Orban: La guerra ucraina è una guerra per procura

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Orban ha messo in luce le sfide che le nazioni indipendenti stanno affrontando, costrette a confrontarsi con l’aumento delle pressioni per aderire a influenti alleanze globali.

Critico verso le politiche occidentali nel contesto del conflitto ucraino, Orban ha condannato le sanzioni contro la Russia come inefficaci e ha descritto gli aiuti militari a Kiev come pericolosi e in aumento. Ha urgente richiesto a entrambe le parti in conflitto di avviare negoziati per cessare le ostilità, proposta che Kiev ha rifiutato.

In occasione dell’incontro annuale con gli ambasciatori ungheresi, avvenuto martedì, Orban ha rilevato un consenso sulla conclusione del dominio occidentale, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa MTI. Ha incaricato i diplomatici di monitorare attentamente e analizzare le tendenze emergenti, in vista della formazione di un nuovo ordine mondiale.

Orban ha ribadito che, nonostante l’appartenenza dell’Ungheria all’Unione Europea e alla NATO, il paese manterrà la sua politica di sovranità, criticando la rigidità dei blocchi geopolitici che limitano la libertà d’azione di nazioni come l’Ungheria.

Ha inoltre definito il conflitto in Ucraina una “guerra per procura”, sostenendo che la situazione è chiara a “tutti” e che l’Occidente non ha speranze di vittoria, attribuendo questa circostanza alla dipendenza dell’Ucraina da sostegni esterni per la difesa.

Orban ha criticato l’Unione Europea per non aver approfittato dell’opportunità di negoziare una pace tra Kiev e Mosca all’inizio del conflitto, come riportato dall’agenzia di stampa russa TASS.

Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha sottolineato che ogni ritardo nel dichiarare un cessate il fuoco e nell’iniziare i negoziati peggiorerà la situazione per l’Ucraina.

Durante una riunione con i membri del suo partito di governo, Fidesz-KDNP, Orban ha osservato che, a fronte dell’aumento del carico finanziario sulle nazioni europee dovuto al conflitto in Ucraina, “quasi nessuno” ritiene che sarà possibile  una vittoria di Kiev.

Potrebbe l’Italia riprendersi la sovranità che ci insegna l’Ungheria?

Potrebbe l’Italia adottare una posizione di dignità e indipendenza simile a quella promossa dal primo ministro ungherese Viktor Orban? Alcuni potrebbero obiettare che la presenza di basi militari statunitensi sul territorio italiano e la mancanza di sovranità monetaria, a differenza dell’Ungheria che ha mantenuto la propria valuta nazionale, rendano questa aspirazione irrealizzabile. Tuttavia, la storia ci insegna che anche nei regimi più oppressivi, come quelli sovietici, le parole e le idee hanno avuto il potere di ispirare cambiamenti significativi.

I nostri leader dovrebbero, quindi, concentrarsi sul promuovere un pensiero critico e un’educazione che valorizzi la memoria storica e l’identità culturale dei cittadini, piuttosto che permettere l’omologazione del pensiero indotta dai media e dal sistema educativo. La mancanza di visione a lungo termine dei nostri politici non dovrebbe essere un ostacolo insormontabile; piuttosto, dovrebbero essere create le condizioni per che il popolo possa esercitare e coltivare la propria libertà.

Inoltre, esistono strategie concrete per incrementare l’autonomia nazionale, come la reintroduzione della lira in ambito locale, che potrebbero contribuire a riacquistare una certa sovranità. È fondamentale, però, che tali misure siano accompagnate da un ampio consenso popolare, il quale può essere ottenuto solo attraverso un’efficace comunicazione e sensibilizzazione.

Oggi, l’idea di riportare in circolazione la lira potrebbe incontrare la resistenza di partiti che si dichiarano europeisti e della stessa Unione Europea. Pertanto, è essenziale che il governo si impegni in un progetto a lungo termine che miri al benessere del popolo, promuovendo la sovranità attraverso l’incoraggiamento della libertà individuale e collettiva. Una società che si dedica al bene comune e si impegna attivamente nella sua realizzazione può davvero fare la differenza.

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AGGIORNATO 17:07 – 7/3/24

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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