La NATO sta come sollecitando la Russia ad usare bombe nucleari tattiche

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Mi ha molto colpito un articolo del Messaggero che oggi ha riportato come plausibile che la Russia usi armi nucleari tattiche per uscire dal cul-de-sac in cui la sta portando l’occidente nel suo insieme.

Le azioni degli stati membri della NATO hanno come effetto l’innalzare il livello dello scontro senza prevedere una exit strategy. In definitiva, ciò che si propone alla Russia sono solo sanzioni capillari senza precedenti e l’intimazione della resa incondizionata, che peraltro non contempla neppure le famose garanzie di sicurezza richieste dalla Russia per mesi ma che, invece, saranno pienamente concesse all’Ucraina.

L’irridente e canzonatorio articolo del Messaggero non è casuale, perché rispecchia esattamente la mentalità che circola nei palazzi dell’Unione Europea e della NATO, dove è molta diffusa l’intelligenza artificiale del Next Generation ma non l’intelligenza naturale permeabile al reale.

L’aria che tira è pessima

Qui il link all’articolo in questione: “Armi nucleari tattiche, dall’Iskander al Kalibr: cosa sono, quali possiede Putin e perché lo zar ora potrebbe usarle”
La controffensiva ucraina potrebbe spingere lo zar a una manovra disperata per evitare di perdere la guerra (…)

Questa è l’aria che si respira e mostra nella sua pienezza il deterioramento cognitivo della nostra epoca. A parte l’insistenza di un lessico inadeguato alla gravità della situazione, ciò che si può notare è che tutti i media italiani sono convinti che Putin faccia riferimento alle armi nucleari russe, apparentemente per cercare di diffondere un senso di paura. L’intelligence della Casa Bianca in realtà ritiene che la minaccia dell’uso di queste armi sia un segnale che lo zar vuole mandare all’Occidente (Stati Uniti su tutti) per convincerlo a non intervenire più in Ucraina con l’invio di armi.”

In definitiva, il giornalista del Messaggero, pur ammettendo che se la Russia fosse messa davvero alle strette, potrebbe davvero cominciare ad usare le armi nucleari tattiche e che questo aprirebbe ‘scenari imprevedibili’, tratta questa prospettiva con una avvilente leggerezza.

Quindi, seppure il presidente russo ha avvertito chiaramente sulla possibilità di utilizzare misure senza precedenti di fronte all’aperta guerra per procura dei paesi della NATO, i media continuano a trattare questa ipotesi come in dissonanza cognitiva. Mentre è del tutto chiaro che con l’aumento della fornitura di armamenti sempre più distruttivi l’imprevedibile e inevitabile, si identificano.

In caso di attacco della Crimea, attacco nucleare non ‘imprevedibile’

Ora, non è un mistero che la dottrina russa prevede che ad un attacco convenzionale, che mettesse in pericolo la Russia stessa, Mosca risponderebbe con l’arma nucleare. Quindi si innesterà un conteggio alla rovescia quasi automatico, a cui sarà dato il via quando le forniture di armi occidentali saranno completate o le perdite russe non saranno più sopportabili.

Solo i nostri giornaloni e nostri leaders sembrano non saperlo, ma non i militari e gli esperti.

Ad esempio, Ben Hodges, ex capo delle forze armate statunitensi in Europa  è ben conscio che il Cremlino può lanciare un attacco nucleare contro l’Ucraina se l’esercito ucraino riconquista Kherson e inizia ad attaccare la Crimea. Egli ha affermato “Gli ucraini saranno in grado di attaccare la maggior parte/tutta la Crimea, colpendo tutte le basi aeree e logistiche russe e rendendo Sebastopoli inutilizzabile dalla flotta russa del Mar Nero. Quindi (l’attacco nucleare) è solo questione di tempo “, ha scritto Hodges su Twitter.

Ciò che a grandi passi si avvicina è ben descritto da uno degli ultimi video di Stefano ORSI, del tutto sottovalutato:

Verrebbe allora da dire, come nella nota canzone di Renato Zero ”
Il carrozzone va avanti da sé,
con le regine, i suoi fanti, i suoi re
Ridi buffone, per scaramanzia,
così la morte va via
Musica, gente, cantate che poi
Uno alla volta si scende anche noi (…)

VPNews

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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