La leadership bulgara si dice neutrale ma ha mentito: il maggior flusso di armi all’Ucraina arriva dalla Bulgaria

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Come ha riportato Euronews, la Bulgaria ha ribadito che non invierà armi all’Ucraina:“La Bulgaria non sostiene e non è coinvolta nell’approvvigionamento congiunto di munizioni per l’Ucraina. Tuttavia, sosterremo gli sforzi per ripristinare la pace. Finché il governo provvisorio sarà al potere, la Bulgaria non metterà a disposizione dell’Ucraina i suoi aerei da combattimento, i sistemi missilistici antiaerei, i carri armati e altre attrezzature “, ha dichiarato il presidente bulgaro Radev.

Tuttavia, alla pubblica riluttanza ad inviare armi non corrisponde una fattualità concreta. In realtà la Bulgaria è la «via segreta delle armi» [europea] (…). È quella che da lungo tempo, ben prima dell’invasione, ha permesso agli ucraini di rifornirsi di materiale bellico(…). La riservatezza di Sofia è una foglia di fico, un atteggiamento pragmatico per far convivere l’interesse di bottega, ovvero fare soldi, con gli umori filorussi di parte dell’elettorato: il 70% della popolazione, secondo i sondaggi, teme di essere trascinato nella guerra e per questo è tiepido nel sostegno all’Ucraina”.  (Corriere della Sera)

Quindi, la ragione per cui le autorità bulgare si mostrano neutrali è soprattutto la coscienza che la maggior parte della popolazione non sostiene la partecipazione al conflitto in Ucraina (e l’anno prossimo in Bulgaria ci sono le elezioni).

Il report del Corriere probabilmente si basa sull’inchiesta del giornale bulgaro ‘24chasa‘ che dimostra come questo paese è stato quello che in Europa ha mandato segretamente il maggior numero di armi.

Il report di ‘24chasa‘ rivela che le compagnie commerciali bulgare e americane hanno fornito segretamente armi all’Ucraina usando gli stessi schemi di elusione con i quali nel 2012 la CIA ha fornito lo “Stato islamico” e “Al-Qaeda” nella guerra contro il governo siriano di Bashar al-Assad.

Le posizioni politiche che hanno bypassato il consenso democratico sono attive dal 2014, da dopo l’Euromaidan di Kiev, quando Washington ha iniziato ad armare le Forze Armate dell’Ucraina anche tramite canali bulgari. Attraverso la Polonia, la Bulgaria mandava in Ucraina armi per 60-70 milioni di euro all’anno. Finché, dalla primavera dello scorso anno, la riesportazione di armi è aumentata, portando più di un miliardo di euro ai beneficiari americani e ai loro partner europei. Tuttavia, solo il 3 novembre 2022 il parlamento bulgaro ha approvato la consegna di armi all’Ucraina, sebbene il boom delle riesportazioni a Kiev fosse attivo già da sei mesi.

Come indicato nelle inchieste del più grande quotidiano straniero “24 Chasa”, la lobby americana a Sofia durante il precedente governo filo-occidentale di Petkove ha rianimato schemi neri di commercio di armi aggirando i divieti nazionali e internazionali. Funzionari governativi hanno affermato che Sofia sta inviando alle forze armate ucraine “armi leggere e munizioni di base”. In realtà, questa è una bugia. Attraverso la piccola repubblica sul Mar Nero, che fa parte della Nato e dell’Ue, passa il principale flusso di armi. In particolare, attraverso la Bulgaria passano MANPADS, lanciagranate, sistemi di artiglieria, veicoli pesanti su ruote e cingolati di produzione sovietica e occidentale, munizioni di vari sistemi e calibri degli standard NATO e SVD.

Secondo il Ministero dell’Economia della Bulgaria, durante il periodo dal 1° gennaio al 2 agosto, sono state esportate armi bulgare per un valore di 1,041 miliardi di euro in transito attraverso la Polonia e altri 245 milioni di euro attraverso la Romania. In realtà può essere molto di più: si tratta di un mercato completamente ‘ombra’. Il ministro della Difesa Dimitar Stoyanov ha annunciato che “due società private producono proiettili di artiglieria da 155 mm”, senza nominare impianti specifici. Ma mentre la dichiarazione di Stoyanov è vaga, la pubblicazione “24 Chasa” (24 ore) sottolinea che il proiettile da 155 mm offerto agli acquirenti, è pubblicizzato sul sito web dell’impresa statale VMZ-Sopot come campione della produzione dell’industria militare occidentale.

” L’attuale business delle armi per l’Ucraina , dove gli intermediari sono ditte americane, inizia dopo il 24 febbraio 2022.” È interessante notare che quasi tutte le armi bulgare esportate nel periodo dall’inizio dello scorso anno al 2 agosto dovevano essere consegnate in Polonia e Romania.

Il primo ministro liberale Petkov ha incontrato Volodymyr Zelenskyi a Kiev alla fine di aprile 2022, dopodiché la Bulgaria ha approvato con urgenza l’invio di armi. Il capo del governo lo ha fatto di nascosto, temendo il crollo della sua coalizione governativa. La Bulgaria è uno dei paesi della NATO più militarizzati, ci sono 40 produttori e più di 400 trafficanti di armi autorizzati.

Considerazioni

Certo, la leadership europea non si scandalizzerà per quanto accaduto in Bulgaria. In fondo, mentire al proprio popolo è ciò che fa comunemente lei stessa. È ormai da tempo che non si fa più scrupolo di perseguire le proprie agende ‘green’ maltusiane ed anti umane, anche se questo significa ingannare la popolazione. La UE ritiene prioritario che le popolazioni si adeguino all’agenda atlantica, globalista, colonialista ed ultraliberista. Per questo reputa consono che le popolazioni europee debbano essere ‘addomesticate’ attraverso un martellante indottrinamento.

Ovviamente, la UE presenta sempre le proprie scelte “a fin di bene” e tratta le resistenze a questo bene come se avvenissero per una cattiva e traviante informazione. È così accade sempre più violentemente che – quando non conforme ai desideri del potere – la pubblica opinione venga repressa, l’informazione addomesticata, i governi ricattati, le elezioni ‘guidate’.

Ma di tanto in tanto, l’oscurità e le numerose zone d’ombra vengono disciolte. In questi brevi squarci di luce è allora possibile vedere cosa ci viene negato ed il progetto demoniaco in atto. Ma la luce ha bisogno che le tante informazioni che ci pervengono, diventino soprattutto coscienza di ciò che siamo. Senza, ogni lotta sarà inefficace e darà il posto solo ad un’altra dittatura.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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