Polo Nord – Un diplomatico cinese risponde all’accusa di non condannare l’invasione russa in Ucraina

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Bloomberg riporta che “la tensione tra NATO e Cina sull’Ucraina si è proiettata anche in una conferenza in Islanda”. Un diplomatico cinese ha consigliato a un ammiraglio della NATO di cercare le cause del conflitto in Ucraina.

“All’assemblea annuale del Circolo Polare Artico, c’è stato un franco scambio di opinioni tra l’ammiraglio Rob Bauer, presidente del Comitato militare dell’Alleanza, e l’ambasciatore cinese in Islanda He Rulong” riferisce la pubblicazione.

Il capo della difesa e della marina olandese Rob Bauer ha affermato che la Cina “non condivide i nostri valori e sta minando l’ordine internazionale basato sulle regole”. L’inviato cinese ha risposto a Bauer: “Ammiraglio, con tutto il rispetto, il suo discorso e le sue osservazioni sono pieni di arroganza“.

Ciò ha provocato le obiezioni del funzionario della NATO: “Ho delle domande per lei, perché sottolinea il principio di sovranità e l’importanza dei confini internazionalmente riconosciuti nel mondo. Lei sostiene questo, non è vero? Allora perché, la Cina non sta ancora condannando l’attacco della Russia all’Ucraina?

A questo, l’ambasciatore cinese ha risposto: “Il punto di vista della Cina sulla crisi ucraina include una prospettiva storica e il mondo deve prima capire questa causa principale“.

Prospettiva storica…

Ma cosa intendeva l’inviato cinese? La definizione di prospettiva storica è questa: La prospettiva storica ci mostra come cambiano il mondo e la società e quali sono le cause di questi cambiamenti.”

“Badate che la discriminante non sono le conseguenze. Il fatto che in certi casi si sia finiti a menare le mani è perché nessuno era disposto a trovare una soluzione pacifica. Il punto fondamentale sono le cause. E conoscere le cause è importantissimo, perché vedere le cose in una prospettiva storica non è un mero esercizio intellettuale ma qualcosa che può essere applicato al presente”. (da La strada vecchia per la nuova: un po’ di prospettiva storica).

Se così non fosse – come abbiamo visto nel passato recente – troppo facilmente le regole possono essere piegate a piacimento per poi sfruttarle in modo violento, rimanendo formalmente dalla parte della ragione.

Ma non basta la ragione formale, se si evita la guerra bisogna anche evitare che si stratifichino ingiustizie e squilibri. Altrimenti è ipocrita che al verificarsi di un conflitto, si dica dopo “ma dobbiamo reagire perché è ingiusto piegarsi all’aggressore”, quando tutto il percorso precedente è stato costellato da violenza, da atti ostili e da occasioni perse.

L’aggressione non è moralmente giustificabile ma in questo caso, l’annessione dell’Italia meridionale al Regno di Sardegna sarebbe ancora più ingiustificabile, perché priva di atti ostili tra le due parti*. Ovviamente, i due eventi sono distanti e difficilmente accostabili ma entrambi sono pur sempre invasioni. Ciò vuol dire che la prospettiva storica è importante. Ci permette di condannare un determinato atto ma comprenderne le cause e quindi avvicinare una soluzione, se i conflitti sono ancora in corso.

Nel caso dell’Ucraina, la crisi si risolverà solo se chi dice di “difendere l’aggredito dall’invasore”, ha a sua volta chiara che la propria strada nella storia è non solo nell’immanente.  Solo la consapevolezza del proprio destino unisce gli uomini, porta all’armonia tra i popoli e alla reciproca comprensione. Le guerre da sole non risolvono niente e sono una tragica sconfitta che tradisce il motivo per cui l’uomo è stato creato.

Quanto alle cause accennate dall’ambasciatore cinese, la necessità di comprensione è reale. Perché alla fine anche in caso di vittoria dell’aggredito, inevitabilmente certe tensioni rispunteranno in tutta la loro virulenza più avanti.  Certo, a meno che il vincitore aggredito non passi all’omogeneizzazione completa del popolo soccombente o ad una “soluzione finale”.

Fa piacere che alla fine l’ambasciatore cinese abbia commentato l’episodio in questo modo: “È davvero bello parlare e parlare quando hai idee diverse. Questo è esattamente lo scopo del Circolo Polare Artico. Una maggiore comprensione renderà il nostro mondo un luogo più pacifico”.

…ma bisogna andare al circolo polare artico per potersi parlare? Speriamo che queste domande e queste questioni, siano poste anche a Bruxelles ed a Washington.

VPNews

****

nota * = Priva di conflitti preesistenti tra i due stati (nel caso del Regno delle due Sicilie e Regno di Sardegna ), mentre tra l’Ucraina e la RUSSIA era già in corso un conflitto informale dal 2015, con relativi scambi di prigionieri (lo ha riconosciuto anche un Tribunale… https://www.iltempo.it/attualita/2022/10/16/news/russia-ucraina-guerra-dal-2015-pronunce-cassazione-richieste-asilo-enrico-michetti-33479957/ )

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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