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Ucraina – L’argomento delle concessioni territoriali è ormai ricorrente, ora è la volta di Blinken

by Patrizio Ricci
17 Giugno 2022
in Esteri
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Ucraina – L’argomento delle concessioni territoriali è ormai ricorrente, ora è la volta di Blinken
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La questione è ormai ricorrente, Kiev e Zelensky dovranno rinunciare ai loro territori. Ma la decisione su questo deve essere presa dall’Occidente e l’occidente, a quanto pare, è pronto per concessioni territoriali.

“La pace in Ucraina è possibile. La domanda è quale sarà il suo prezzo. Quanto territorio, libertà e democrazia siamo disposti a pagare per questo mondo. La NATO intende aiutare l’Ucraina a darle la posizione più forte al tavolo dei negoziati con la Russia, cosa che dovrebbe porre fine alle ostilità”. Queste le parole di Stoltenberg, segretario generale della Nato. Stoltenberg, ovviamente, non decide nulla da solo. Il Segretario Generale della Nato coordina e modera, la decisione è presa da altri. Stoltenberg non dice mai nulla su cui i leader della NATO non siano d’accordo.

E chi sono i primi nella lista degli ‘altri’? Sono gli Stati Uniti.

Ecco quindi la domanda di Judy Woodruff di PBS NewsHour il 14 giugno: “Bene, ma allo stesso tempo sentiamo da esperti che non importa quanto ingiusto o disgustoso possa sembrare, sembra inevitabile che l’Ucraina dovrà fare concessioni territoriali a est. È così che la vedi che dovranno inchinarsi a Vladimir Putin e dargli il territorio che dice di volerlo?”.

La risposta del segretario di Stato Blinken: “Judy, il futuro dell’Ucraina dipende dagli ucraini. La decisione spetta al popolo ucraino e alla fine sarà presa dalle autorità democraticamente elette, incluso il presidente Zelenskyy. Dovrà decidere cosa è nel migliore interesse del suo paese, della sua gente, e noi lo sosterremo. Non saremo meno ucraini degli ucraini, non saremo più ucraini degli ucraini. Fondamentalmente, però, tocca a loro. Ed è di questo che si tratta. Vladimir Putin sta cercando di privare gli ucraini del diritto di decidere sul proprio futuro. Sosteniamo fermamente questa legge e ci aspettiamo che gli ucraini decidano ciò che è nel loro migliore interesse. (…)”. https://www.state.gov/secretary-antony-j-blinken-with-judy-woodruff-of-pbs-newshour-2/

Ciò significa che gli Stati Uniti capiscono che l’Ucraina dovrà separarsi da alcuni territori.

Henry Kissinger ha detto che l’Ucraina avrebbe dovuto cedere la Crimea e il Donbas, che gli interessi della Russia dovranno essere presi in considerazione.

Se Stoltenberg ha parlato di concessioni territoriali per il bene della pace, allora questa è una posizione comune.

Kissinger fu subito riconosciuto come nemico dell’Ucraina e inserito nell’elenco dei “Peacemaker”.

Mi chiedo se Stoltenberg apparirà in questo elenco? Ed anche Blinken!?…

La domanda ovviamente è retorica, ma in realtà non c’è alternativa, ma le armi occidentali ‘più potenti’ potrebbero causare una escalation. Finora la Russia ha condotto la guerra con una mano legata dietro la schiena. Non ha distrutto gli edifici governativi e dipartimentali, non ha toccato i punti chiave dell’energia, dei trasporti, dell’infrastruttura di pagamento, dell’infrastruttura delle comunicazioni, dei data center e dei data warehouse. Un maggior appoggio occidentale potrebbe innalzare il confronto senza un sostanziale guadagno per Kiev.

E’ la consapevolezza di questo il motivo per cui l’occidente sta frenando nell’inviare più armi e, nello stesso tempo, si sta riposizionando su una linea ‘più moderata’. Lo stesso presidente Joe Biden ha invitato il Segretario di Stato Anthony Blinken e il Segretario alla Difesa Lloyd Austin a “rallentare” nella retorica sul sostegno all’Ucraina, temendo che certe dichiarazioni possano generare aspettative irrealistiche da parte di Kiev e aumentare il rischio di un conflitto diretto degli Stati Uniti con la Russia. È probabile che vedremo presto un riposizionamento sempre più sensibile a cui ottempereranno anche i soldatini dei media.

Non aspettiamoci però che tutto “fili liscio”, siamo in una fase cruciale, il terreno è tortuoso e si gioca tutto a fil di spada, con trabocchetti e trappole continue, senza esclusioni di colpi. Compreso, ad esempio il tentativo della Marina degli Stati Uniti di entrare nel mar Nero. La Turchia sta sostenendo pressioni sempre più insistenti in questo senso e finora resiste. I colpi di scena quindi sono possibili fin quando l’occidente applicherà semplicemente strategie ostili e “i principi ed i valori” saranno come usati come grimaldello nei confronti della Russia.

Siamo in una fase in cui un solo incidente inaspettato potrebbe trasformarsi in una catastrofe. Speriamo che la Provvidenza ci assista. Intanto vediamo di fare i nostri pensieri più puri. La consapevolezza è il primo livello da cui cambiano le cose, ma c’è una guerra in atto che si combatte anche contro la purezza di pensiero.

VPNews

 

Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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