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Nigeria nel caos tra sommosse contro l’aumento della benzina e le stragi di cristiani

by Patrizio Ricci
5 Ottobre 2021
in Esteri
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Nigeria nel caos tra sommosse contro l’aumento della benzina e le stragi di cristiani
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Il paradosso del paese africano: essere uno dei maggiori produttori di petrolio del mondo e non potersi permettere di avere carburante in quantità sufficiente per le proprie necessità

di Patrizio Ricci

Agli attentati del gruppo terroristico Boko Haram e allo stato d’emergenza proclamato dal presidente Goodluck Jonathan, si aggiungono ora le proteste per il raddoppio del prezzo del carburante, subito sfociate in guerriglia urbana in tutto il paese. A Lagos e Bako, al secondo giorno dello sciopero ad oltranza indetto dai sindacati, si registrano 5 morti e decine di feriti. I tagli delle sovvenzioni statali per l’acquisto del carburante (che viene importato dall’estero) sono state decise dal governo nigeriano di concerto con il Fondo Mondiale Internazionale: in un sol giorno il costo del carburante è raddoppiato ed in alcuni casi triplicato; un litro è salito a 0,86 dollari alla pompa e a 1,23 dollari al mercato nero. Il prezzo raggiunto è insostenibile, visto che la maggior parte della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno.

Appare paradossale che il reddito pro-capite del 1° produttore di petrolio dell’Africa (6° nel mondo) sia così basso da essere appena sufficiente per l’acquisto di due litri di carburante; mentre negli altri principali paesi produttori mondiali mai si supera per il consumo interno il prezzo di 0,50 dollari al litro.

In realtà, la Nigeria dispone di giacimenti di petrolio e gas di entitàtale da poter risolvere tutti i problemi interni. Invece, nonostante le royalties petrolifere delle esportazioni siano elevate, pochi (e solo al sud) ne beneficiano e così il paese importa gran parte del carburante necessario per il fabbisogno interno.
“Il risparmio derivante dalla revoca dei sussidi (valutato in 8 miliardi di dollari) sarà destinato allo sviluppo e alla sanità”, ha detto il Capo di Stato nigeriano: ma nonostante dagli anni ‘70 è iniziato un boom economico ininterrotto (legato all’aumento del prezzo del greggio), per la maggior parte della popolazione nigeriana non c’è stato alcun progresso, e quindi la reazione della gente è stata di scetticismo.

La corruzione e la cattiva gestione hanno sempre impedito un miglioramento diffuso della qualità di vita: la situazione sanitaria è disastrosa, migliaia sono le morti per malattie da noi facilmente prevenibili o curabili; il livello di disoccupazione è del 47% ; pur provvista di grandi bacini idrici, per l’80% della popolazione l’acqua potabile è una merce rara; l’agricoltura, un tempo florida, con grossi surplus che venivano esportati, oggi non riesce neanche a far fronte ai bisogni alimentari della popolazione. L’insicurezza nel paese ha fatto dichiarare al presidente lo stato di emergenza. “La situazione odierna è persino peggiore della guerra civile” ha dichiarato il Presidente Jonathan facendo riferimento alla guerra per la secessione del Biafra (1967-70) che provocò un milione di morti.

La posizione della Chiesa è stata espressa dai vescovi locali delle province di Ibadan (sud della Nigeria), che si dicono “rammaricati” per “la decisione impopolare” di abolire i sussidi sulla benzina e hanno messo in relazione la revoca dei sussidi da parte del governo con le stragi contro i cristiani dei giorni scorsi.

PUBBLICATO SU http://www.laperfettaletizia.com/2012/01/nigeria-nel-caos-tra-sommosse-contro.html
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Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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