La visione oligarchica delle Istituzioni Europee

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L’involuzione delle maggioranze sovraniste in Italia

In un’Europa dove le istituzioni sembrano seguire un percorso tracciato da una visione oligarchica, invariata sin dalla sua nascita, è sempre più evidente la capacità di queste entità di imporre un’agenda che si discosta dalle peculiarità, decisioni e tradizioni dei singoli stati membri.

In particolare, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha sottolineato che una delle principali priorità per l’UE è combattere quella che viene definita ‘disinformazione’. Ciò significa che l’azione dell’Unione Europea sarà focalizzata nel ridurre o, quando possibile, limitare le voci che si oppongono o criticano l’orientamento attuale dell’Europa, (fossero queste ‘voci’ anche partiti o governi dei paesi membri). Se la Commissione Europea fosse sinceramente impegnata nella lotta contro la disinformazione, dovrebbe concentrarsi sul fornire ai cittadini europei gli strumenti per sviluppare un pensiero critico, invece di limitarsi a sopprimere coloro che esprimono liberamente opinioni diverse. Evidentemente la preoccupazione per la disinformazione è ispirata da altro: proteggere le proprie agende.

Questa tendenza dell’Unione Europea a proteggere se stessa e a rimanere chiusa in un circolo autoreferenziale diventa particolarmente evidente quando si analizza come sono stati trattati i movimenti sovranisti in Italia. Questi ultimi, in tre distinte occasioni, hanno visto i loro programmi politici modificati e allineati a una visione più conformista, a seguito della pressione esercitata dall’Europa. Invece di permettere che le forze politiche, emerse dalle elezioni come rappresentanti della volontà popolare, definiscano le politiche europee, l’UE ha preferito imporre la propria linea, richiedendo conformità piuttosto che rispettare le scelte democratiche, le Costituzioni dei paesi membri e gli stessi trattati europei.

2021.02.24 Viktor Orbán scrive a Giorgia Meloni” by Erdonzello is licensed under CC PDM 1.0

L’ “Evoluzione” del Governo Meloni

Il governo Meloni, inizialmente minacciato da Bruxelles, ha progressivamente aperto le porte a una stretta sudditanza con l’Unione Europea, rinunciando a quelle che erano state le promesse elettorali e i pilastri della destra italiana. Questa evoluzione politica è culminata nel sostegno alla ricandidatura di Ursula Von der Leyen, segnando un distacco completo dalla volontà di negoziare su basi più egualitarie con l’UE, comprese questioni importanti come la politica monetaria, la gestione dei fondi europei e le politiche agricole e ambientali.

Per l’attuale governo italiano è normale accettare passivamente decisioni dell’UE che potrebbero non essere nel migliore interesse dell’Italia o dei suoi cittadini, come le politiche ambientali e commerciali che hanno impatti diretti sul settore agricolo italiano.

Parliament elects Ursula von der Leyen as first female Commission President” by European Parliament is licensed under CC BY 2.0

E sì che di critiche da sollevare alle istituzioni europee, oggi totalmente infiltrate dall’azione lobbistica di potentati esterni alle istituzioni che forniscono la tabella di marcia , ce ne sarebbero parecchie. Ne cito alcune, con particolare riferimento alle proteste degli agricoltori:

Gestione Opaca dei Fondi

La Commissione Europea è accusata di mancanza di trasparenza nella gestione dei fondi, specialmente riguardo l’allocazione di 64,6 miliardi di euro per l’Ucraina, con il rischio che una parte significativa di questi fondi non venga mai restituita.

Speculazione finanziaria sui Beni Agricoli

la Commissione sta dando ‘contentini’ agli agricoltori – che tra l’altro finiranno nelle mani delle grandi multinazionali –  e non interviene contro la speculazione finanziaria sui prezzi dei beni agricoli, che sono quotati sui mercati finanziari mondiali e influenzati da strumenti derivati gestiti da grandi colossi finanziari. Anzi sembra connivente con questi, come abbiamo visto dal passaggio dai contratti ‘spot’ del gas.

Doppio standard nelle Politiche Commerciali

L’UE mostra un doppio standard nel trattare le richieste di veto da parte dei vari stati membri, evidenziato dalla diversa reazione ai veti imposti da Orban e Macron sull’accordo di libero scambio con il Mercosur.

Mancanza di Trasparenza e Accountability

Nonostante l’articolo 1 del regolamento europeo preveda che la trasparenza delle decisione della Commissione deve essere al primo posto, essa pecca di mancanza di trasparenza e DI rendere conto delle conseguenze delle proprie azioni. in particolare per la gestione dei contratti per i vaccini COVID-19 e la riluttanza a pubblicare i messaggi di testo tra la Presidente della Commissione e l’amministratore delegato di Pfizer.

Impatto negativo sul Settore Agricolo

Le politiche dell’UE hanno effetti dannosi sull’agricoltura, come dimostra la decisione di abbattere milioni di olivi in Puglia senza un’adeguata giustificazione e la contemporanea apertura del mercato a prodotti agricoli esterni con minori standard di qualità e controllo sanitario (ad esempio accordo con la Tunisia eliminando i dazi, accordo fatto in concomitanza con l’emergenza Xylella in Italia).

Contraddizioni nelle Politiche Ambientali

la Commissione difende le evidenti contraddizioni nelle politiche ambientali dell’UE, come l’incoraggiamento all’importazione di prodotti agricoli da lunghe distanze nonostante l’impegno dichiarato per la riduzione dell’impronta carbonica. Questo è segno che talune politiche cosiddette ambientali, in realtà foraggiano la grande finanza e le banche e poco o niente hanno a che fare con la difesa dell’ambiente. Se la Commissione coltivasse tanta sensibilità ed amore per il creato certo non impiegherebbe il fondo per la Pace per incentivare la guerra.

Violazione dei principi di Trasparenza e prossimità ai Cittadini

La Commissione viola i principi fondamentali dell’UE stabiliti dai trattati riguardanti la trasparenza e la prossimità delle decisioni ai cittadini, dimostrando una politica ricattatoria verso i paesi membri dissenzienti.

Considerazioni

La Parola “Democrazia” e la Guerra in Ucraina

È paradossale come la Commissione utilizzi il termine “democrazia” per descrivere il conflitto in Ucraina, omettendo che gli interessi predominanti sono quelli di egemonia globale, rivelando che nella politica internazionale prevale la forza.

L’Agenda demografica della Commissione

Si potrebbe continuare per elencare anche l’agenda della Commissione che prevede il cambiamento demografico dell’intero continente, per dotare i paesi membri di una mentalità fluida e sradicare le tradizioni nazionali e la storia dalla coscienza dei popoli. Ma di questo magari ce ne occuperemo in uno dei prossimi articoli.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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