L’Arabia Saudita – dopo non aver risposto alla chiamata di Biden -, invita il presidente cinese ad una visita ufficiale

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Interessante la notizia che anticipa i futuri eventi, da The Cradle:

Le autorità saudite hanno invitato il presidente cinese Xi Jinping a visitare Riyadh dopo il mese di Ramadan, mentre il regno cerca di approfondire i legami con Pechino tra le crescenti tensioni con gli Stati Uniti.
Secondo funzionari esperti che hanno parlato con il Wall Street Journal (WSJ), il primo viaggio all’estero di Xi dall’inizio della pandemia di COVID-19 potrebbe aver luogo già a maggio.
“Il principe ereditario e Xi sono amici intimi ed entrambi capiscono che esiste un enorme potenziale per legami più forti”, ha affermato un funzionario saudita senza nome, citato dal WSJ.

Le fonti hanno aggiunto che Riyadh ha in programma di dare al presidente cinese un’accoglienza paragonabile alla loro espansiva accoglienza dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel 2017.
Né il ministero degli Esteri saudita né l’ambasciata cinese a Riyadh hanno commentato il rapporto.

La notizia arriva pochi giorni dopo che il gigante petrolifero statale dell’Arabia Saudita Aramco ha finalizzato un accordo da 10 miliardi di dollari per sviluppare una raffineria e un complesso petrolchimico nel nord-est della Cina con le società North Huajin Chemical Industries Group Corporation e Panjin Xincheng Industrial Group.

“La Cina è una pietra angolare della nostra strategia di espansione a valle in Asia e un motore sempre più significativo della domanda globale di prodotti chimici”, ha affermato il dirigente di Aramco Mohammed al-Qahtani durante la firma dell’accordo.

Da quando Joe Biden è entrato in carica lo scorso anno, le relazioni storiche tra Arabia Saudita e Stati Uniti sono diventate sempre più tese. Durante un’intervista con The Atlantic il 3 marzo, il principe ereditario saudita Mohammad Bin Salman (MbS) “non gli importa” cosa pensa Biden di lui e che gli Stati Uniti dovrebbero concentrarsi sui propri interessi.

L’Arabia Saudita ha anche recentemente annunciato piani per ridurre la sua dipendenza dai produttori di armi statunitensi rafforzando la sua industria della difesa interna per raggiungere il 50% di produzione entro il 2030. (Fonte: The Cradle)

Se non vivessimo tempi in cui la terza guerra mondiale è una possibilità concreta, ci verrebbe da commentare che questa è una bomba termonucleare. Ci attendiamo un’escalation dell’aggressività USA nelle prossime settimane. (Giubbe Rosse).

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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