Russia e gli obiettivi che ci siamo prefissati, dobbiamo spendere almeno qualche parola sulla storia della questione.

Quindi, inizierò con il fatto che l’Ucraina moderna è stata interamente creata dalla Russia, più precisamente, dai bolscevichi, dalla Russia comunista. Questo processo iniziò quasi subito dopo la rivoluzione del 1917, e Lenin ei suoi collaboratori lo fecero in modo molto rude nei confronti della Russia stessa, separandole, strappandole parte dei suoi stessi territori storici. Naturalmente, nessuno ha chiesto nulla ai milioni di persone che vivevano lì.

Poi, alla vigilia e dopo la Grande Guerra Patriottica, Stalin annesse all’URSS e trasferì all’Ucraina alcune terre che in precedenza appartenevano a Polonia, Romania e Ungheria. Allo stesso tempo, come una sorta di compensazione, Stalin dotò la Polonia di parte dei territori tedeschi originari e nel 1954 Krusciov per qualche motivo portò via la Crimea dalla Russia e la presentò anche all’Ucraina. In realtà, è così che si è formato il territorio dell’Ucraina sovietica.

Ma ora vorrei prestare particolare attenzione al periodo iniziale della creazione dell’URSS. Penso che questo sia estremamente importante per noi. Per capire, devi andare, come si suol dire, a guardare lontano.

Lasciate che vi ricordi che dopo la Rivoluzione d’Ottobre del 1917 e la successiva Guerra Civile, i bolscevichi iniziarono a costruire una nuova statualità e tra loro sorsero disaccordi piuttosto aspri. Stalin, che nel 1922 unì gli incarichi di Segretario Generale del Comitato Centrale del RCP (b) e di Commissario del popolo per le nazionalità, propose di costruire il paese sui principi dell’autonomizzazione, cioè dare alle repubbliche – futuro amministrativo-territoriale unità – ampi poteri quando si uniscono a un unico stato.

Lenin criticò questo piano e si offrì di fare concessioni ai nazionalisti, poiché li ha poi chiamati “indipendentisti”. Erano queste idee leninistiche, infatti, quelle di un sistema statale confederale [in cui vigeva] lo slogan sul diritto delle nazioni all’autodeterminazione fino alla secessione, che erano alla base della statualità sovietica. Dapprima, nel 1922, furono sanciti nella Dichiarazione sulla formazione dell’URSS e poi, dopo la morte di Lenin, nella Costituzione dell’URSS del 1924.

Molte domande sorgono immediatamente qui. E la prima, è la principale: perché era necessario soddisfare, le ambizioni nazionaliste in continuo aumento alla periferia dell’ex impero? Il trasferimento alle unità amministrative di nuova formazione, e spesso arbitrariamente formate – di repubbliche sindacali – vasti territori che spesso non avevano nulla a che fare con loro. Ripeto, per trasmettere insieme alla popolazione della Russia storica.

Inoltre, infatti, a queste unità amministrative è stato conferito lo status e la forma di formazioni statali nazionali. Ancora una volta mi chiedo: perché è stato necessario fare doni così generosi, che i nazionalisti più ardenti non avevano mai nemmeno sognato prima, e persino dare alle repubbliche il diritto di separarsi dallo stato unito senza alcuna condizione?

Il discorso sarà completato appena ne sarà distribuita la versione originale

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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