Nel novero delle cause di inquinamento ambientale, non vengono mai menzionate le guerre

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Le guerre in corso, non solo causano correntemente il rilascio di sostante tossiche e altamente nocive, ma spesso le armi sono indirizzate contro i popoli attraverso la voluta devastazione del territorio

Sembra impossibile e leggendo quanto segue, molti penseranno che il motore è l’antiamericanismo’ ma non è così. I dati sono oggettivi e sono frutto ricerche (vedi Science Daily) :

Le forze armate statunitensi consumano più idrocarburi della maggior parte dei paesi, con un enorme impatto nascosto sul clima . Riepilogo: la ricerca mostra che l’esercito americano è uno dei maggiori inquinatori climatici della storia, consumando più combustibili liquidi ed emettendo più CO2e (equivalente di biossido di carbonio) rispetto alla maggior parte dei paesi.

Come inquinamento da idrocarburi, le FFAA USA sarebbero il 47° posto tra i paesi nel mondo ma non si tratta solo di idrocarburi ma anche delle attività che l’US Army svolge.

Tuttavia se il consumo di idrocarburi e l’inquinamento in un certo senso, sono inevitabili a chi si è auto-consacrato come gendarme del mondo, l’utilizzo di armi ed il ricorso a guerre anche tramite l’induzione della povertà dei paesi ‘attenzionati’, è più incomprensibile:

L’argomento è sintetizzato molto chiaramente da Giorgio Bianchi dalla sua bacheca FB:

Tutti i fenomeni che si riempiono la bocca con la faccenda del cambiamento climatico dimenticano sempre di nominare le guerre.
Parlano della tua Panda del ’95, della tua caldaia, perfino dei rutti delle vacche, ma le guerre si dimenticano sempre di menzionarle.
Nel ricordare sommessamente che il maggior inquinatore del pianeta restano le forze armate statunitensi.
Sapete qual’è l’organizzazione più inquinante del mondo?
che in questi mesi, per inciso, hanno scorrazzato in Europa con i loro mezzi altamente ecologici:
Il particolare riscaldamento climatico dell’Iraq.
In alcune città irachene la temperatura, che abitualmente in estate è di circa 45° all’ombra, quest’anno è nettamente superiore. Diverse città registrano da oltre 30 giorni temperature medie superiori a 50° all’ombra. La notte la temperatura non scende sotto i 30°.
Si riscontra un rialzo delle temperature – sebbene in misura minore – anche in parte dell’Iran e in Kuwait.
Secondo il servizio meteorologico iracheno, il fenomeno non sarebbe legato al riscaldamento globale del pianeta, ma alla particolare situazione della regione, dove continua a imperversare la guerra. Nei prossimi dieci anni la situazione climatica potrebbe peggiorare e le temperature potrebbero raggiungere i 70°.
Gli scienziati ricordano che durante la guerra del Vietnam la penisola indocinese fu devastata dalla “guerra metereologica”; USA e URSS furono indotti a firmare nel 1976 una «Convenzione per il divieto dell’utilizzo di tecniche di modificazione dell’ambiente per fini militari o altri fini ostili».
Ebbene, nel 2013 aerei USA dispersero illegalmente prodotti chimici lungo la frontiera siro-irachena, in modo da rendere sterile una vastissima area. Lo scopo era privare del lavoro i contadini siriani e iracheni, così da spingerli ad affiliarsi a Daesh nel 2014, quando comparve l’organizzazione terroristica (Piano Wright). Ancora oggi molte zone non sono coltivabili e provocano una modificazione del clima della regione. Già a settembre 2015, da Israele all’Iraq, si osservò una gigantesca tempesta di sabbia, causata dalla sabbia che le terre lasciate a maggese non riescono più a trattenere.
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vedi anche:

The US military is a bigger polluter than more than 100 countries combined : https://qz.com/1655268/us-military-is-a-bigger-polluter-than-140-countries-combined/

U.S. Military Produces More Greenhouse Gas Emissions Than up to 140 Countries: https://www.newsweek.com/us-military-greenhouse-gases-140-countries-1445674

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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