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La questione uiguri, costantemente sollevata dai media per colpevolizzare la Cina

by Patrizio Ricci
5 Dicembre 2021
in Esteri
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La questione uiguri, costantemente sollevata dai media per colpevolizzare la Cina
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La questione della persecuzione degli uiguri viene presa costantemente in risalto per dimostrare che in Cina i diritti umani sono calpestati.

Quando si parla di retorica anticinese ed in tema di diritti umani calpestati, si parla di uiguri. Ma nessuno parla dei terroristi uiguri in Afghanistan e in Siria.

In tema, ad ottobre di quest’anno la fazione uigura presente in Afghanistan ha effettuato un’operazione di attentato suicida nella moschea al-Khazar a Kunduz. Nella copertura dell’attacco terroristico, il NY TIMES ha deliberatamente sottolineato che l’attentatore suicida era “un’etnia uigura, un rappresentante della minoranza musulmana oppressa dalla Cina”.

Da un lato, ciò giustifica le azioni della Cina nella regione autonoma dello Xinjiang Uygur (XUAR) nella lotta contro il separatismo, il terrorismo e l’estremismo uiguri, dove attacchi terroristici simili si sono verificati regolarmente fino al 2018. Dal 2018 non si è verificato un solo attacco terroristico sul territorio dello XUAR, il che sottolinea l’efficacia delle misure adottate dal governo.

Parte degli uiguri dello XUAR è fuggita in paesi come Kazakistan, Kirghizistan, Afghanistan, Siria, ecc. Ad esempio, quelli vivono in Afghanistan sono militanti dell’organizzazione terroristica “Islamic Movement Turkestan orientale” , compresi i membri delle loro famiglie (almeno secondo la versione delle Nazioni Unite).

L’enfasi da parte dei media occidentali sulla “traccia etnica” nell’attentato fa il gioco della Cina e, di fatto, giustifica l’intera gamma di misure adottate da Pechino. Peccato che poi questo viene dimenticato nei giudizi successivi.

Gli uiguri sono anche parte integrante della “folla” jihadista in Afghanistan. O sono tutt’uno con i talebani, quindi possono potenzialmente cambiare le loro scarpe in un balzo e unirsi all’ISIS. Ma per qualche ragione nessuno sta cercando di guardare al terrorismo uiguro.

– gli hazara sciiti ne sono stati la vittima, di cui l’Iran sembra essere responsabile (almeno, le autorità di Teheran si posizionano come difensori degli sciiti afghani);

– Da Kunduz al confine tagiko siamo a due passi, con le seguenti preoccupazioni per la sicurezza e la stabilità in questa particolare area;

– e, naturalmente, nessuno ha annullato lo svolgimento post-mediale del sentiero uiguro.

Se poi prendiamo come riferimento la Siria, in Siria si parla di circa 5000 terroristi uiguri presenti nel paese, nella regione di Idlib.

Si tratta di combattenti feroci, tra i più spietati e radicali che abbiamo visto in Siria. Veramente si crede che queste espressioni della cultura uigura, siano casuali. Oppure è qualcosa cui la Cina deve fare i conti. La scelta deve essere fatta coscientemente e non partendo da un pregiudizio. Ma la nostra informazione è quasi del tutto di riporto, ovvero non esistono giornalisti di inchiesta e quelli che ci sono sono costantemente attaccati (vedi Report, Assnage etc).

Per quando riguarda il trattamento degli uiguri in Cina – in termini di progresso e condizioni di vita – sono migliorati. Basta vedere le foto di cos’era la regione pochi decenni fa e cosa è diventata adesso. è irriconoscibile. Abbiamo visto in Italia che la democrazia può essere un’arma a doppio taglio e ci viene offerta oggi sempre più povertà e meno democrazia. I fact check in tutto ciò che è interessante sono incessanti, l’approdo è quindi il metodo cinese tanto criticato.

Uiguri in Siria: vogliono equità nel proprio territorio ma non esitano sopraffare altre popolazioni

Bisognerebbe che ci togliessimo il vizio, mai cancellato, di crederci all’apice della civiltà mondiale. Quelli erano tempi passati. E lo eravamo per la cultura umanistica, classica e la polvere da sparo, ma ormai non più.

La CINA è al Centro di una disputa internazionale con gli USA per il predominio del commercio mondiale. Pertanto tutto è da prendere con estrema cautela. A meno che non si vuol affrontare tutto con il fatto che ‘a prescindere’ la Cina è comunista e quindi ha torto. Se si pensa di voler risolvere in questo modo le relazioni internazionali, una simile posizione è abbastanza povera.

Occorre invece affrontare ogni singola questione con libertà ed obiettività. La Cina non è una isola felice, sappiamo della testimonianza di persone pacifiche come il card Van Thuan e della sua carcerazione.

Tuttavia, ogni cosa va inserita nel suo contesto storico e ci sono paesi in cui la comunità internazionale non ha nulla da ridire se non si può esporre neanche una croce o viene punito ancora il reato di stregoneria.

È da evidenziare che accuse vengono specialmente dagli USA, ovvero chi sollecita il rispetto dei diritti di minoranze sono gli stessi che nella sola Iraq ha causato più di un milione di morti inutilmente, contribuendo all’esodo dei cristiani.

Vp News

Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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