L’arcivescovo di Parigi sottolinea la illogicità delle imposizioni contro il culto

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I governi dei europei sono accumunati in questo tempo di Covid dall’emanare regole anche per quanto riguarda l’esercizio del credo religioso e le assemblee eucaristiche. Ovviamente, questo supera i limiti dello stato. Ma non solo: siamo arrivati alla situazione paradossale che questi limiti sono più stringenti, rispetto ai luoghi laici del commercio natalizio. Per questo, il Vescovo di Parigi ha fatto sentire la sua voce.

Rispondendo all’annuncio del Presidente che, nelle festività natalizie, le Messe non potranno superare trenta persone, mons. Michel Aupetit, arcivescovo di Parigi ha dichiarato ai microfoni di Radio Notre Dame:

[su_quote]“È una misura totalmente stupida che va contro il buon senso. Trenta persone in una chiesetta di paese, si capisce, ma a Saint Sulpice è ridicolo! A queste Messe, in alcune parrocchie di Parigi, vengono anche duemila persone. Fermarsi a trenta è ridicolo!”[/su_quote]

[su_quote]“Che certi membri del Governo ignorino la religione, sono affari loro, ma ignorare la medicina in piena pandemia, è molto grave. Abbiamo proposto di occupare un terzo della capienza abituale, lasciando uno spazio di 4,2 mq2 attorno ad ogni fedele. Ciò corrisponde perfettamente alle norme igieniche. Queste sono le norme che valgono per i negozi. È sorprendente che questi signori vietino alla Chiesa ciò che permettono ai commercianti”.[/su_quote]

[su_quote]“Finiamola con tutto questo! Siamo trattati come bambini, non siamo presi sul serio. Noi vescovi abbiamo dimostrato la nostra responsabilità. A parte due o tre casi isolati e subito superati, tutti i vescovi hanno ubbidito alle norme sanitarie emanate dal Governo, stilando di conseguenza un protocollo per il culto pubblico. La quasi totalità dei vescovi ha rispettato scrupolosamente le norme sanitarie. Francamente, adesso è troppo, basta! Stiamo pensando come reagire”.[/su_quote]

[su_quote]“Stiamo valutando se ubbidire o no. Tanto già oggi, ogni volta che entriamo nelle nostre chiese, rischiamo di essere assassinati dal terrorismo islamico. Questi ci massacrano. Massacrano persone pacifiche che vengono a pregare. Forse il signor Darmanin [ministro dell’Interno] invierà poliziotti con i manganelli durante la Messa. Sarebbe uno spettacolo incredibile. Vedremo”.[/su_quote]

Interessante il commento di Le Figaro: “Le furie episcopali sono rare, però quando piombano, piombano come un macigno”.

Fonti: il pensiero cattolico e giornale parigino LE FIGARO’ (vedi qui)


La dichiarazioni radiofoniche dell’arcivescovo di Parigi riflettono il contenuto del Comunicato Stampa diffuso il 30 novembre dalla pagina della Diocesi, che riporto qui di seguito:

[su_section background=”#fffcd9″ border=”1px solid #e8c800″ color=”#877100″ text_shadow=”1px 1px 0 #ffffff” margin=”20px 0″]Le decisioni del governo in merito alla ripresa del culto erano attese questo giovedì 26 novembre con grande speranza da parte di tutti i cattolici. Un protocollo rigoroso era stato proposto dalla Conferenza dei vescovi di Francia alle varie autorità. Avrebbe facilmente potuto consentire la ripresa della messa in pubblico per tutti, applicando un rigoroso protocollo sanitario e garantendo la tutela e la salute di tutti.

Imporre un calibro in valore assoluto (30 persone) è una decisione assurda.Per una città come Parigi, con una popolazione densa e parrocchie che accolgono diverse centinaia di persone ogni fine settimana, questa decisione costringerebbe a moltiplicare il numero delle messe a un ritmo insopportabile per qualsiasi squadra pastorale, qualunque sia la sua dimensione, senza potere. , in ogni caso, benvenuti tutti alla fine. In mancanza di una sufficiente moltiplicazione delle messe, questa misura richiederebbe a ciascun parroco di stabilire criteri per “scegliere” le persone che presumibilmente parteciperanno alle messe. Si tratta, infine, di una decisione tanto più difficile da comprendere in quanto il semplice buon senso avrebbe potuto rendere possibile offrire ai culti ciò che veniva offerto ai commercianti, ovvero un calibro proporzionale alle dimensioni del luogo interessato.

Quando la Chiesa è al servizio dei più poveri, non smista.
Non lo farà neanche per l’accoglienza dei fedeli.

È quindi con grande gravità che mons. Michel Aupetit ha deciso di presentare al Consiglio di Stato un’azione di provvedimenti urgenti non appena sarà pubblicato il decreto corrispondente agli annunci del governo.

Mons. Michel Aupetit invita tutti i parroci di Parigi a celebrare nel rispetto rigoroso delle distanze e dei gesti di barriera, come hanno sempre fatto. Ciascuno avrà cura di limitare il riempimento della propria chiesa senza lasciare nessuno alla porta.  [/su_section]

Qui il comunicato stampa in Pdf

E’ da segnalare che la problematica finora è sollevata solo da singoli vescovi e non dal Papa o dalle Conferenze Episcopali. Naturalmente i media sono girati dall’altra parte.  In tutti i modi, guardando il bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno, faccio una terza scelta, dico grazie a Dio, perchè il gesto del vescovo – a maggior ragione -, è eroico.

patrizioricci by @vietatoparlare

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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