Per le sardine la piazza è un diritto ma non per l’opposizione “fascista” e “razzista”

L’idea è nata dal 32enne Mattia Santori e dai suoi collaboratori, come risposta alla campagna elettorale della Lega in Emilia-Romagna. Quindi il volto delle “sarde” è il giovane economista e istruttore sportivo Santori e i suoi amici – Roberto Morotti, Julia Trappoloni e Andrea Garreff. Al contrario di quanto si dice, il movimento non è affatto ‘spontaneo’ ma ha abbracciato la retorica della sinistra pan-europeista.

Lo scopo evidentemente – anche se lo si nega –  è dare un nuovo volto al PD in caduta libera.

In definitiva, l’operazione è essenzialmente un rebranding dell’ideologia che sostiene il Partito Democratico italiano e vuole dare l’impressione che sia qualcosa di nuovo, utile per riaggregare gli elettori sfiduciatati e coloro a cui interessa soprattutto la disfatta della Lega. Cosa importa se questo debba avvenire per via giudiziaria oppure tramite una certosina opera di delegittimazione etichettando l’opposizione come “fascista e razzista”? I leader delle sardine lo hanno nelle interviste: l’opposizione non ha diritto alle piazze e deve tacere perché è contraria alla ”Costituzione”. Tant’è che quelli dell’opposizione non saltano a comando e non cantano Bella Ciao.

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Bene descrive questo ‘movimento’ un utente Facebook che dice:

Ma che meraviglia queste SarPDine…

Dalle inaccessibili cime della loro autoreferenziale superiorità morale tutta comunista, ci notificano come loro si siano stancati del presunto linguaggio di odio degli avversari politici dei loro datori di “paghetta”.
Ci fanno sapere come abbiano deciso di reagire alla presunta deriva fascista che esiste solo tra i morbidi boccoli della loro ideologia.

Lo fanno attraverso un “manifesto” nel quale visti i toni ed i concetti espressi, non avrebbe sfigurato qualche lugubre simbolo degli anni di piombo.

Ci fanno infine la morale, col consueto tris di antipasti sinistroidi a base di “ignoranti-razzisti-fascisti”, accompagnati da una morbida fetta di pane sulla quale porre una goccia di odio extracomunista, ed una spremutina di livore, prima di adagiarci sopra la notizia secondo la quale Salvini e la Meloni, “non debbano avere diritto di essere ascoltati”.

Così poi quando in piazza ci si presentano loro, quelli democratici, concedono facoltà di parola ad una che è sposata con un noto sostenitore di quel ancor più noto gruppo palestinese, che annovera trai i propri propositi la distruzione dello stato di Israele e l’uccisione dei suoi abitanti.

Il tutto senza che alcuna “kommissione”, o pagina social che si propone di reprimere l’odio, anche se solo quello indicatogli da sinistra, abbiano qualcosa da dire in merito.

Perché sapete amici lettori, in Italia l’antisemitismo fa scalpore e suscita sdegno solo quando ricorrendo perfino alle menzogne, lo si può in qualche modo attribuire al nemico politico del PD.
Altrimenti ci si gira dall’altra parte, a controllare bene che non vi siano “fascisti” all’orizzonte.

 

@vietatoparlare

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